11. He was perfect

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Mi svegliai abbracciata ad Ashley, ed ero felicissima.
Ero nel mio piccolo angolo di paradiso.
La guardai, mentre dormiva, era così bella con le lentiggini seminascoste dal fondotinta, le sopracciglia marcate e le labbra non tanto sottili e così morbide...
Senza quasi rendermene conto mi avvicinai a lei e la baciai.
Lei subito si svegliò e mi sorrise.
«Buongiorno» mi salutò amorevolmente, accarezzandomi la guancia e stampandomi un piccolo bacio sulle labbra.
«Mi piacciono questi tipi di buongiorno» dissi io, sorridendo.
«Anche a me, Mel» rispose, ricambiando il sorriso.
«F-forse dovremmo vestirci...» commentai io imbarazzata, notando che eravamo entrambe quasi nude, ricordandomi la bellissima serata precedente.
«Già» disse lei, alzandosi dal letto e aprendo il suo zainetto dove teneva la sua roba.
Tirò fuori un paio di pantaloncini neri e una maglietta bianca a maniche corte e li indossò.
Io aprii il mio zaino e scelsi una gonna nera e una maglia rossa.
«Hei, ma nel tuo armadio ci sono solo gonne?» mi chiese Ashley ridendo.
«Sì Hals, perché?» risposi.
«Boh, è strano» disse, e io la ignorai.
Scendemmo le scale, mano nella mano, le sue dita intrecciate alle mie e un sorriso sul volto di entrambe.
Un dubbiò attraversò la mia mente: e se gli altri ci avessero sentito, la notte precedente?
«Ashley, e se ci avessero sentito?» chiesi alla mia ragazza.
«No, non penso. A quell'ora dormivano tutti» rispose, facendomi l'occhiolino.
Io arrossii e distolsi lo sguardo da lei per non farglielo notare.
«Guarda che ti ho vista» ridacchiò lei, abbracciandomi da dietro. Adoravo quando lo faceva, mi faceva sentire protetta, al sicuro, sua.
Cominciò a darmi dei piccoli baci sul collo, che mi facevano inevitabilmente venire i brividi e le farfalle nello stomaco non intendevano fermarsi.
Eravamo là, a metà della scala, abbracciate e sorridenti, sembravamo quasi due sceme.
«Scendiamo, avanti» dissi, interrompendo quel magico momento che si stava creando.
«Sì, o finiremo a limonarci nelle scale e successivamente a scopare» disse lei con noncuranza.
"Non può averlo detto sul serio" pensai.
«Ashley!» esclamai, imbarazzata.
«Ammettilo che non ti dispiacerebbe» continuò.
«Cosa stai dicendo?!» risposi.
«Dai, ammettilo» continuò a stuzzicarmi.
«Ok, non mi dispiacerebbe, lo ammetto. Ma certo non qui sulle scale» ammisi.
«Lo sapevo» disse soddisfatta.
"Questa ragazza è matta" pensai.
Ci sedemmo sul divano nel salotto, gli altri non erano in casa.
«Vieni qui» mi disse Halsey, indicando le sue gambe.
Mi prese in braccio e subito cominciammo a baciarci, la sua lingua si scontrava con la mia infinite volte, ma lo squillo improvviso del mio cellulare ci interruppe.
«Chi è?» chiese Halsey.
«Nash, ma fanculo» risposi, appoggiando il cellulare sul divano, per continuare il bacio di prima.
«Dai, potrebbere essere importante» disse, e ne fui abbastanza stupita.
«Pronto?» dissi.
«Melanie devi venire subito» disse Nash singhiozzando preoccupato dall'altra parte del telefono.
«Nash, cosa è successo?» chiesi.
«Si tratta di Jason» disse.
«Dimmi subito che cazzo è successo!» gli ordinai, preoccupata per il mio amico.
«È stato investito da una macchina che correva a tutta velocità» spiegò continuando a piangere.
«E lui è...» dissi, mentre le lacrime cominciavano a rigarmi le guance.
«È soltanto svenuto e i soccorsi stanno arrivando» continuò stravolto dai singhiozzi.
All'improvviso sentii come una fitta allo stomaco, mi mancò l'aria per qualche secondo.
«Dove siete ora?» riuscii a dire mentre Ashley mi abbracciava per provare a consolarmi.
«Vicino alla scuola, i soccorsi sono arrivati ora... Con me ci sono Sally,Albert, Ashton e Ethan» disse lui.
«Stiamo arrivando» dissi, chiudendo la chiamata.
«Piccola, lui starà meglio non ti preoccupare» mi disse Ashley, ma vidi che aveva gli occhi lucidi. Lei era brava a nascondere le sue emozioni, non era come me. Era più forte, e utilizzava la sua forza per aiutatmi.
Uscimmo di casa correndo, per arrivare in tempo.
Appena arrivammo, vidi degli uomini del pronto soccorso che lo caricavano sull'ambulanza, mentre Ethan continuava a tenergli la mano, in lacrime.
Sally e Albert entrarono in ambulanza con loro, mentre io, Ashton,Nash e Ashley seguimmo l'ambulanza con la macchina di mio fratello.
Appena arrivammo all'ospedale restammo nella sala d'attesa, per aspettare notizie di Jason.
Dopo un paio d'ore un medico uscì dalla stanza di Jason, con un espressione triste stampata in volto.
«Siete qui per il signor Maker?» chiese.
Noi balbettammo un sì di risposta e lui parlò.
«Ecco... Lui è morto. Ha sbattuto troppo forte la testa»
Il mondo mi crollò addosso.
Cominciai a piangere, seguita dagli altri.
Se ne era andato, questa volta sul serio. Questa volta non era partito per Amsterdam, ma per il paradiso. Il posto adatto per quell'angelo che aveva patito troppo.

|| Destroy ||A MALSEY FF❇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora