Ogni volta che Gilbert provava ad aprire la bocca le parole gli morivano in gola. Sfortunatamente questo non valeva solo per lui, ma anche per gli altri. Tutti, chi più chi meno, avevano visto quel corpo bruciato ed erano rimasti scioccati.
Ivan era ritornato a sedersi nel suo angolo ma questa volta non era semplicemente appoggiato con una spalla al muro: era rannicchiato con la schiena completamente sul muro e le ginocchia al petto, cercando una specie di protezione. Gilbert, notando che tutti gli lanciavano qualche occhiata impietosita o preoccupata, si avvicinó al ragazzo, inginocchiandosi con una mano poggiata sulla sua spalla.
«Ivan, perché non ti vieni a sedere vicino a noi? Siamo tutti provati pe-»
«A voi non importa nulla. A tutti interessa solo la propria incolumità. Siete rivoltanti» lo interruppe sapendo che stava per dire una cosa che gli avrebbe fatto compiere un omicidio. Non lo guardava neanche, i suoi occhi erano semplicemente puntati sul vuoto.
«Ci importa! Va bene, ci conosciamo da poco, ma siamo costretti a stare insieme quindi la morte di un membro del nostro gruppo ristretto colpisce particolarmente. Poi, anche se non fossimo in questo posto, un cadavere bruciato di un bambino non può che suscitare paura, tristezza, pietá o, nel tuo caso, rabbia» La voce di Gilbert non lasciava trasparire nulla: ferma e decisa. Non sapeva che fare ma almeno aveva riscosso il ragazzo, poiché lo guardava non più in cagnesco, ma con tristezza. L'albino gli sorrise e lo aiutó ad alzarsi ma quando Ivan capì che lo voleva portare vicino agli altri, lo scostó e si irrigidì sul posto. Gilbert, a quel punto, davvero non seppe che fare ma Francis prese parola battendo prima le mani.
«Signori, è meglio andare via. Seguitemi» il biondo uscì dalla grande stanza e fu seguito solo pochi minuti dopo.
Una volta rimasti soli, Ivan mise una mano sulla spalla dell'altro, facendolo voltare.
«Sai anche tu che ci spiano, vero?»
«Ja, ne ho viste parecchie. Avevi completamente ragione. Anche i malati di mente sanno fare buoni ragionamenti» Gilbert si strinse fra le braccia mordendosi il labbro inferiore. Non gli costava poco dare ragione a un pazzo.
Ivan stranamente non se la prese per il "malato di mente". Trovava una vittoria il fatto che avesse ammesso che aveva ragione.
«Non sono malato, per nulla»
«Ma provieni da un manicomio!»
«Sto seriamente provando ad avere una conversazione non litigiosa. Tu peró non farmi salire gli istinti omicidi che se ti uccidessi potrei giustificarmi dicendo le parole "infermità mentale"»
«Questo è vero... Allora che ti hanno buttato a fare in un posto del genere?»
Ivan lo guardó con gli occhi ridotti a fessure, camminando piano e scandendo ogni frase con un passo pesante.
«Mettiamola cosí. Ti incolpano di un reato di cui tu non ne sai nulla. Continuano a tartassarti, dicendo che sei stato tu, che sei il colpevole. Chi è debole alla fine si arrende e crede vere quelle parole, pur sapendo qual è la verità»
Gilbert indietreggió velocemente finché non si ritrovó schiacciato contro un muro mentre l'alto ragazzo non gli era distante neanche due piccoli passi.
«Ti stai dando del debole?»
«Questo è un discorso a parte. Le mie parole servono per farti capire la mia condizione» Ivan alzó lo sguardo verso la telecamera sul soffitto e si chinó finché non fu all'altezza dell'orecchio di Gilbert, sussurando impercettibilmente. «Una parte di me sa che sta bene mentre l'altra crede di essere malata, finendo per farmi fare quindi lo schizofrenico. Ricorda mio caro capetto: qualunque parte di me ti dovesse uccidere, non passeró tanti guai con la legge»
Il ragazzo si rimise dritto, con un sorrisetto divertito in volto. Gilbert era restato immobile, appiattito al muro, mentre ascoltava quelle strane parole.
«Non ti daró motivo per uccidermi, caro amico dalla camicia di forza» il ragazzo cercava qualcosa da dire ma vide l'altro allontanarsi lentamente. Gilbert tirò allora un sospiro di sollievo e cercó di dimenticare le parole di Ivan affinchè non avessero ripercussioni sulla giornata. Saltelló per scaricare la tensione e nel frattempo si avvió verso la porta, trovandoci subito dopo un Antonio sorridente. Questa volta peró l'espressione che aveva in volto era meno solare e sembrava voler dire qualcosa con urgenza.
«Hey Tonio, sei triste? Dai, adesso hai la mia presenza a tenerti compagnia»
Antonio alzó gli occhi al cielo per poi guardarlo seriamente.
«Abbiamo un problema con il ragazzo dai capelli rossicci»
Gilbert smise di saltellare e portó una mano al mento con fare pensieroso.
«Feeliciano? Sembra un tipo a posto, perché dovrebbe crearci problemi?»
«Non dico che ci crea problemi. Mentre tu e Ivan stavate parlando, ha cominciato a piangere ed è corso via. Ludwig gli è andato dietro ma si è rinchiuso nel bagno» il suo tono, man mano che parlava, scendeva sempre di più. Era notevole la sua preoccupazione e Gilbert non voleva ignorarla.
«Non possiamo di certo sfondare la porta, il ragazzo ha pur sempre la propria priva-» le sue parole furono interrotte da Ludwig che, appena fermo, cercó di recuperare fiato.
«Gilbert... forse puoi fare qualcosa con Feliciano. Lui-»
«Dammi un momento! Stavo per terminare. Dicevo che se non apre entro un certo tempo allora sfonderemo la porta»
«Ja, buona idea. Il problema peró è che sta dicendo cose senza senso in quel bagno. Qualcosa sulla morte...»
«Stavi origliando?» la voce di Antonio era particolarmente curiosa e si riusciva ad intravedere una nota di divertimento.
«Dovevo, è un caso serio e ho un brutto presentimento» Il biondo si portó una mano al volto mentre ricevette una pacca sulla spalla da Gilbert.
«Moriremo tutti stando in questa casa, no? Non che voglia morire per primo ma non potrei sopportare di veder morire altri miei compagni» strinse i pugni mentre i ricordi dei compagni caduti in guerra sopraggiunsero. «Qui siamo tutti depressi, malati o pazzi. Quindi Ludwig. asseconderemo il tuo presentimento. Non vorrei che facesse qualcosa di stupido. Ivan!» urló a squarciagola il suo nome e il ragazzo comparve dal nulla alle sue spalle, facendolo saltare per l'ennesima volta sul povero Antonio.
«C'è una porta da sfondare!»
«Lo so, quella del bagno»
«Origliare è un vizio di tutti qui» Antonio cominció a ridacchiare mentre ricevette un'occhiattaccia solo da Ludwig poichè Ivan era impegnato a guardare perplesso gli strani gesti di un Gilbert che cercava di capire dove fosse il bagno.
Il ragazzo biondo cenere si avvió nella direzione opposta a quella dove stava andando l'albino, cominciando a dare forti calci alla porta della stanza ricercata.
«Resistente» sussurrò mentre dava continue spallate alla porta.
«Lascia fare al magnifico me!» a quel punto Gilbert agì senza pensare. Prese di peso Antonio, buttandolo fra le braccia di Ludwig, poi alzó la sedia a rotelle in ferro e la scaglió contro la porta del bagno.
Ivan si era fatto da parte e si era avvicinato agli altri per guardare Gilbert con aria scioccata. Dopo pochi minuti la portà si aprì e Gilbert caddè nel bagno, finendo con la testa nella sedia ancora integra. Non notó nulla di quello che gli era intorno, ma gli altri sì. Ivan e Ludwig corsero subito in bagno notando lunghe scie rosse. Entrati videro il piccolo ragazzo rossiccio in un angolo, spaventato, mentre le sue lacrime si univano al sangue che fuoriusciva dalle sue braccia che sembravano aperte in due. Il suo respiro era molto irregolare.
«Portatemi da lui e cercate subito garze o... Qualunque cosa possa assorbire tutto questo sangue»
Ludwig portó Antonio accanto a Feliciano come da sua indicazione. Subito dopo corse assieme a Gilbert, che intanto si era liberato e aveva visto tutto, in cucina. Antonio guardava il ragazzo rannicchiato con estrema calma mentre gli prese un braccio per guardargli le ferite. I tagli orizzontali erano abbastanza profondi e il sangue continuava ad uscire..
«Perché lo stavi facendo Feli?» il moro che gli mise una mano sulla guancia per calmarlo, in attesa del materiale richiesto. Continuò a sorridergli, sapeva che le persone in quello stato avevano bisogno di supporto e non di altra paura.
Gilbert corse come una furia in bagno con un rotolo di carta assorbente tra le mani e degli asciugamani trovati nei mobili vicini.
«Non c'è nulla! Non abbiamo trovato altro»
«Ci arrangeremo»
Antonio prese l'asciugamano più grande e cominciò a stringerlo con forza attorno al braccio del rosso che non provava a divincolarsi, sentiva le forze abbandonarlo.
Mentre Gilbert pensava al braccio destro, il moro si trovó in difficoltà a causa di un capogiro.
Ludwig accorse al suo fianco e terminó il lavoro dell'altro che intanto si era poggiato al muro con gli occhi socchiusi. Cominció a sentire fitte intense, come quando arrivavano in ospedale. Lì non aveva peró nessuno di cui curarsi e gli reprimevano il dolore con i farmaci; in quel caso i farmaci non c'erano e una persona diversa da lui rischiava di morire. Non emise un lamento poiché non voleva distogliere l'attenzione dal ragazzo che aveva seriamente bisogno di cure. In compenso, un paio di occhi che si muovevano accanto alla porta si posarono su di lui. Ivan era rimasto in disparte per tutto il tempo, guardando con disinteresse la scana ma quando notó il bruno tentennare la sua attenzione si puntó curiosa su di lui. Non sarebbe lo stesso intervenuto: non aveva idea di che fare quindi preferiva non peggiorare le cose.
Quando i fiotti di sangue si fermarono, Feliciano svenne e i due tedeschi imprecarono sottovoce. Gli diedero degli schiaffetti ma fu tutto vano. L'unica cosa di cui furono sollevati era che non fosse morto. Ludwig allora lo prese fra le braccia e lo portó fuori, seguito a ruota dall'albino.
Antonio, ancora poggiato al muro, guardó la sedia al centro del bagno. Troppo lontana per lui. In un altro momento si sarebbe trascinato con le braccia ma riusciva appena a stare seduto. Due braccia, d'un tratto, lo sollevarono e lo misero con poca delicatezza sulla sedia. Il bruno alzó la testa e ringrazió sottovoce Ivan che intanto aveva imboccato il corridoio che portava alle camere da letto.
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Hetalia death theories
FanficQuesta storia si basa sulle death theories di Hetalia leggermente rivisitate(qui ne prendo in considerazione solo 10). Se le conoscete bene, se no beh... le scoprirete! E visto che considero la trama uno spoiler vi lascio alla lettura.