RENÉ pov
Come tutte le mattine mi sveglio alle 5:00 in punto per arrivare in tempo alla pasticceria. Mi faccio la doccia, mi lavo i denti e mi preparo in divisa.
Come al solito sono il primo ad arrivare quindi, dopo aver aperto il locale, preparo la pasticceria per la giornata: accendo i forni, preparo le teglie e le attrezzature. Mentre aspetto Rob, l'aiuto pasticcere che fa il turno di mattina presto, mi dedico ad una robusta colazione, che consumo nella piccola area relax dedicata ai dipendenti.
«Buongiorno René» la voce di Rob mi fa sobbalzare. Nonostante si sia appena diplomato all'Istituto Alberghiero è un bravo ragazzo, molto volenteroso nel lavoro e che impara in fretta.
«Buongiorno a te Rob! Dormito bene?»
«Come un sasso» ed al mio sguardo aggiunge: «Ed ho fatto una bella colazione».
Finisco tranquillamente la colazione mentre chiacchiero serenamente con Rob. I nostri discorsi si interrompono quando suona l'allarme del forno. <<Forza, al lavoro! Dobbiamo preparare brioches e pasticcini stamattina!>> e così la giornata di lavoro ha inizio. Nonostante il lavoro sia abbastanza tosto, le chiacchere tra me e Rob aiutano ad alleviarne la fatica. Alle dieci saluto Rob, che ora frequenta un corso pomeridiano di pasticceria, e mi dedico alla preparazione del pan di spagna mentre aspetto che arrivi Dean, l'altro pasticcere che mi aiuta nel resto della giornata.
Dean è un uomo formidabile: è un padre single, che si occupa della sua meravigliosa figlia a cui tiene più della sua vita stessa.
«Buongiorno Dean. Come va? Come sta Elsa?»
«Ciao René. Tutto bene. Elsa sta bene ma mi fa un po'penare. L'adolescenza non è un periodo facile!» mi risponde, sorridendo teneramente come fa sempre quando parla di sua figlia, anche quando lo fa disperare.
«Oh, sì, ti capisco. Mi ricordo che alla sua età ne combinavo tante anche io... almeno ora ha un bel gruppetto di amici. Mi sembrano abbastanza bravi ragazzi» rispondendogli mi accorgo che la mia voce ha assunto una lieve sfumatura di tristezza, ma Dean non se n'è accorto. Purtroppo i miei anni alle scuole superiori non sono stati il massimo. Venivo perseguitato dai bulli della scuola, uno in particolare.
Continuiamo a chiacchierare un po' durante il lavoro. Le cose da fare si susseguono ed il tempo scorre tranquillo fino a sera. Oggi non ci sono stati intoppi... sospiro, sollevando lo sguardo verso l'orologio. In questo momento sono nel negozio, a servire i clienti. Sono quasi le 18:00, a breve il negozio chiuderà. Si apre la porta ed io sposto lo sguardo sul cliente appena entrato... "oh no! Ancora LUI!" penso costernato, senza però dare a vedere il mio sgomento. LUI è uno dei clienti più esigenti della pasticceria: da circa quattro mesi si presenta ogni mercoledì sera, poco prima della chiusura (nel momento in cui rimango da solo, perché Dean stacca alle 17:30) per acquistare un dolce monoporzione e commentare acidamente, con tono quasi sprezzante, i (presunti) difetti del dolce precedente.
Ma non è questo a sconvolgermi così di lui. È da quando ha messo piede qui per la prima volta che il suo aspetto, ma soprattutto il suo viso, hanno un che di familiare ma non riesco assolutamente a ricordare se li ho mai visti prima.
«Buona sera. Come posso aiutarLa?» lo saluto sorridendo ma con voce gelida.
«Salve. Stasera vorrei un dolce al cioccolato»
«Bene. Cosa preferisce? Oggi come dolce monoporzione abbiamo il tiramisù al cioccolato, la saint Honoré e la torta caprese» non sopporto proprio la sua faccia da poker.
«Una torta un po'più grande, per due persone circa non l'avrebbe? Ad esempio, questa qui con la rosa sopra?»
Ha appena additato la Sinfonia al cioccolato, una ricetta esclusiva di questa pasticceria, che oggi ho preparato proprio pensando a LUI.
«Va bene, è la porzione perfetta per due. Prende questa quindi? Gliela incarto subito»
Lo so, gli ho risposto in maniera sbrigativa ma non vedo l'ora che se ne vada. Il mio cuore ha preso a battere all'impazzata e riesco a nascondere a stento l'agitazione che scatena in me anche solo la vista dei suoi splendidi occhi smeraldo.
«A proposito, la torta con crema al limone della settimana scorsa era un po'troppo bagnata e la crema sapeva poco di limone. Mi chiedo chi l'abbia fatta...»
Ora sto fumando di rabbia. Sono tentato di mandarlo a quel paese, magari spiaccicandogli la torta in faccia.
«Grazie per le sue osservazioni. Ne terremo conto la prossima volta» gli rispondo a denti stretti.
«Oh, avrei anche un'altra richiesta. Potrei mangiare qui la torta? Solo per stasera»
Sono un pochino sorpreso dalla sua richiesta... cosa vuole da me quest'uomo?
«No, mi dispiace ma non è assolutamente possibile. Questa è una semplice pasticceria, non può consumare qui»
«Ti prego René... fai un'eccezione per me. È solo per questa volta»
Rimango gelato sul posto. Come fa a sapere il mio nome?
«C-come... come fai a sapere il mio nome?!» gli domando con voce sconvolta.
«Qualche giorno fa passavo per la via dietro la pasticceria e ti ho visto mentre eri in pausa. Poi il tuo collega ti ha chiamato per nome per farti rientrare» rimango a bocca aperta. Ci impiego un momento per riprendermi.
«Mi dispiace, ma non posso comunque accontentarLa»
Alla mia ennesima risposta negativa reagisce in modo inaspettato: mi prende le mani nelle sue e mi guarda intensamente.
«Ti prego. Per favore. Ci tengo moltissimo a mangiare questa torta insieme a te»
Il suo sguardo è tenerissimo, ma nei suoi occhi leggo che c'è anche altro. Ho quasi la sensazione che voglia dirmi qualcosa di importante.
«Va bene, ma non qui. Andiamo di sopra, nel mio appartamento all'attico, dopo la chiusura. Dovrai portare pazienza ancora per un quarto d'ora, che finisco di riordinare. A proposito, non mi hai ancora detto come ti chiam» gli rispondo tutto d'un fiato, mentre il cuore mi batte all'impazzata nel petto ed il mio cervello è partito per la tangente. Temo che possa sentire il battito furioso che mi rimbomba nel petto. Inizio a pulire e riordinare, cercando di distrarmi dal pensiero di aver invitato un estraneo a casa mia così, su due piedi.
La mia ultima domanda è rimasta in sospeso, ma non intendo insistere oltre: sono troppo agitato per riuscirci. Sto finendo di riordinare le teglie quando i miei pensieri tornano su di lui.
"Certo che è proprio un bell'uomo... non deve essere molto più grande di me. E da quanto ho visto ha proprio un bel fisico sotto quel completo elegante... non mi dispiacerebbe conoscerlo in modo più approfondito" penso.
La mia omosessualità non è mai stata un mistero. Nemmeno per la mia famiglia, purtroppo. Infatti quando l'hanno scoperto mi hanno cacciato di casa, rinnegandomi e diseredandomi. Per fortuna i miei nonni materni, che sono stati i primi con cui ho fatto coming-out, mi hanno ospitato e mi hanno aiutato sia moralmente che finanziariamente ad aprire questa pasticceria che è il sogno di una vita, oltre che ad acquistare l'appartamento in cui vivo, che mi hanno donato.
Una volta finito di sistemare torno nel negozio a fare la chiusura nella cassa.
Lui è ancora lì ad aspettarmi, come un cucciolo ubbidiente, e non mi ha mai lasciato con lo sguardo. Abbasso la saracinesca, chiudo a chiave tutte le porte ed attivo l'allarme. Prendo la torta e gli faccio segno di seguirmi su per la scala interna che collega direttamente l'appartamento al negozio. Una volta arrivati in cima apro la porta, tenendo la torta in equilibrio su una mano.
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Sinfonia al Cioccolato
ChickLitRené è un pasticcere giovane e dotato di talento che possiede una pasticceria tutta sua. Daniel è uno dei clienti più acidi ed esigenti, che sembra conoscere René e che nasconde un segreto che li riguarda entrambi, che ha le sue radici in un passato...