Intermezzo: nella nebbia

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Capitolo 6

INTERMEZZO: NELLA NEBBIA


ENRICO

Mi incammino nella nebbia verso il palazzo in cui Lui vive.

La mia mente torna alla chiamata che ho fatto poco fa a casa: era da parecchio tempo che non rimanevo fuori la notte e sembra che non si sia accorta di nulla. Anche se sono stato declassato, con alcuni clienti ancora mi lasciano tenere i contatti, anche se sono solo clienti minori; quindi è possibile che io esca a cena per lavoro.

Sospiro, mentre il freddo e l'umidità mi invadono i polmoni. Non vedo l'ora di passare una notte intera e una mezza giornata da solo con lui nel nostro rifugio, visto che ultimamente ci siamo visti solo in pausa pranzo o in fugaci appuntamenti dopo il lavoro, ma che mi permettessero di rientrare a casa per cena, senza destare sospetti.

Parcheggio nel suo garage e prendo l'ascensore che mi porterà all'attico. Una volta uscito mi basta fare un paio di passi e bussare una volta alla porta perché lui mi apra.

Mi accoglie in accappatoio, aperto sul petto ancora scolpito nonostante non sia più un ventenne, i capelli brizzolati ancora bagnati. Non faccio nemmeno in tempo ad entrare e chiudere la porta che mi sta già baciando stringendomi al suo corpo semi nudo. Infila una gamba fra le mie, leggermente aperte, sfregando appena la mia mezza eccitazione, mentre struscia la sua erezione sul mio bacino.

<< Era da tempo che non passavamo del tempo insieme al di fuori delle pause pranzo e di qualche sveltina... mi sei mancato >> mi sussurra sensuale.

Gemo e mi abbandono contro il suo petto mentre con la sua mano scivola lungo tutta la mia schiena per poi appoggiarsi sul sedere e strizzarmi le natiche; poi, lasciandomi ancora addosso i pantaloni, insinua un dito fra le mie natiche, facendomi gemere ed eccitare.

<< Mmm... qualcuno si sta risvegliando e ha bisogno di attenzioni >>

Gemo ancora più forte quando si abbassa a baciarmi il membro attraverso i pantaloni.

Finalmente soddisfatto mi fa spostare dall'ingresso in soggiorno, dove inizia a spogliarmi lentamente dei miei abiti eleganti.

Una volta nudo si siede sul divano ed allarga le gambe slacciandosi l'accappatoio in un invito che non posso rifiutare. Mi chino a baciargli le labbra, poi mi inginocchio dinnanzi a lui. Bacio appena la punta del suo glande prima di prenderlo fra le labbra e farlo esplodere di piacere. Una volta venuto nella mia bocca, mi fa alzare da terra e sedere sul suo grembo. Inizia ad accarezzarmi la schiena mentre con l'altra mano mi masturba fino a farmi venire con un gemito.

<< Ah... quanto mi sei mancato! Toccami ancora, ti prego >> gli sussurro.

<< Non sei più un ragazzino, ma sei già quasi duro... sei focoso stasera >>

<< Prendimi, forza. Non vedo l'ora >>

Lo sento entrare dentro di me, e finalmente mi sento completo.

Poi perdo il conto di quante volte mi prende durante la notte.

Giacciamo stremati sul letto, abbracciati l'uno all'altro. Era da tanto tempo che non passavamo del tempo con cotanta tenerezza fra noi.

Mi sistemo meglio sul suo petto morbido e un po'peloso. Prendo un bel respiro profondo prima di parlare. Non è una cosa facile da dire per me... insomma, non è facile invitare il tuo amante al matrimonio di tua figlia perché lei e tua moglie hanno insistito tanto per avere tutte le personalità più importanti che conoscono. Il mio amatissimo Saffiro (si, si chiama proprio così... i suoi genitori avevano gusti un po'strani in fatto di nomi) rientra in questa cerchia di invitati importanti e privilegiati.

Sinfonia al CioccolatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora