Capitolo 1

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Ciao sono Zoe ho 13 anni ho i capelli castani, occhi verdi, abbastanza alta e un sono un po' robusta.
I miei genitori hanno un rapporto un po' fragile, litigano in continuazione, ma io continuo per la mia strada, pensavo che nella mia vita andasse tutto bene, o almeno fino a quando la scuola non riaprì, ed io non sapevo ancora a cosa stavo andando incontro.
Il 16 settembre mi sveglio alle 7.00 mi vesto e preparo la cartella, chiamo mia madre per avvertirla che stavo uscendo per andare a scuola, lei mi saluta con un bacio sulla fronte e mi augura una buona giornata, la ringrazio ed esco di casa. Arrivo davanti alla mia scuola ci sono i miei quattro migliori amici, ci  conosciamo delle elementari, abbiamo avuto un rapporto molto stretto e speciale. Faccio per avviarmi verso di loro, ma quando li chiamai per attirare la loro attenzione, loro fecero finta di nulla, suonó la campanella alle 8.00 entrarono  tutti insieme io rimasi dietro sperando che qualcuno mi dicesse anche un ciao. Quando arrivai in classe tutti si erano salutati e avevano già scelto i posti solo io mancavo infatti era rimasto un posto singolo giù all' angolo non avevo altra scelta mi sedetti li con una faccia un pó delusa la professoressa essendo nuova voleva che dicessimo i nostri nomi ad alta voce quando toccó a me dissi ad alta voce il mio nome "Zoe Ginelli" tutti iniziarono a ridere ma io non capivo io avevo solo detto il mio nome . Suona la campanella alle ore 9.00 dovevamo aspettare che la professoressa arrivasse in quei minuti i miei compagni iniziarono a cantare un cansoncina offensiva nei miei confronti " Zoe è cicciona Zoe è brutta Zoe è stupida" continuarono cosí finchè non arrivo la professoressa di Matematica dopo mezz' ora mi lanciano un biglietto con scritto:" Zoe ma a che la fai a fare matematica sei stupidia eppoi stamattina ti sei lavata wau quanto puzzi LOL". Iniziai a piangere ero disperata per non farlo vedere agli altri mi sono nascosta con il quaderno davanti. La giornata finí ma io ero ancora molto triste per quello che mi avevano fatto. Torno a casa aprii la porta e corsi in camera mia sbattendo la porta mia madre arrivó di fretta povera voleva solo sapere cosa era successo ma io gli risposi sgarbamente
Ma io sapevo già che la mia vita stava cambiando ma non in meglio ma in peggio

Voglio essere libera |Cameron Dallas|(completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora