Calcoli errati

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Quando due persone si lasciano, ce n’è sempre una che soffre di più. E tra me e Bobby sembra chiaro a chi sia toccato il bastoncino più corto. Per questo, quando gli chiedo, per gentilezza, come stia, la sua risposta mi coglie di sorpresa.

«Mi sposo.» annuncia trionfante, «Domenica.»

«Wow!» cerco di sembrare entusiasta.

«Con Kimberly Joyce.» aggiunge, come se quel nome dovesse essermi familiare, «Frequentava il nostro liceo. Era al secondo anno quando ci siamo diplomati.»

Io e Jess abbiamo sempre snobbato le ragazze più piccole di noi, non ritenendole degne della nostra attenzione, così non abbiamo mai perso tempo a imparare i loro nomi.

«Allora come te la cavi nella Grande Mela?»

«Bene.» sorrido. A parte che il mio uomo mi ha appena mollato per restare con la sua insignificante moglie e i suoi orribili figli. Charlene non ha ancora capito che la permanente stile anni Ottanta è passata di moda già da un pezzo. Non particolarmente alta, di corporatura normale, ecco, normale è l’aggettivo che la descrive meglio. Il mio esatto opposto.

Lei e Vince hanno due figli. Non mi sono mai interessati un gran che e questo lui non l’ha mai capito. Continuava a propinarmi le loro foto salvate con una pessima risoluzione sul Blackberry. Dio, quanto erano brutti. Non oso immaginare l’inferno che passeranno al liceo. Non vorrei essere nei loro panni. O forse sì, visto che sono morta.

Beh, meglio morta che sfigata.

Questo però è meglio non dirlo al mio ex ragazzo che sta per sposarsi.

«Come mai sei tornata? Sentivi nostalgia di Fairville?»

«Vuoi scherzare?» ho appena fatto una smorfia e non è molto carino, «Voglio dire… New York è New York. È il centro del mondo. Una volta, volevi trasferirti lì anche tu.»

«Già.» sospira, «Ma le cose cambiano. Le persone cambiano.»

Forse Bobby è davvero cambiato, ma Mr Clark resta attraente esattamente come ai tempi del liceo. Mi volto verso di lui e vedo che se n’è andato.

«È stato bello vederti, Bobby. Devo proprio andare ora.» cerco di liquidarlo.

«Che ne dici di venire allo Starlight stasera? Così ti presento Kim.»

«Perché no?» sento me stessa rispondere, non so perché, dato che preferirei ingoiare un intero flacone di sonniferi come Leah Benett.

Non che Fairville pulluli di locali. In fondo, un salto lo potevo anche fare, sperando che almeno ci fosse qualcosa di decente da bere.

Uscita dal Walmart, rivedo Mr Clark al parcheggio, «Mr Clark! Dwight!» lo raggiungo, «Mi dispiace che Bobby ci abbia interrotto. È chiaramente ancora innamorato di me, ma…»

«Lyla, io dovrei…»

«Che strano rincontrarsi così… dopo tanti anni, ma, già che ci siamo, volevo parlarti di Chloe. So che ha un’insufficienza in chimica.»

«Sì, ma…»

«Mia sorella sta vivendo una fase delicata della sua vita, con il divorzio di mio padre e la mia matrigna. Capisci anche tu che non è facile per una quattordicenne…»

«Sì, ma… Ecco…»

«Vorrei tanto parlarne in maniera più approfondita.»

«Anch’io, però adesso proprio non posso…»

«Non c’è problema. Mi faccio viva io più tardi.»

«Ma…»

Ignoro le sue obiezioni, mi giro e vado verso la macchina, sculettando leggermente, il che non guasta mai.

«Ottimo lavoro» si complimenta Leah, «Quando vuoi qualcosa, non ti fermi davanti a niente.»

Non faccio in tempo a rispondere che la scena sul maxi-schermo è cambiata. Ci sono io in un tubino nero che busso alla porta di casa Clark.

Il mio sexy professore sorride stupito.

«Non avevo il tuo numero, così… eccomi qui.» non gli do il tempo di rispondere che sono già seduta sul suo divano, «Sono davvero preoccupata per Chloe.» dico accavallando le gambe.

Mr Clark resta in piedi, in evidente imbarazzo. Io sono il frutto proibito, anche se non l’ha mai ammesso nemmeno con se stesso. Ora sono qui, so che mi vuole, così come io voglio lui.

«Quella sera sua moglie aveva il circolo di lettura. Avevi calcolato proprio tutto, eh?» mi domanda Leah.

Le sorrido, «Come sempre.»

Lei ricambia il sorriso, «Tutto eccetto la tua morte.»

LylaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora