R.S.V.P.

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Mi sveglio in una stanza che non conosco. Sembra la mia vecchia camera da letto, ma dalle fotografie appese sulle pareti color pastello capisco che non è così.

La ragazza bionda che dorme accanto a me apre gli occhi senza dire nulla.

Osservo la me stessa più giovane e le sorrido. Lei ricambia. Grandi occhi verdi e capelli biondi. Non sono io, è mia sorella.

«Chloe, perché sono qui?»

«Ti sei presentata ubriaca nel cuore della notte. Delirando di Bobby e Mr Clark e del fatto che me ne devo andare da Fairville il più presto possibile.»

Non ricordo niente di tutto questo. Mi tiro su. Ho la nausea e mal di testa. Oggi è il grande giorno e non potrei sentirmi peggio di così.

«Io ti ho raccontato di papà, che l’ho visto con la sua amante.» mi dice Chloe con gli occhi lucidi, «Ha solo qualche anno più di te. È disgustoso.»

Ci siamo, la storia si ripete.

«Diventeremo così anche noi? Come le nostre madri?»

«Dio, no!» esclamo.

O, almeno, era quello che speravo in quel momento.

«Non si può tornare indietro?»

«Non è un dvd.» mi risponde Leah in tono saccente, «Siamo al cinema.»

«Beh, ma non è un vero cinema. Quindi potremmo anche vedere come sono arrivata dalla vasca da bagno a casa della mia sorellastra.»

«Sono qui per questo, Lyla, per aiutarti a ricordare cos’è successo prima.»

«Mi sono ubriacata.» rispondo alzando le spalle, «È una cosa che non faccio di solito. Non facevo.» mi correggo, «Non mi piace perdere il controllo.»

«Credevi che con Bobby sarebbe stato più facile. Cosa ti aspettavi? Si sarebbe sposato dopo qualche giorno e, di certo, non avrebbe compromesso tutto per un tuo capriccio.»

«Ho sempre ottenuto ciò che volevo.»

«Ne sei sicura? Hai avuto la BMW, ma quello che volevi era l’attenzione di tuo padre. Hai avuto Bobby, ma volevi Mr Clark. Tutti gli altri uomini sono la sua copia carbone. Appena ottenevi quello che volevi, non t’interessava più, volevi qualcos’altro, volevi qualcun altro. Più le persone si avvicinavano, più tu ti allontanavi. Non ti lasciavi amare. E dove ti ha portato alla fine tutto questo? Sei morta da sola.»

«Non sono morta da sola. Sono venute tantissime persone alla mia festa. Qualcuno non era nemmeno stato invitato, ma erano tutti lì per me.» faccio un respiro profondo, «Anche la persona che mi ha ucciso.»

Cambio di scena. Ripresa dall’alto. Ci sono io su un materassino in piscina con un bicchiere di Martini in mano.

Mi ero ripromessa di non bere troppo, ma sono troppo depressa per non farlo. Quasi nessuno si è ricordato di farmi gli auguri. Né Bobby, né Mr Clark e nemmeno Vince. Okay chiudere con una persona, ma gli auguri per il compleanno sono d’obbligo.

Jess mi sorride da una sdraio. Nessuna delle due voleva che una stupita lite rovinasse la mia festa. Si compie ventun anni una volta sola.

«Eri in mezzo alla gente, eppure così sola.» le inaspettate parole di Leah fanno male, forse perché sono vere, «Eri circondata da gente che non vedevi da anni, semi-sconosciuta, a cui non importava niente di te, di come ti sentivi. Sai bene di cosa sto parlando, perché non importa che tu sia a Fairville o a New York…»

«Dopo un po’ ci si fa l’abitudine.» non so se l’ho solo pensato o se l’ho detto ad alta voce, ma forse, qui e ora, non importa.

Leah mi sente. Mi capisce.

«Anche tu ti sentivi così?»

«Siamo molto più simili di quello che credevi.»

«Per questo hai preso quelle pillole?»

«A Fairville ero Leah Benett, il mito. La ragazza perfetta dalla vita perfetta. Io volevo solo andare via, da qualche parte… dove nessuno sapesse chi ero.»

«Ma non puoi fuggire da te stessa.»

«Non puoi.»

Mi rendo conto che è la prima volta che siamo d’accordo su qualcosa. Forse ci somigliamo davvero, peccato averlo scoperto quando siamo ormai alla fine del film.

Raggiungo a nuoto il bordo piscina, mi gira la testa e inciampo, poi mi rialzo in piedi. Come sempre.

E mi ritrovo davanti l’ultima persona che pensavo sarebbe venuta alla mia festa.

LylaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora