Cosa c’è che non va in te, Lyla?
È una domanda che mi sono sentita fare spesso, ogni volta da una voce diversa. Mia madre, mio padre, i miei ragazzi. Io ero fermamente convinta che non ci fosse niente che non andasse in me. Io ero io, prendere o lasciare. Erano gli altri a essere sbagliati, non si sforzavano di capirmi perché troppo stupidi o troppo orgogliosi.
Quando è Leah a farmi la stessa domanda, non posso più mentire a me stessa.
«Ero attratta da un’altra storia senza futuro.»
«Lo rivolevi perché stava per sposarsi con un’altra. Perché sapevi che avrebbe scelto lei, come Vincent ha scelto sua moglie.»
«Credevo… di poterlo salvare dalla vita mediocre che avrebbe avuto con Kim.»
«Sei una narcisista e un’insicura.»
Osservo Leah, ogni dettaglio del suo viso, proprio come quando la incrociavo per i corridoi della scuola. Se qualcuno ci vedesse qui, adesso, ci scambierebbe per sorelle. Qualche ora fa, mi avrebbe lusingato. Ora non più. Ora che la sto conoscendo meglio, non mi piace più.
«Sai cosa ti dico? Vaffanculo!»
Il maxi-schermo passa dal primo piano di Kim all’immagine di me in tuta da yoga mentre aspetto Bobby nel parcheggio dal Walmart.
«Lyla, cosa ci fai qui?»
«Aspettavo te. Ti va di fare due passi?»
Lui annuisce, disorientato, mentre ci incamminiamo lungo il viale dei ricordi.
«La lavanderia era chiusa?» mi prende in giro.
Avrei potuto indossare uno dei tubini che ho portato da New York per sedurre Mr Clark, ma a Bobby queste cose non sono mai interessate.
«Stamattina è venuta a trovarmi Kim.» gli racconto, «Per invitarmi al matrimonio.»
Lui mi guarda preoccupato.
«Ho rifiutato.» lo tranquillizzo, «Neanche a me farebbe impazzire l’idea della mia ex presente al mio matrimonio. E poi non vorrei rubare la scena alla sposa.»
È una battuta - con un fondo di verità - ma Bobby sorride a malapena.
«Kim voleva sapere perché ci siamo lasciati.» colgo la palla al balzo, «È passato tanto tempo, lo so... Ma stavamo bene insieme, ci siamo divertiti.»
«Sì, ci siamo divertiti.»
«Allora... perché mi hai lasciato?»
«Ti ricordi la sera del ballo? Siamo stati eletti re e regina. A me non importava un granché, ma era importante per te. Eri così felice. Poi ti ho visto... mentre parlavi con Mr Clark, che era uno dei responsabili del ballo. Non avevi sorriso così nemmeno quando ti avevano messo in testa la corona.»
Non so cosa rispondere. Potrei raccontare una bugia, ma non mi viene in mente niente.
«Era solo questione di tempo e te ne saresti andata da Fairville insieme a Jessica... e mi avresti lasciato.»
«Saresti potuto venire con noi a New York. Tu sei molto meglio della gente di qui.»
«Sono felice a Fairville. Ho un buon lavoro, posso girare in bicicletta, sto per sposarmi. Io e Kim vogliamo crescere qui i nostri figli. Sono felice a Fairville.»
«L’hai già detto.» gli faccio notare.
«Mi avresti lasciato, Lyla.»
«Okay, è vero, ti avrei lasciato per qualche professore universitario, ma…»
«Ho solo anticipato l’andamento naturale delle cose. Ti ho liberata. Ed è stata la scelta migliore, per tutti e due.»
Non ho bisogno di guardare le immagini che scorrono sul maxi-schermo, ricordo ogni singolo istante di quello che è successo dopo.
Ci sono scelte con cui dobbiamo convivere per il resto della nostra vita.
Non ho mai pensato molto alle conseguenze delle mie azioni. E credevo che un bacio, in fondo, non avrebbe ucciso nessuno.
Mi sbagliavo.