capitolo 4.

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Poco dopo che Giulio se n'è andato a casa, indosso un pantaloncino e una canotta e mi sdraio sul mio divano e metto nel lettore DVD il primo disco che trovo: Titanic.

L'ho visto qualcosa come un centinaio di volte; nonostante ciò non riesco a capire cosa ci sia da piangere. In fondo sono solo due persone che si amano alla follia, succede una catastrofe e poi uno dei due muore; che schifezza.

Proprio mentre Jack e la Rose stanno scopando duro nella macchina, bussano alla porta.

Chi diavolo interrompe la mia depressione da single quotidiana?

Con la mia solita velocità di un bradipo mi alzo e vado ad aprire alla porta.

-che cazzo vuoi tu ora?- sbotto quando vedo chi ho davanti.
-dalla mia doccia non esce l'acqua ed io devo lavarmi, posso usare il tuo bagno?- dice il ragazzo riccio.
Sbuffo e lo faccio entrare.

-gli asciugamani sono nell armadietto, lì c'è la stufetta e chiamami se hai bisogno di qualcosa- gli dico indicando i vari oggetti, mentre lui è dietro di me che si guarda attorno.

Me ne torno di là a finire il film.
***
-Elenaaa!- sento urlare dal bagno.
Vado da lui e busso, ricevendo un sonoro 'avanti'.

Apro la porta e vengo subito invasa da una massa enorme di vapore.
Tra il grande ammasso distinguo appena Giulio, solo in boxer.
Che vergogna.
Non guardare...
Inevitabilmente arrossisco dalla testa ai piedi.

-per caso hai una maglia, io l'ho lasciata a casa-
-no, in caso tu non l'abbia notato io sono una donna- dico con la voce volutamente acuta.
-okay scusa, pensavo che qualche tuo ex avesse lasciato qui qualcosa- si difende alzando le mani in segno di resa.
-non porto i miei fidanzati a casa...comunque non è questo il punto, vestiti cazzo, non voglio più vederti mezzo nudo- blatero e me ne torno in salotto.

Ormai il film è finito, e io ne ho visto poco, un po' perché dovevo prestare aiuto a Giulio e un po' perché ero troppo occupata a pensare, a tutto e a niente; perdendomi tra la rete immaginaria dei miei pensieri.

-che se guarda?- domanda Giulio buttandosi di peso sul divano.
Se mia zia fosse qui, lo prenderebbe a ciabatte in faccia.
Gli lancio un'occhiata: ancora senza maglietta.
-Quantico- ribatto.
-e sarebbe?-
-una serie TV che parla di una neo spia-

-comunque, sul serio, non porti i ragazzi a casa?- rimette in ballo l'argomento.
-che c'è di strano? Detesto avere dei ragazzi per casa, appena sopporto avere il ragazzo dell'Alessandra per cena-
A proposito che fine ha fatto la mia coinquilina?
-sei strana- ammicca accarezzando il mio braccio.
-leva subito quella mano-
-mi sembra di aver già vissuto questa situazione-
-per rivivere meglio la situazione servirebbe un altro schiaffo-
Sta per ribattere ma lo zittisco subito.
-zitto e guarda la tv-

-perchè l'avresti fatto?- domanda arrabbiatissima Iris.
-perché il mio futuro al burò (non so come si scrive) è deciso, il che significa che al momento l'unica cosa di cui devo preoccuparmi è Shelby; ed è molto facile per me: perché la amo- risponde Caleb.
Che cosa carina da dire alla migliore amica della tua amata.
Lo so cosa state pensando: 'sta tipa è strana se prima detesta l'amore e poi si scioglie per una semplice frase; ma è proprio questo il punto, sono un paradosso vivente, non so mai quel che voglio, un attimo prima sono più acida di Mercoledì Addams e poi sono come un orso pupazzo che abbraccia qualsiasi cosa.

-avrei un po' di fame-
Che approfittare, vuoi pure mangiare?!
-ti direi di fare come fossi a casa tua, ma lo stai già facendo-
Alza le spalle e si dirige in cucina.

-ti va bene pizza?- domanda dopo dieci minuti.
Annuisco e prendo una fetta dal piatto.

-sei sporca di pomodoro- passa con delicatezza il pollice sull angolo della mia bocca.
Ancora quella scossa.
Balbetto un 'grazie' e continuo a mangiare la pizza.

Finita la pietanza lui si accende una sigaretta.
-non qui, che dopo fai puzza in tutta la casa-
-sai che se un uomo sbuffa il fumo in faccia ad una donna significa che lui vuole fare l'amore con lei- mi informa ignorando il mio avviso.
Lo guardo confusa e lui mi sbuffa il fumo addosso.
Ah, cazzo.
Non so come interpretare questo gesto.
-che c'è dentro quella sigaretta, illuminami- lo sfotto.
-guarda che è un fatto dimostrato- si difende con la vocina acuta.
-sisi come ti pare, ormai c'è puzza ovunque quindi, passami la sigaretta: ho voglia di un tiro-
Mi porge la Camel e faccio un paio di tiri lasciandomi tutti i problemi e le preoccupazioni alle spalle mentre mi rilasso.

Non so come, tutto in due secondi, mi ritrovo distesa con le labbra di Giulio appiccicate alle mie e le sue braccia ai lati della mia testa.
Per quanto mi costa ammetterlo, bacia davvero bene.
Nonostante io ora mi senta come in paradiso, c'è una piccolissima parte di me che spera che in questo istante entri Alessandra, cacci Giulio e mi dica un sacco di parole per questo torto che sto facendo alla mia amica Linda; comunque proprio non riesco a trovare niente di sbagliato, eppure sto diventando una di quelle ragazze che ho sempre odiato.

Anche se questo è una delle azioni più peccaminose che ho compiuto in tutta la mia vita, mi sento bene, felice, desiderata.
Tutto ciò è il contatto più intimo che ho avuto dopo mesi e mesi, nulla a che vedere con il sesso, ma è un semplice scontrarsi di labbra e denti, soprattutto anche uno sfregarsi di corpi e cuori, l'uno contro l'altro come se non ci fosse quel sottile strato di pelle a dividerci.

-no- mi stacco da lui producendo uno schiocco molto forte.
Apro gli occhi: perfetto sono seduta a cavalcioni su di lui e le sue mani sono sul mio sedere.
-no cosa?- sembra confuso.
-allora non ci arrivi, sei fidanzato ed io non sono quel tipo di ragazza-
-in che genere di ragazza dovresti trasformarti?-
-in quel tipo che ruba i fidanzati, senza cuore che se ne va subito: insomma una rovina relazioni-
-come sei esagerata- passa un braccio sopra le mie spalle.
-non dobbiamo mai più farlo- appoggio la testa sul suo petto.
'E non dovremmo nemmeno stare così vicini' aggiungo con la mente, però stare accanto a lui, in un modo o nell altro allevia la vergogna e solitudine.

-forse è meglio che vada- annuncia mentre si alza.
Lo accompagno fino alla porta.
-non raccontare a nessuno cos'è successo stanotte- gli raccomando.
-raccontare cosa? Non è successo nulla-
Mi fa l'occhiolino e giuro che in questo preciso istante il mio cuore s'è sciolto.
Elena, cosa vai blaterando. Non devi pensare a lui in quel modo, in qualsiasi altro modo: sei una persona per bene.

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