capitolo 10.

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-forse è meglio andare in camera mia: è il posto migliore dove prende il WiFi- inforno tutti.

Faccio strada e dico agl'altri di accomodarsi pure sul letto.

Apro subito il sito di Alitalia, per controllare i voli diretti disponibili, da Milano a Londra.

-potremmo prendere l'aereo il ventidue e tornare il ventisei: ovvero da giovedì a lunedì- annuncio dopo quelle che mi sembrano ore.

-sarebbe perfetto, così avremmo anche il tempo di visitare la città- dice Linda.

-La Linda ha ragione, ho sempre sognato di visitare Londra- pensa ad alta voce, Carlo.

Istintivamente guardo il riccio, ricordando il suo disprezzo verso questa nostra abitudine.
Poi scopro che anche lui sta fissando me.

Ora sono sicurissima che le mie guance siano color peperone.

-perfetto, ma dove dormiamo?- chiede Giulio quando sembra essere sceso dalle nuvole.
-che domande, a casa dai miei parenti- rispondo.
-sicura che non disturbiamo?- domanda conferma Linda.
-non preoccupatevi, la casa è grande con moltissime stanze non utilizzate-

Il riccio si lascia andare di schiena sul letto e allunga le gambe sopra quelle di Linda, provo uno strano dolore al cuore.
Che sia gelosia?
No, non sono innamorata di Giulio.
Almeno penso.

Poi prende, da sotto la testa, il mio cuscino e lo pressa contro la sua faccia.
-ho male alla testa- borbotta con la voce attuttita dalla piuma.
-vuoi un'aspirina?- domando.

Mi sembra che abbia annuito, quindi pochi minuti dopo torno con un bicchiere d'acqua in una mano e l'aspirina nell'altra.

Gli solletico [N/A: bho, non so quanto sia corretta la grammatica ma io sono trasgre] una parte del collo lasciata scoperta sia dalla felpa che dal cuscino, per attirare la sua attenzione; infatti scaraventa via il cuscino e blocca il mio dito tra il suo indice e pollice.

-ti ho portato l'aspirina-
-grazie- afferra i due oggetti dalle mie mani.
-Giulio- lo richiamo.
-si?-
-il dito- alludo.
Subito si ricorda e molla il mio indice.

Nel mentre sia Linda che Carlo ci stanno osservando confusi.

Torno seduta sul mio letto per decidere quali monumenti londinesi potremmo visitare per i giorni della nostra permanenza nella capitale britannica.

-io devo tornare a casa chè domani lavoro- dice Carlo.
-esatto anch'io- segue a ruota Linda.
-Giulio... Giulio... Giulio- lo scuoto un po'.
-dorme- annuncio ai due ragazzi.
-ti dà fastidio se rimane qui a dormire?- domanda la bionda.
-no, certo che no-
-grazie mille, davvero-

Saluto la mia amica e il mio 'fidanzato', indosso il pigiama e mi strucco; poi torno in camera mia.

Vorrei dire al riccio che sta dormendo nel mio lato del letto, ma è così tenero mentre dorme: con i ricci che gli ricandono morbidi sulla faccia, la mano appoggiata alla guancia e la bocca semiaperta.
Poi i suoi occhi... Ah quegl occhi... Aspe'?! Gli occhi, o diamine si è svegliato.
-so di essere bello ma così mi sciupi-
Sobbalzo.
-da quant'è che sei sveglio?-
-non mi sono mai addormentato-
-che?-
-volevo dormire con te-
Fa un sorrisino da bambino sadico ma adorabile.
-allora, dormiamo?- continua.
-sei coricato dalla mia parte del letto, levati-
-no. Questa parte ha il tuo profumo che mi aiuta a dormire-
Questa è la cosa più dolce che un ragazzo mi abbia mai detto penso tra me e me.
-va bene- sbuffo.

Si toglie la maglietta, i pantaloni e li appoggia sulla sedia difronte alla scrivania.

Cerco di non guardare e di non arrossire, anche se è difficile.
Poi torna al mio fianco.

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