Capitolo 14.

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Mi sveglio il giorno dopo con ancora Luca abbracciato.
Muovo il braccio libero alla mia destra e tasto la zona del letto.
Non c'è nessuno, forse Giulio è tornanto a dormire in camera sua.
A fatica mi allontano dal bambino e scendo le scale per fare colazioni.

Come ieri, il cielo è nuvoloso e minaccia pioggia.
Come al solito trovo mia zia Elisabeth, la quale ha preparato la colazione.
Non vedo Giulio e sto iniziando a preoccuparmi seriamente.
-he is in the garden-
(Lui è in giardino)
-who?-
(Chi?)
-your friend- fa le virgolette.
(Il tuo amico)
-thanks-
(Grazie)

Vado nel patio, scendo le scale e lo trovo nel giardino a camminare, accanto al laghetto con i pesci rossi.

-anche a me piaceva un sacco questa parte quando ero piccola-
Sussulta e si gira.
-che ci fai qui?- sembra incazzato.
-fino a prova contraria io ci abito-
-giusto- dice e se ne va.
Ma quali problemi lo affliggono?!
***(è il giorno della partenza per Milano)
Uffy, abbiamo passato i restanti giorni della nostra permanenza chiusi in casa a causa della pioggia.
Giulio non mi rivolge la parola e non ho idea del motivo, so solo che mi fa male non poter parlare con lui.

Ora sono in aereo; non sono seduta accanto al ragazzo che mi odia, c'è un vecchietto tra di noi.

-si vede che lui ti cerca con lo sguardo- dice ad un tratto l'anziano con uno spiccato accento britannico.
Mi domando come faccia a sapere che sono italiana.
-come prego?-
-si vede che avete litigato ma lui ti cerca lo stesso-
Vorrei dirgli che non siamo fidanzati e anzi, non dovremmo nemmeno essere amici perché stiamo entrambi con delle altre persone.
Chissà perché Giulio se ne sta zitto, senza intervenire.
Mi sposto per vederlo: è addormentato con le cuffie nelle orecchie, è adorabile.
Ma non aveva paura di volare?
-lei pensa?-
-ne sono certo-
Arrossisco.
-vi ho visto sul volo dell'andata, eravate abbracciati, vero?-
-mmh-
-bhe, anche io e la mia Raffaella eravamo come voi-
-Raffaella?-
-si, la mia defunta moglie- si rabbuia.
-oh mi dispiace-
-non preoccuparti, è stato molto tempo fa-
-non è obbligato a raccontarmela-
-lo so, ma voglio-
-okay- sussurro.
-sai, ogni giorno che trascorreva in ospedale le compravo un mazzo di rose bianche, come al nostro primo incontro, così per due anni-
-wow-
-già ormai il fioraio sapeva il mio nome- cerca di sdrammatizzare la situazione.
Ridacchio appena.
-io sono londinese e lei era di Milano, quindi passavamo moltissimo tempo sugli aerei abbracciati: proprio come voi-
-se posso chiedere come mai sta andando a Milano?-
-domani sono dieci anni dalla sua morte, dieci anni senza di lei-
Annuisco comprensiva e appoggio la testa sul finestrino.

Chissà come sarebbe la mia vita senza la presenza del riccio.
Di sicuro meno tormentata, più tranquilla; però so che mi mancherebbe quel tocco di imprevedibilità che lui rappresenta.
Chi mi manderà fuori dai gangheri.
Chi mi bacerà con quel desiderio.
Forse se lui non ci fosse stato, non avrei dovuto mentire a Linda.

La voce robotica dice di allacciare le cinture perché stiamo per arrivare.

Quando arriviamo, vedo con la coda dell'occhio il riccio svegliarlo improvvisamente.

Scendiamo dall'aereo e ci dirigiamo dentro all'aeroporto.
Prendiamo le valigie e andiamo verso l'esterno.

Un ragazzo molto alto, biondo e con gli occhi verdi, si sta dirigendo nella direzione opposta alla nostra e per sbaglio ci scontriamo.
-scusami bellezza-
-fa nulla- balbetto.
-coglione- sussurra il riccio.
Mi scocca un'occhiata maliziosa e se ne va.

-mi dici che problemi hai?- sbotto.
-quello ci stava provando spudoratamente con me accanto-
-quindi mi stai dicendo questo dopo tre giorni in cui mi hai ignorato-
-avevo un buon motivo- sussurra e abbassa la testa.
-e allora dimmelo-
-cazzo, hai detto a tuo fratello che eravamo amici!-
-sei serio? Mi sono scervellata giorno e notte per capire che avessi e poi mi dici questo!- cerco di non urlare.
-ti sembra una stupidaggine, ma non lo è perché io...-
Si guarda intorno prima di baciarmi con foga.
All'inizio rimango rigida e poi ricambio il bacio.
Tutto intorno a sembra essere sparito; come se fossimo imprigionati in una bolla.
-Elena- sento singhiozzare.
La bolla esplode e vedo accanto a noi Linda e Carlo, lei singhiozza.

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