capitolo 5.

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Non esco di casa per i successivi giorni, più o meno una settimana.
Forse per non incontrare Giulio o Linda, forse per la febbre a 40 che mi è venuta.
Comunque in questo periodo ho avuto modo di cambiare colore di smalto ben quattro volte; ora sono laccate di nero opaco.
Bhe, è ora di uscire, ho già perso troppe lezioni.

Indosso una maglia a righe bianche e nere, dei leggins neri, le Superstar bianche con le striscette nere e il mio impermeabile grigio.
***
Wow, non credevo fosse così difficile tornare tra i banchi dopo una settimana.
Se tornare a studiare è complicato, non lo deve essere tornare a fare festa nel weekend.
Questa sera dei miei amici danno un party a casa loro, hanno detto che sarà una festa in maschera; che cosa infantile blah!
Vabbe, mi hanno invitato e devo andarci.

Mi fermo in un bar per pranzare, ordinando una cotoletta e una Coca-Cola.

Prima di tornare a casa, passo per il negozio di parrucche a ritirare la mia composta da fili neri e lisci, molto realistici.

Appena apro la porta di casa trovo Alessandra seduta sul divano.
-mi aiuti con il costume. Mi aiuti con il costume. Vero?- si alza di scatto.
-emh...okay-

Andiamo in camere sua, dove sono appoggiati vari costumi; recuperati dio solo sa dove: uno da vampiro, uno da fatina e l'ultimo da carcerato.
-quale scelgo?-
-sei tu che devi scegliere. Però ti consiglio quello da vampiro-
-anche io stavo pensando a quello- fa una risatina.

Indossa il costume... Bhe il costume, il reggiseno e gli shorts un po' strappati e simil insanguinati.

Poi la trucco mettendo in risalto la sua pallidezza e creo un'ombreggiatura sulle guance per farle sembrare incavate.
Si posiziona i denti finti e lei è pronta. Rettifico: lei, io sono ancora in leggins e maglietta.

Indosso il mio vestito nero con il colletto bianco e i dottor Martínez neri.
In bagno, passo qualcosa come una tonnellata di cipria, un po' di ombretto nero sotto gli occhi per simulare delle occhiaie, faccio due trecce laterali alla parrucca e il mio travestimento da Mercoledì Addams è completo.

Ormai si sono fatte le 22, sì ci siamo preparate con molta calma.
Prendiamo l'auto di Ale e andiamo a casa di questi nostri amici.

Già dal parcheggio si sente la musica a palla.
Entriamo dentro; alla faccia della festicciola, c'è più gente qui che nella mia università...Elena pensa a divertirti per stasera.

-ciao!- mi abbraccia qualcuno.
E io detesto gli abbracci.
Quando si stacca capisco chi è: Giulio.
-emh...ciao- saluto con la mano.
Tutto questo sotto lo sguardo incredulo di Alessandra.
Oh cazzo è vero, lei è una sua fan: ora mi torturerà di domande su come ci siamo conosciuti e sul fatto che lui ha abbracciato me e non lei.
-Ale, lui è fidanzato della Linda- li presento.
-Ale...- la richiamo visto che mi sembra incantata.
-c- ia-ao, p-piac-cere-
Si stringono la mano e posso giurare di aver visto le guance della mia amica diventare di un rosso acceso, stravolgendo completamente il trucco.

Dopo essersi presentati, lei va via chiamata da Sergio il suo moroso: un tipo alto, palestrato con più gel nei capelli rossi che lentiggini sul viso. Sarebbe anche carino, se non avesse quell'insopportabile 'r' moscia che mi dà tanto sui nervi.

-allora... Non ti ho visto durante questi giorni- si gratta il collo imbarazzato.
-mi hai cercato per caso?-
Come rigirare una frase...
-no, certo che no, è che abitando vicini mi faceva strano non vederti-
-nemmeno prima ci vedavamo, comunque sono stata chiusa in casa con la febbre a 40-
-ah, pensavo per quello che successo quella sera...nel senso...il bacio e-e tutto il resto- continua sempre più imbarazzato.
-tranquillo non è successo nulla, è stata solo una debolezza...cioè, mica siamo innanorati- ridacchio improvvisamente nervosa.
Annuisce.
-da che sei vestito?- cerco di sviare l'argomento.
-da Pugsley Addams, non si capisce?-
Solo ora nota la maglietta a righe bianche e nere e i jeans a pinocchietto.
Ah vabbe, sono solo coincidenze!
-tu invece...fammi indovinare, da Mercoledì Addams?-
-sì- rispondo acida.
-bhe non stai male, ti donano i capelli scuri-
-grazie(?)-
***
E fu così che ci ritrovammo a bere sul divano, okay no!
Siamo solo seduti su uno dei divanetti a parlare del più e del meno con un drink in mano.

-secondo te la tipa dietro di te è scopabile?-
Faccio una faccia indignata.
-pensavi veramente che non volessi portarmi a letto una?-
Okay, contento lui.
Mi giro senza dare nell occhio. Giulietto, le belle ragazze le noti ma non i dettagli: ha l'anello di fidanzamento.
-fidanzata- sentenzio sorseggiando il mio drink scadente.
-impossibile. Dovevi vedere le occhiate che mi lanciava prima-
Sento qualcosa nascermi dentro, una specie di dolore.
-io ci provo lo stesso, al massimo ottengo due di picche-
Alzo le spalle e continuo il mio drink.

Poco dopo torna Giulio, con la maglietta fradicia.
-hai ragione, era fidanzata-
Rido.
-dai vieni in bagno ché hai tutta la maglia sporca-
Lo prendo per mano e lo trascino in bagno.

Prendo un piccolo asciugamano, lo bagno e tampono la grande macchia di vino rosso.
-che t'aveva detto?- cerco di fare conversazione.
-io intanto le ho detto un paio di cose carine all orecchio, lei all'inizio ci stava poi ha iniziato ad urlarmi contro che era fidanzata, che ero in porco e mi ha lanciato il bicchiere di vino addosso-
Rido.
-è fortunato chi riesce a capirvi voi donne-
Non rispondo e continuo a pulire.
Forse è vero che siamo complicate, ma sono gli uomini che ci confondono le idee.

-sai è eccitante avere il tuo respiro sul collo-
Arrossisco come un peperone.
-scemo- gli tiro un pacca sul petto.
-ho finito- annuncio poco dopo.

Cerco di spostarmi da lui ma qualcosa me lo impedisce: la sua catenina è incastrata nel mio vestito.

Sbuffo e cerco di slegarle ma Giulio continua a muoversi.
-non muoverti-
-e chi si muove-
Sposta le trecce dal viso, portandole dietro le spalle; ne segue tutta la lunghezza con le dita, fino al mio sedere e ci appoggia sopra le mani.
Perfetto: di male in peggio.
-non ce la faccio se continui a guardarmi con quel sorrisetto spastico e leva quelle mani-
-no-
-idiota- sussurro pianissimo.
-ehy ti ho sentito!- dice prima di tirarmi uno schiaffetto sul fondoschiena.
-ahia!- sussulto, avvicinandomi involontariamente a lui.
Mi lancia uno sguardo malizioso.
Squadro la posizione in cui siamo messi: ci saranno più o meno due centimetri di distanza dai nostri busti, però le gambe sono avvinghiate in uno strano groviglio e i nostri interni coscia si sfiorano.

Riprendo tra le mani la collanina e il colletto del vestito.
Smanetto un po' e alla fine ce la faccio a staccarli.
Faccio per staccarmi da lui ma riesce a tenermi ferma con le mani ancora appoggiate sul mio sedere.
-levati- sussurro vicinissimo a lui.
-lo sai anche tu che non è quel che vuoi-
Rimango spiazzata.
Senza che me ne renda conto le sue labbra sono di nuovo sulle mie; questa volta con più desiderio e passione.
Mi sbatte contro il muro piastrellato del bagno, bloccandomi tra esso e il suo corpo, premuto contro il mio.

Poi le sue labbra scendono fino ad arrivare al mio collo.
-fermo!- lo blocco.
-daje ancora con la storia 'facciamo del male a Linda'-
-no... Anche quello, ma io sono molto paranoica e vado in iperventilazione se qualcuno mi tocca il collo- spiego abbassando la testa.
È sempre stato un tasto dolente questo: le mie paure.
-non preoccuparti, ognuno ha le proprie fobie- mi consola prendendomi il mento tra indice e pollice.
Annuisco.
Mi lascia vari baci a stampo sulle labbra.

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