Quel lunedì ricevette il permesso dal professor Urban di poter tornare a nuotare. Non vedeva l'ora. Le mancava così tanto sentire quel formicolio al braccio che decise di chiedere un permesso speciale a William per entrare in piscina dopo le lezioni. Sì, le mancava sentirsi diversa, "speciale".
Entrò in acqua ed aspettò. Fu leggermente doloroso, ma appena la trasformazione fu completa non ci pensò più. Non era grande quanto il mare, ma quella piscina le bastava per sfogarsi. Le sembrava di essere tornata bambina, quando doveva aspettare dei mesi per poter andare al mare o in piscina.
H.<<Non vedevo l'ora...il che è strano...i primi giorni odiavo questa situazione... ora invece...>>
Si immerse completamente e fissò la sua pinna. Le sembrava di vedere delle piccole cicatrici chiare sulla parte violacea della punta.
H.<<Ero talmente terrorizzata che non me ne sono neanche resa conto...>>
Le tornò in mente l'episodio. La sua mente fece come uno zoom sul pontile. Le sembrò di rivedere la scena dal vivo, ma da più vicino. E le sembrò anche di vedere una smorfia di terrore sul viso del ragazzo che accorse a salvarla.
H.<<Adesso che ci penso, non l'ho ancora ringraziato sul serio...>>
Vide un'obra passare in volo sopra la piscina. Lentamente tornò in superficie e riconobbe la ragazza dal vestito celeste.
H.<<Arina?>>
A.<<Haru! N-non ti avevo vista scusami>>
Lo spirito si sedette sugli scalini asciutti e fissava la compagna di classe.
H.<<Che ci fai qui?>>
A.<<Ecco...facevo un giro per la scuola...tutto qui...>>
Era un po' malinconica, lo si sentiva dalla sua voce. Haru le si avvicinò e si appoggiò agli scalini con le braccia.
H.<<È tutto ok?>>
Arina rimase in silenzio per un po', poi guardò la fine del suo vestito.
A.<<Sai...quando ero viva...avevo una coda stupenda...>>
Haru rimase a bocca aperta.
H.<<Eri una sirena...>>
A.<<Sì...la livrea della mia pinna era simile alla tua, solo che al posto del viola c'era un celeste simile a questo vestito>>
Faceva fatica a trattenere le lacrime, Haru riuscì a prenderle una mano e Arina gliela strinse.
H.<<Mi dispiace tanto Ari...>>
La spiritella guardò l'amica negli occhi.
A.<<A-Ari?>>
H.<<Sì, pensavo che un'amica deve avere un soprannome...se il nome lo permette>>
A.<<...amica...grazie Haru>>
Finalmente un sorriso apparve sul suo volto.
A.<<...Haru, vuoi sapere la mia storia?>>
H.<<Non voglio obbligarti>>
A.<<Sei tanto gentile...ma le altre la sanno...manchi solo tu>>
H.<<Come vuoi Ari>>
A.<<Devi sapere che...è colpa di un umano se ora...sono in questo stato...>>
Haru rimase a bocca aperta, ma non commentò. Le lasciò tutto il tempo per raccontare senza fiatare.
A.<<Un umano mi notò su degli scogli, una notte. Non pensavo che qualcuno uscisse a quell'ora, così emersi per guardare la luna. Sul fondo del mare trovai un'arpa, così la portai con me per sentirne il suono. Mi misi a cantare, quell'umano rimase lì ad ascoltarmi per chissà quanto tempo. Quando mi accorsi della sua presenza prendemmo paura entrambi, ma mi fece provare qualcosa di nuovo. Ci conoscemmo, ci trovammo quasi tutte le notti. Dopo qualche settimana, portò con se dei suoi amici...ma decisero di catturarmi...non so bene cosa successe, ma qualcosa andò storto. Persi i sensi prima che potessero portarmi nel villaggio. Quando mi risvegliai...non sentivo più nulla...vidi il mio corpo diviso in due appoggiato su delle tavole di legno...lo vidi dall'alto, dall'esterno...ero già in questo stato e dai miei fianchi grondava sangue...quando rividi quei maledetti umani, sentii qualcosa bruciarmi dentro, il mio corpo svanì lasciandomi lì come spirito...li ho perseguitati fino alla loro morte...>>
Haru non sapeva cosa dire, si preoccupò quando Arina cominciò a ridere in modo strano e il suo vestito cominciava a macchiarsi di rosso, sporcando anche l'acqua.
H.<<A-Arina?>>
La spiritella si sollevò da terra, delle lacrime rosse le rigarono le guance.
A.<<Perdonami...mi succede ogni volta...scusami>>
Si fiondò attraverso il muro e se ne andò senza dire altro.
H.<<Mi sento in colpa...avrei dovuto fermarla...>>
Quello che credeva il sangue della ragazza svanì quasi subito.
H. <<Forse il fatto della mia coda ha fatto peggio...mi dispiace un sacco Arina...>>
Uscì dalla piscina, aspettò di tornare normale e andò a farsi la doccia negli spogliatoi. Quando tornò nell'edificio principale, Haru andò in biblioteca e chiese a Terrence di darle una mano.
T.<<Che cosa ti serve?>>
H.<<Vorrei sapere la differenza tra spirito e fantasma>>
T.<<Ah ma è semplice: il fantasma in vita era umano, lo spirito no. Infatti, Arina era una sirena, mentre Philip e Morgan erano umani. Ma in termini di abilità non c'è molta differenza>>
H.<<Grazie mille professore>>
T.<<Non c'è di che. Vieni pure quando hai bisogno>>
Haru salutò e tornò nella sua stanza, si cambiò e aspettò l'ora di cena disegnando.
D.<<Haru? Ci sei?>>
H.<<Eh? Cosa?>>
D.<<Sei assente...che è successo?>>
Arina non si vedeva in mensa. Forse vagava da qualche parte da sola.
H.<<Arina mi ha raccontato cosa le è successo...>>
D.<<Oh...capisco...era da un po' che non ne parlava...forse il fatto che tu sia anche mezza sirena le ha fatto riaffiorare i ricordi>>
H.<<Mi dispiace un sacco per lei...è odioso come gli umani devono confermare la presenza diqualcosa di diverso catturandolo e/o uccidendolo...mi faccio schifo se penso di esserlo stato>>
Diana le prese la mano e la strinse.
D.<<Tu sei diversa...sono sicura che tu non lo avresti fatto>>
H.<<Hm...forse hai ragione>>
Dopo cena Haru rimase un po' al buio nella sua stanza a guardare le stelle. Quando si coricò, nel suo sogno le sembrò di vedere Arina vagare forse in un cimitero abbandonato e in mezzo a degli alberi una croce di legno piantata nel terreno. Lo spirito ci si avvicinò e la sfiorò facendola illuminare. Le sembrava di essere lì con lei, ma quando provò a chiamarla non ricevette risposta. Arina si allontanò ed andò sopra ad un lago, per poi immergersi e sparire.
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What's happening?!
FantasyHaru Miura, una ragazza che, poco prima di cominciare la quarta superiore, comincia ad avere degli strani "sintomi": incubi tutte le notti e sempre meno controllo della rabbia. Un giorno di metà novembre "scoppia" e scopre di avere una sete che non...