Capitolo 18

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Appena l'auto partì, Haru fece un sospiro liberatorio.

W.<<Allora? Com'è andata?>>

H.<<Bene...direi...credevo di esplorede>>

W.<<Hm?>>

H.<<Avrei voluto raccontare tutto a Yui e ai miei genitori...ma mi avrebbero preso per pazza>>

W.<<Ti capisco...ma col tempo ti ci abituerai>>

H.<<Come con tutto il resto in fondo...>>

Guardò fuori dal finestrino per tutto il tragitto. Fissava il vuoto, non si accorse però, quando si fermarono, che non erano a scuola. Quando la ragazza scese dall'auto, sentì sotto le scarpe come uno scricchiolio. Era sabbia.

H.<<Ma dove siamo?>>

W.<<Credo tu conosca questa spiaggia>>

Haru si guardò attorno. La sabbia era chiara, il mare limpido, l'aria le accarezzava il viso, come se volesse dirle: "Bentornata". Ci mise un po', ma alla fine la riconobbe.

H.<<È la spiaggia in cui venivo da piccola...>>

Riconosceva le case per le vacanze, riconosceva la sua. E riconosceva il chioschetto-bar. Quello dell'estate di dieci anni prima. Ora distrutto.

W.<<Tieni -schioccò le dita e fece apparire la borsa- Mi sono permesso di chiedere a Diana di prenterti il costume...così se hai voglia puoi andare con gli altri>>

Haru prese la borsa, ringraziò il preside con un sorriso e corse a cambiarsi, mettendosi il costume, una maglia maniche corte sopra e un paio di infradito. Era fine novembre, ma la temperatura era comunque l'ideale per un bagno. Quel posto sembrava magico.

Quando tornò sulla spiaggia, vide una figura vestita di nero seduta sulla base di cemento del vecchio chioschetto che guardava qualcosa sulla sabbia. Fece un respiro profondo e si avvicinò.

H.<<Sai, sto male quando vedo qualcuno starsene tutto solo...>>

J.<<Ah sì? Ma tu sei la prima a stare da sola>>

H.<<Lo so, ma a me piace stare da sola>>

J.<<Ogni tanto ci vuole...>>

Il ragazzo guardava in una buca che aveva scavato. Ad Haru si illuminarono gli occhi quando vide le conchiglie che aveva sotterrato dieci anni prima insieme a quel bambino che, ora cresciuto, le era seduto davanti.

H.<<Non posso crederci...sono ancora qui>>

La ragazza si accovacciò e ne prese qualcuna.

J.<<Te le ricordi?>>

H.<<Certo che le ricordo! E ricordo anche i nostri disegni sulla sabbia. E i tuoi erano molto meglio dei miei>>

Lei sorrise guardando le conchiglie. Joker si alzò ed andò a camminire vicino all'acqua, tenendo le scarpe in mano. Haru gli si avvicinò, ma venne come attirata e si sedette dove arrivavano le onde.

Qualche secondo dopo, un formicolio al braccio e le gambe le si trasformarono nella sua coda azzurra e viola. Erano vicini ad un pontile di roccia, così Haru, dopo aver guardato Joker, si immerse ed andò a sedersi sulla punta del pontile. Lui la seguì, ma per via terrena. Appena si fermò, William li richiamò. Haru, però, sentì qualcosa di pesante e ruvido caderle sulla coda. Trattenne a fatica un gemito di dolore.

Joker stava tornando indietro mentre lei cercava di liberarsi dimenandosi, ma niente. Haru si girò terrorizzata verso il ragazzo che, per uno strano motivo, si girò nello stesso momento e, vedendola in quello stato, corse sulla spiaggia, si tolse cravatta, camicia e scarpe e si tuffò in acqua.

Quando la raggiunse, Haru non riusciva a trattenere le lacrime. Non si era accorta del sangue che cominciava a sporcare l'acqua. Joker si immerse e , dopo qualche tentativo, riuscì a spostare la roccia che aveva procurato dei tagli sulla coda della ragazza. La tensione in lei si sciolse e lasciò uscire dalla bocca un gemito di sollievo.

Il ragazzo le mise un braccio dietro la schiena e uno sotto la coda, cercando di non farle male, e la riportò sulla spiaggia. Haru sentì una scossa attraversarla fino a metà tragitto, mentre rimaneva aggrappata con le braccia dietro al collo lui. Poi le braccia cedettero e lei perse i sensi. Si risvegliò stesa su un telo, le gambe non erano ancora tornate, il professor Urban aveva cominciato lo stesso a medicarla, quel poco che riusciva. Haru vide Diana parlare con Joker e tornare quasi subito.

D.<<Hey...come va?>>

H.<<Non credo poi così bene...>>

Il dolore la fece ricominciare a piangere. Non aveva il coraggio di guardare. Quando riuscì a tranquillizzarsi un po', William la fece fluttuare come quella volta in auto e la fece stendere sul sedile in fondo all'autobus, facendole appoggiare la testa sulle gambe di Diana.

D.<<Mi hai fatto prendere uno spavento enorme! Soprattutto quando ti ho vista in preda al panico e Joker lì che ramenava sott'acqua. Ma che è successo?>>

H.<<Una roccia deve essersi staccata dal pontile e mi ha schiacciato la coda...>>

D.<<Ahio...beh...per fortuna Joker ti ha vista, sennò chissà cosa sarebbe successo...>>

H.<<...Joker...grazie...>>

Chiuse gli occhi, un formicolio al braccio e la coda si ritrasformò. Arrivati a scuola, si accorse che i tagli sulla coda si erano trasferiti su caviglie e polpacci.

U.<<Dovrai stare a completo riposo per un po'. Minimo due giorni. Niente lezioni e niente attività pomeridiana. Riposo assoluto>>

W.<<Diana, portale tu da mangiare dalla mensa. Fatti dare una mano da chi vuoi>>

D.<<Ok capo>>

Dopo essere stata portata in camera sua e posata sul letto, Haru si lasciò cadere in un pianto di sfogo.

D.<<Hey hey!! Che c'è?! Haru... -si sedette di fianco a lei e la strinse in un abbraccio- hey...è tutto ok...passa tutto...e poi, con i rimedi di Urban, non ti rimarrà nemmeno un segnetto! Guarda la tua guancia>>

Haru si asciugò le lacrime e cercò di tranquillizzarsi. Mise un po' di musica mentre Diana andò a prenderle qualcosa per la cena. Mangiarono insieme, chiacchierando e cercando di non pensare all'accaduto.

D.<<Bene! -disse stiracchiandosi- meglio andare a nanna. Domani prenderò appunti anche per te>>

H.<<Grazie mille Diana>>

La mutaforme aprì la porta e vide un mazzetto di piccoli fiori azzurri-violetti.

D.<<Haru...un altro>>

H.<<Cosa?>>

Diana mostrò all'amica i fiorellini. Lei li annusò e rimase perplessa.

H.<<Sembra rosmarino...>>

D.<<Magari anche questo ha un significato>>

Haru prese il telefono e fece una veloce ricerca. Fiori di rosmarino: il ricordo. Le vennero in mente le conchiglie. Tra sé e sé pensò: "...non può essere...sarà una coincidenza...non può essere lui..."

H.<<Li puoi mettere insieme alla rosa per favore?>>

Diana fece come richiesto, poi salutò l'amica ed andò a dormire, lasciandola al buio e già coricata.

H.<<...non può essere lui...insomma...non ha fatto altro che evitarmi...anche se...no...era lì...insomma...cavoli...non so più cosa pensare...>>

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