Capitolo 3

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Il sogno...

Stranamente é tutto buio,non vedo niente. Comincio a camminare per cercare qualcosa che mi faccia capire dove caspita sono.

Piano piano le immagini del posto si fanno più chiare.
Sono a casa mia,al piano di sopra,di fronte ad una stanza.

Da quella stanza sento provenire dei singhiozzi. Afferro la maniglia e stranamente la porta é aperta,entro e davanti a me una camera da letto messa sotto-sopra: il letto a destra é disfatto,la scrivania a sinistra é tutta piena di fazzoletti e fasce sporchi mentre nelle menzole in alto ci sono fotografie messe alla rinfusa....alcune a terra rotte...davanti a me un balcone chiuso,le tende sono aperte e in questo modo fanno entrare i raggi della luna.

Mi accorgo solo ora di un ragazzo seduto ai piedi del letto...in mano tiene un coltellino svizzero e il suo volto é rigato dalle lacrime.

Io sono fermo lì... sulla soglia della porta...il ragazzo non sembra accorgersi della mia presenza,mentre io stranamente non riesco a muovere un muscolo.

Vedo il ragazzo avvicinare il coltellino al suo polso e tracciare lì una linea. Le sue mani tremano ma intanto la linea che traccia nel suo polso é dritta...come se stesse disegnando nella sua pelle.
All'improvviso si prende la testa fra le mani e inizia a piangere più forte di prima.

Ma perché?
Perché io resto fisso a guardarlo?
Perché non riesco a muovermi?

Lentamente il ragazzo si alza,barcollando un po si lascia cadere sulla sedia della sua scrivania e comincia a scrivere su un pezzo di carta. Il sangue continua a colare dai suoi polsi,alcuni schizzi finiscono sul pezzo di carta bianco di conseguenza macchiandolo.

Ha smesso di piangere,forse si é calmato.

Non riesco a vederlo bene in faccia,i suoi capelli coprono gli occhi...ma...nonostante il viso non lo vedessi bene,mi potei accorgere di un sorriso...un sorriso malinconico...triste.

Dopo un po si alzò dalla sedia su cui era seduto e si avvicinò al balcone per aprirlo.

Una dolce folata di vento scompigliò i capelli del ragazzo...restò un minuto fermo per farsi accarezzare dal vento...ma poi proseguì e salì sul cornicione e io solo ora mi resi conto di quello che voleva fare...

Spalanco gli occhi.
Voglio fermarlo,ma la voce non mi esce e i muscoli non vogliono sapere di muoversi.

Mi tocca stare lì a fissare il ragazzo compiere il suo ultimo gesto.

Lo vedo girarsi verso la mia direzione e una lacrima solitaria gli riga il volto.
Solo ora posso notare il viso delicato,le labbra carnose e leggermente screpolate e...i suoi occhi verdi.

Il ragazzo dagli occhi verdi sorrise un'altra volta...stavolta amaro era il suo sorriso...poi di colpo il suo sguardo ai fece serio e sembrava essersi accorto della mia presenza...infatti mi fissa negli occhi e lì... mi sento morire...mi guarda con tristezza mista con rabbia e odio.

Cosa gli ho fatto per guardarmi cosi?

-Aiutami

-NO!-la voce sembrava essermi tornata di colpo e tesi un braccio in avanti come per fermare il ragazzo che ormai si era buttato...

"É morto e io non ho potuto fare niente."
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Mi sveglio di scatto in camera mia. Ho il respiro affannato e sudo freddo.

Controllo la sveglia e noto che sono le 02:00 di notte.

Mi tiro indietro i capelli corvini mentre i miei occhi restano sgranati. Penso al sogno di prima.

Destinazione Paradiso... (ERERI)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora