Capitolo 1.

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Era il 18 Marzo del 2008 che la passione per la danza, si fece spazio dentro me. Tutte quelle foto, di ballerini famosi, mi passavano per la mente, fatto sta che decisi di fare la mia prima prova ad un accademia qui a Seattle. Ero piccola, e non mi andava di incominciare da un accademia. Avrei voluto solo andare in quelle solite sale, o in qualche palestra. Ma mia madre voleva il meglio per me, o almeno credo.
Ora, che ho diciotto anni, continuo ancora. E sto cercando di inseguire il mio sogno: quello di diventare una ballerina professionista e mostrare alla gente quello che so realmente fare.

"Abbie, ci conviene correre, o arriverai in ritardo a scuola." Mamma mi urlò dal salotto.

Io di corsa feci lo zaino e scesi. Il primo giorno di scuola mi mette letteralmente in ansia. E soprattutto in un altro paese. L'accademia sta fallendo in tutti i sensi, fatto sta che ci siamo trasferiti in America.

"Si mamma, sono pronta." Dissi subito e subito dopo salì in macchina.

"La scuola e questa nuova 'accademia'- ti piacerà, ne sono sicura." Sorrise. Ricambiai. "Ecco, siamo arrivate." Si fermò e mi dona un bacio sulla guancia.

"Mamma!" Sono troppo nevrotica ora.

"Che c'è?" Disse spaventata.

"Nulla, non ascoltarmi, sono troppo ansiosa." Dissi fredda.

"Se ci sono problemi, avvisami" Mi raccomandò. Alzai gli occhi al cielo e la risposi: "Si, mamma." Quando fa così è pesante.
Dai Abbie, stai andando solo a scuola. Nessuno ti parlerà, non farti problemi: pensai.

Cammino nei corridoi, quando tanti occhi mi fissano, io, non sapendo cosa fare, camminai. Quando andai a sbattere contro un ragazzo...molto bello. Oh basta Abbie, non fantasticare!

"Puoi stare più attenta?" Mi domanda freddo.

"Anche tu potresti esserlo!" Sbottai. La borsa e tutto quello che c'era dentro é a terra. Sussurrai: "Fanculo."

"No scusa, non volevo essere così scortese con te, davvero." Mi sta prendendo per il culo?

"Scusa anche me." Sorrisi.

Quei capelli, quei tatuaggi, quei piercing. Stavo letteralmente morendo. Riprenditi, Abbie.

Appena arrivò una putt...una ragazza.

"Che stavi facendo qua con il mio ragazzo?" Disse, madonna, quella voce stridula.

"Nulla, proprio nulla." Dissi fredda, altezzosamente.

"Chi saresti poi?" Mi chiese.

"Abbie, sono arrivata proprio oggi." Ammisi.

"Beh, ti conviene stare lontana da Logan, o te la vedrai con me." Se ne andò, con...Logan dietro.

Il bello è che lui non ha spicciato neanche parola.

Mi avvicino al preside. "Buongiorno, io sono Abbie, Abbie Young, la nuova." Sorrisi. "Ah sì, Abbie. La tua classe sarà la quinta F." Sorrise e se ne andò.

Bene, ora devo solo trovarla.

Dopo vari f trovai la classe. "Eccola!" Sussurrai.

Bussai. "Oh, vieni pure- guardò il foglio- "lei è Abbie Young." Sorrisi, quando vidi...

Logan.

"Oh diamine!" Pensai. Abbie, che te ne frega?

"Puoi sederti vicino a Logan Smith." Lo indicò.

Ecco quà.

Mi siedo. Ci guardiamo. "Perchè mi fissi?" Dissi imbarazzata. "Io fisso tutte le ragazze." Ride.

"Ah beh, se lo dici tu!" Risi.

Presi un quadernino, e una penna, per prendere degli appunti. "Davvero ti interessa sta roba?" Mi domanda, con gli occhi bassi. "Si, perchè no?" Domandai semplicemente. "Sono tutte stronzate."-"Sarai una di quelle santarelline." Ma?

"Non tutti la devono pensare come te. Se voglio farlo, lo faccio. E poi, non mi conosci, stronzo." Sbottai.

Tutti ci guardano. Una situazione abbastanza imbarazzante.

"Logan, già che ci sei, spiegaci di cosa stiamo parlando." Disse il professore.

Tutti ridono, e pure il prof. "Non fate ridere." Disse a voce alta, alzandosi.

Risi anch'io.

"Non è divertente." Si gratta l'occhio.

"Si che lo è, dovevi vedere la tua faccia!" Risi ancora di più.

Le ore sono finite, e camminai per il corridoio, per rientrare a casa. "Ehi, aspetta!" Mi urla qualcuno da dietro. Logan. "Ti va di andare a fare un giro oggi?" Mi domanda, con calma. "Senti, non mi va di intromettermi con la tua ragazza, non voglio creare difficoltà a nessuno." Ammisi.

"Penso che non ci sia nessun problema. Lei lo fa perchè è così, vuole spaventare." Ride.

"Di certo a me no." Sorrisi falsamente.

"Allora ti passo a prendere alle 19:00?" Mi chiede.

"Ehm..si, va bene." Sorrisi.

"A dopo, Abbie." Prosegue e cammina.

"A dopo, Logan." Sorrisi. Ma sto fisso sorridendo?

Torno a casa e vedo che mamma è andata a fare la spesa, non c'è nulla in frigo.

Corro in camera e infilai una canottiera e un pantaloncino di papà...il mio angioletto. Al pensiero, sorrisi.

Presi una mela, la mangiai, e nel mentre leggevo cime tempestose.

Il tempo passa troppo velocemente quando leggo. Sono le 18.20, e alle 19:00 Logan sarebbe passato a prendermi, conviene muovermi. Entrai dentro la doccia, velocemente. Uscì e preparai la roba che mi sarei messa. Ovvero, un jeans attillato, una maglia con il pizzo e le mie vans grigie. I capelli gli lasciai liberi e passai al trucco: una codina di eyeliner, tanto mascara e il mio rossetto rosso fuoco.

Suona il campanello. È lui. "Oh...ciao, sei...bellissima." Ammise, imbarazzato. "Proprio bella io, non sono." Misi le mani avanti. "Scherzi vero?" Si bloccò. Feci 'no' con la testa. "Fidati, lo sei." Sorrise. Smettila di sorridere, Dio Cristo.

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