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Il giro terminò. Cristina si alzò di malavoglia e insieme al padre tornarono nella stanza d'albergo dove, la madre, aspettava il loro ritorno.
"Meno male! Pensavo di non vedervi più"
"Ci eri vicina sai? Molto vicina Roberta."
"Mi dispiace..."
"Noi dobbiamo parlare. Piccola, tu vai a letto va bene? Noi usciamo un attimo fuori"
Cristina annuì senza fiatare. Aveva paura. Aveva paura che se avesse detto qualcosa sua madre potesse andare su tutte le furie.
Si mise il suo pigiama: pantaloncino e maglietta e si mise sotto le lenzuola. Ma non dormì. E appena sentì che i suoi furono usciti, silenziosamente li seguì.






"Cristina ti ha detto tutto vero? Mi dispiace..."
"Non ti dispiace un cazzo! Che razza di risposta è mi dispiace? Hai idea di ciò che stai faccendo? TUA figlia! È TUA figlia!"
"Senti. Non so quante volte io ti abbia detto che mi dispiace ed è vero. Quindi, fai come vuoi"
"PORCA TROIA! NON SOLO NON TI RENDI CONTO DI CIÒ CHE STAI FACCENDO MA DAI ANCHE RISPOSTE ALLA CAZZO A TUO MARITO! MI FAI SCHIFO!"
Bruno si sorprese di quelle parole. Lui la amava. Insomma era ed è la donna della sua vita, non si sarebbe aspettato tutto ciò. Avevano avuto tante litigate come ogni coppia, ma questa volta, questa volta era andata oltre. Questa volta la cosa era molto grave.
"Per favore. Dimmi cosa sta succedendo."

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