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Era estate e quindi ciò significava niente scuola, niente sveglia presto, niente di niente. Cristina però si alzò comunque presto. Non aveva sonno. Non faceva altro che sospirare per tutta la notte pensando alla persona che le salva la vita negli ultimi tempi, anzi, per dirla tutta ben 5 persone le salvano la vita tutti i fottuti giorni che lei era costretta a passare rinchiusa dentro casa per colpa della possessività di sua madre. La odiava, sua madre. La odiava perché non la faceva vivere come una ragazza adolescente di 17 quasi 18 anni dovrebbe vivere. Le mancava suo padre. Dio se gli mancava. Decise di scacciare via quei pensieri per il momento e scese giù a fare colazione. La madre come sempre era seduta al piccolo tavolo quadrato della cucina a bere il solito latte e mangiare il solito cornetto vuoto della sua solita colazione mattutina giornaliera. Appena vide la figlia scendere a pazzo lento le scale, Roberta, alzò la testa
"Già sveglia eh? Brava stavo giusto andando a svegliarti. Preparati la colazione e lava i piatti. Muoviti!"
Bene. Pensò Cristina. Ma ormai ci aveva fatto l'abitudine al carattere della madre, alle imposizioni, alle sue regole. Senza fiatare fece quello che le venne ordinato.
"Ricordati di pulire tutta la camera! Ma ormai sai già tutto è inutile che ti ricordi cosa tu debba fare. Forza! Alza quel culo scansafatiche!"
Trattenendo a stento le lacrime Cristina cominciò la sua solita routine imposta. Nel frattempo la madre uscì senza degnarla di un saluto e la figlia, come sempre, si inginocchiò a terra e scoppiò in lacrime. Perché a lei? Cosa aveva fatto di male? Oh, quanto cazzo aveva bisogno del padre! Che sia la madre maledetta! La odiava... Aveva così tanto bisogno d'affetto che non poteva che piangere. Le persone di cui aveva bisogno erano tutte lontane e lei era stanca. Stanca di tutto.







Non fece che piangere per quel giorno, era stanca, non aveva più le forze di fare nulla. La sua migliore amica se così si poteva chiamare non c'era. Ovvio. Cosa si aspettava dalla gente? Lei era abituata a dare tutto il suo amore, sostegno e aiuto a chi ne avesse avuto bisogno, ma purtroppo la dure realtà era che alla gente non importava un cazzo.
Erano le 19:00 quando si sentì la porta d'ingresso sbattere violentemente
"Si va bene! Certo che glielo dico! Anche se non se lo merita. Oh no, non ha fatto assolutamente nulla. Si si stai tranquillo! Va bene allora, mercoledì alle 14:00? Perfetto! Ciao!"
Cristina capì subito che era la madre. Ma cosa alle 14:00?
Non fece in tempo di finire di formulare il poco che sentì che la porta venne spalancata e sua madre comparì nella soglia
"Guarda che mercoledì si va a Londra a trovare tuo padre. Capito? Quindi se vuoi venire fatti trovare in forma e non metterti a frignare come fai sempre!"
Detto ciò chiuse la porta e andò in camera sua.
La figlia era ancora impietrita. Non riusciva a capire se fosse un sogno o la realtà dei fatti. Temeva di aver capito male. Ma era così. Mercoledì avrebbe visto il padre! Dopo due anni e mezzo lo avrebbe rivisto a braccia aperte che la accoglieva calorosamente! Non ci credeva! Voleva urlare, piangere dalla gioia dire al mondo intero di andare affanculo, ma si trattenne. Andò su twitter e aprì la chat. Quella chat tanto importante per lei.
"Oddio! Oddio! Oddio! Ancora non ci credo sai? Non ci credo che dopo due anni e mezzo finalmente posso riabbracciare mio padre! Ci credi? Io ancora no. E chi lo avrebbe mai detto? Dio, sono così felice che urlerei dalla gioia! Tu come stai? Io sempre uguale. Sono stanca di tutto ma tiro avanti. Mia madre non fa altro che urlarmi dietro e io sembra che non me ne importi un cazzo, ma invece ogni fottuta volta è un colpo al cuore, una nuova crepa. Non c'è la faccio più. Ma finalmente vedo mio padre, posso e devo solo tirare avanti sino a mercoledì. Speriamo passi in fretta. Tua Cristina xx"
Uscì dalla chat e andò a farsi una doccia. Una doccia fredda e lunga.

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