Capitolo 2

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È mattina, sono le 7:00 e devo andare a scuola sfortunatamente. Mi alzo, mi lavo e metto qualcosa addosso. Non faccio colazione la mattina perché sennò rischi di vomitare per strada. Alle 7:40 circa esco da casa e cammino verso la fermata dell'autobus. Mi fermo e mi siedo nella panchina e per un attimo mi vengono in mente le immagini di ieri notte. Il ragazzo bellissimo ma inquietante, più che inquietante direi spaventoso o terrorizzante.
Insomma chi è che sta fuori a quell'ora con la bocca sporca di sangue?
A questo pensiero rabbrividisco all'istante.
I miei pensieri cessano quando arriva il bus.
Salgo e mi siedo in un seggiolino vuoto.
Dopo circa 10 minuti sono arrivata a scuola.
Entro da sola.
Non ho amici, solo qualche conoscente che segue le mie stesse lezioni.
Non amo la società, semplicemente perché fa schifo.
Persone che giudicano, amici falsi e sempre tante discussioni.
Io sto bene così,non ho bisogno di nessuno.
Alla prima ora ho filosofia.
Quanto posso amare questa materia?
È l'unica in cui vado bene.
Amo ragionare e formulare ipotesi. Amo guardare la gente e cercare di capire cosa pensano e come si sentono.
Amo osservare i movimenti che fanno solo per delineare il loro carattere.
Faccio sempre così, ma attenzione non prendetemi per maniaca o altro.
Amo solo osservare e stare in disparte.

Dopo 6 ore strazianti, prendo il bus e torno a casa.
Sono le 14:50, studio un po' e dopo mi riposo.
La casa senza mia madre sembra un posto spoglio e triste.
Vi starete chiedendo dove è mio padre. Beh ci ha abbandonate appena sono nata.
Non voleva avere una figlia da così giovane,aveva solo 26 anni.
E così se ne andò e adesso siamo solo io e mia madre.
Ma è tutto apposto,ci vogliamo bene e non abbiamo problemi o angosce.
Siamo felici.

Sono le 11:30.
Come al solito esco di casa e vado a farmi un giro in centro.
Appena arrivo in centro,mi sento confusa. Odio la confusione e la gente.
Allora decido di andare in qualche strada meno affollata.
Amo camminare da sola con il venticello tiepido della sera.
Cammino e vado verso quella strada che mi porta davanti quella specie di villa, dove ieri sera ho incontrato quell' essere terrificante.
Mi sale il panico, appena svolto l'angolo, lo vedo, è li!
È seduto nella stessa panchina di ieri notte.
Questa volta non sbuco dalla strada di dietro ma da quella di davanti.
Difronte a lui.
E lui mi vede
Io lo vedo
Cazzo
Aiuto
Mi guarda
Cazzo faccio?
Ora corro
O grido?
No meglio non gridare
Si alza
Viene verso di me.
Senza avere il possesso delle mie gambe, corro.
Corro veloce, fino a quando non mi stanco e vedo un cassonetto della spazzatura. E mi nascondo dietro di esso. Non mi sono accorta se mi stesse seguendo. Ho avuto troppa paura per girarmi.
Ho visto solo una cosa: era alto,molto alto, sul metro e 90 circa. Aveva delle gambe lunghe, forse anche troppo!
Cerco di regolare il mio respiro.
Mi sporgo per vedere se è nei paraggi. Non c'è nessuno per fortuna.

-Sai? Le ragazze belle come te non dovrebbero camminare di notte in queste strade pericolose e buie. Potrebbero fare spiacevoli incontri.-
Oh merda.
Non mi volto. Mi è venuto alle spalle. E se ora mi picchia?
Sto morendo di paura,ho il cuore in gola.
Cosa faccio? Mi giro? E poi? Muoio? E se è sporco di sangue? Rischio di svenire.
Decido di voltarmi.
Lo vedo. Non ha la bocca sporca questa volta.
Nel labbro inferiore ha un anellino nero che gli sta benissimo.
No aspetta che pensieri fai? Ma sei stupida Haylee? Riprenditi!
-C..chi minchia sei?
Okay forse non dovevo dire minchia.
-Credi davvero che ti dica chi sono? Piuttosto tu chi sei? Sei la prima ragazza che passa da queste parti. Lo sanno tutte che questa è una via pericolosa. E tu che fai? Ti imbatti qui da sola?-
Ho paura. Vedo una bottiglia di birra vuota al mio fianco.
Che schifo questi cassonetti, la spazzatura è così troppa che è cosparsa a terra.
Velocemente afferro la bottiglia sotto il suo sguardo e gliela rompo in testa.
Fa in gemito di dolore piuttosto forte e io ne approfitto per scappare.
Corro corro corro come non mai.
Ho come la sensazione che questa cosa lo ha fatto arrabbiare molto, e sta volta non mi finirà bene come l'altra sera.
Mi sta seguendo.
Ha la la fronte che gli sanguina.
È incazzato, molto incazzato.
Arrivo finalmente in centro, c'è ancora molta gente.
Magari con questa confusione non mi vede. Mi guardo ancora intorno e non lo vedo.
Riconoscerei subito il suo golfino nero a collo stretto.
Riconoscerei subito i suoi occhioni azzurri così luminosi.
Non uscirò più di notte e soprattutto non andrò più li.
Ho troppa paura.

Arrivata a casa,vado a farmi subito una doccia.
Cerco di lavare via la paura.
Niente,non se ne va.
Appena esco dalla doccia guardò l'orario e sono le 12:45.
Cazzo domani ho scuola e tra poche ore devo svegliarmi.
Decido di filare subito a letto e cercare di dimenticare questo secondo orribile incontro.

La mattina solita routine.
Arrivo a scuola e mi viene in mente ieri notte.
Mi viene in mente lui.
Non era molto grande,si e no ha la mia età.
Quindi dovrebbe frequentare la scuola. Nel Bronx c'è solo una scuola superiore. La Morgan Hight School.
Deve per forza frequentare questa.

*Autrice*
Vi piace la storia?
Se è sì,mettete una stellina? Così so che l'apprezzate e posso continuarla.

Un bacio,Martina!😘

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