Capitolo 3

21 2 1
                                    

Mia madre torna domani da Filadelfia.
È già sera.
Sono le 21:00 e sto cominciando ad avere fame.
Mi faccio una doccia,mi vesto e vado in un fast food a prendere qualcosa da asporto.
Sono le 21:49 ed esco di casa.
Sta volta però ritorno subito a casa.
Entro al fast food ed ordino una porzione di patatine fritte ed un panino col pollo.
Appena arriva la mia ordinazione,pago e mi incammino verso casa.

Ho finito di mangiare e non so che fare.
Mi butto nel letto prendo un libro.
Cercando Alaska.
Amo questo libro e amo John Green. È la terza volta che lo leggo.
Scrive davvero bene.
Ed io amo Alaska, è una ragazza davvero forte nonostante tutto quello che ha passato e certo non meritava di morire.
Prendo il mio IPhone e sono le 11:15.
Non c'è la faccio, è più forte di me.
Devo uscire.
Devo tornare lì.
Non so per quale stupida ragione ho bisogno di tornarci.

È come se quel ragazzo nascondesse qualcosa.

Svolto ed esco dalla stradina e vedo la panchina , ma non vedo lui.
Mi avvicino alla panchina e mi siedo.
Non so cosa sto facendo.
Lo sto aspettando?
Ma l'ho fatto davvero?
Sono tornata qui? Dopo che gli ho spaccato una bottiglia in testa? E se mi vuole strangolare appena mi vede?
Ritorno in me e mi alzo dalla panchina pronta per tornarmene a casa.
Decido di accorciare e prendo l'altra via. Non ci dovrebbe essere nessuno.
Svolto l'angolo.
C'è qualcuno seduto a terra che fuma.
Vedo il lungo ciuffo dei suoi capelli biondi illuminato da quel piccolo lampione che illumina la stradina.
Si gira verso di me.
Mi ha vista.
Si alza.

-Tu!- dice aggressivamente.
-I..i..io?- dico tremando.
-No,il marciapiede,tu stupida!-
-Ieri notte hai fatto un errore a rompermi la bottiglia in testa.-

Non ha nessuna cicatrice o ferita aperta. La fronte è liscia senza alcun graffio.

-Non..hai...nessuna cicatrice..o ferita..come..come è possibile?-
-Ah non lo so bambolina,dimmelo tu.-

Mi afferra i polsi e con una velocità disumana mi fa sbattere contro il muro.
Che dolore,la mia povera schiena.

-Ancora non ti è chiaro che da queste parti non devi farti vedere? È pericoloso cazzo e tu ti sei appena rovinata la vita venendo qui. Sai che ti farei in questo momento? Ti morderei, partendo dalle labbra fino ad arrivare al collo,per poi proseguire sulle clavicole e finire sul tuo ventre, e farti provare tanto dolore. Quanto tu ne hai fatto a me.-

Non risposi, non potevo rispondere.
Avvampai e i miei battiti cardiaci si velocizzarono.
Mentre diceva quelle parole,vidi un mutamento nelle sue iridi azzurre.
Rossi.
I suoi occhi cambiarono colore.
Dall'azzurro al rosso.
E io mi spaventai ancor di più.
Cercai di liberarmi dalla sua presa.
Ma era troppo forte,forte a tal punto di far diventare i miei polsi viola.

-Lasciami!- dico con le lacrime agli occhi.

Non mi ascolta, continua a stringermi i polsi.
Decido di fare una cosa mooolto ma mooolto azzardata.
Gli tiro una ginocchiata sulle palle.

Lascia immediatamente la presa su di me e io scappo.
Lui si accovaccia a terra per il dolore.

Sento una voce nelle mie orecchie.
-Tanto ti troverò, è inutile che scappi bambolina.-
Mi giro e non c'è nessuno.
Aiuto, l'ho immaginato?
Più che una voce era un sussurro.
Qualcosa che era dentro la mia testa.
Impossibile.
Sono pazza.

Corro fino casa e mi chiudo dentro.
Serro porte e finestre e vado subito a letto.
Mi infilo sotto le coperte e cerco di addormentarmi.
Ma i miei pensieri vanno a quel ragazzo e a quella voce.
Chi è sto qua?
E cosa vuole da me?

•Bad vampire,good lips•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora