~Prologo~

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Ecco per la prima volta sono qui a scrivere sui dei fogli, no anzi sin da piccolo mi sono sempre protetto nella scrittura quando non riesco mai a dire quello che ho dentro, neanche al mio migliore amico.
Tutto incominciò a cinque anni, scrivevo su dei fogli ed erano per me come un diario segreto ma una differenza c'era: non mi rivolgevo a lui scrivendo "Caro diario" ma sottoforma in cui scrivi un libro.
Iniziai a frequentare le elementari e conobbi Yuri, ovvero colui che ora è il mio migliore amico.
Passarono gli anni e in confronto al mio amico, andavo benissimo a scuola sempre studioso. I miei genitori erano fieri di me.
Nel tempo libero, sin dai sei anni, praticavo sport ma non uno qualsiasi, uno in particolare. Il calcio è parte di me, non sono mai andato ad una scuola calcio però avevo un allenatore guerriero: mio padre, il migliore.

Fu gennaio quando il mondo si rivoltò contro di me, persi la persona che in tutti questi anni mi aveva fatto sognare e credere in ciò che volevo.
Lui, il mio guerriero morì.

Passarono tre anni e finì il liceo con pieni voti, sicuramente se c'era Lui mi avrebbe portato al Lago di Como dove fin da piccolo sognavo di andarci e mi promise che mi avrebbe portato quando mi sarei diplomato.

Ed ora eccomi qui a raccontare la mia vita terminato il liceo.
Ah comunque scusatemi se non mi sono presentato prima.
Sono Federico Rossi e in questi fogli parlerò di quello che mi accadrà.

Primo giorno
Mia madre da quando ho terminato la scuola continua ad assillarmi di trovare un lavoro, ma per tutto questo tempo non l'ho ascoltata però oggi provai a sentire cosa aveva da dirmi.
"Tesoro ci sono vari lavori che puoi fare al giorno d'oggi: tipo panettiere, elettricista, meccanico, giornalista, baby sitter, dare ripetizioni... "
Non la ascoltai più, ma forse sì potevo dare ripetizioni a chi era meno bravo.
Mi misi al computer e creai dei volantini con il mio numero di telefono da distribuire.
Un'ora dopo attaccai i volantini sui pali e l'unica cosa che devo fare è aspettare.

Chiamai Yuri.
"Hey brò usciamo stasera?" chiesi.
"Certo" rispose.
"Alle 21 trovati pronto"
"Vedi che quello che fa tardi sei tu"
"Okay a stasera"
"A stasera brò"
Terminata la chiamata, socchiusi gli occhi.

Sentì qualcosa che mi vibrava sul petto. Aprì pian piano le palpebre e notai di avere il cellulare con tre chiamate perse dal mio migliore amico.
Guardai l'ora: 20:45.
Mi alzai di fretta dal letto, presi un jeans e una camicia bianca che indossai con le vans rosse.
Presi chiavi e telefono, corsi subito in auto e partì diretto a casa di Yuri.
Suonai con il clacson e arrivò subito.
Entrò e chiuse lo sportello.
"Ti sei addormentato, vero?" domanda lui.
"No ero in doccia" dissi.
"Faccio finta di crederti"
Rimisi in moto e in mezz'ora eravamo davanti al Momà.
Entrammo, dopo aver pagato.

Ballai, bevvi non troppo altrimenti chi mi avrebbe riportato a casa? Nessuno perchè dovevo anche riportare Yuri che lui a confronto con me era ubriaco.

Per un momento mi girava la testa e corsi in bagno a sciacquarmi il viso.
Aprì il rubinetto del lavandino e mi lavai con acqua fredda.
Varcai la porta per ritornare ai divanetti dove c'eravamo io e i miei amici, quando mi ritrovai con il sedere a terra.
"Guardate un bambino è caduto" disse un ragazzo. Alzai la testa e vidi un ragazzo, credo della mia età, con i capelli biondo cenere e due occhi azzurri che il secondo dopo mi sembravano smeraldo.
"Bambinetto lo so che sono bello ma così mi consumi e non rimane niente per le ragazze" continuò lui e a fianco c'era un altro ragazzo castano e anche una ragazza mora che continuavano a ridere.
Mi alzai da terra ma quel ragazzo mi ributtò.
"Che cosa vuoi?" dissi calmo altrimenti se avrei urlato saremmo finiti con alzarci le mani ed io sono contro la violenza.
"Non sai più alzarti, poverino" e continuarono a ridere.
"Lascialo stare Mascolo" urlò qualcuno alle sue spalle e vidi Yuri. Lo conosceva a quanto pare.
"Altrimenti che cosa mi fai Cammisa?"
"Lo sai che faccio palestra e sono molto più allenato di te, quindi ti conviene che fai ciò che ti ho detto, altrimenti ti ritroverai quella bella faccia da papà sanguinante"
"Va bene lo lascio stare, questa volta" le ultime due parole erano sussurate che forse le avrò immaginate e poi i tre se ne andarono.
"Ti ha fatto qualcosa?" chiese il mio amico.
"No tranquillo è tutto apposto, come mai lo conosci?"
"Sua madre e mia madre si conoscono dall'asilo e per altro sono anche migliori amiche. Devi stare attento a lui è un tipo antipatico"
"Okay"
Mi rialzai e ce ne uscimmo da lì.
Non avevo voglia di rimanere ancora a incontrarlo di nuovo là dentro.
Accompagnai Yuri e poi andai a casa.

Sono le due di notte ed io sono ancora qui a scrivere, non ho molta voglia di dormire dopo quel fatto, però devo per forza.
Quelle iridi azzurre mi erano rimaste, in un certo senso, incastrate nelle mie.
Fu così che mi addormentai.

~~~
Nuova storia!
Ovviamente è diversa, cioè è una storia Fenji.

La storia e i comportamenti dei personaggi è tutto frutto della mia fantasia.

[Continuo a +1☆]

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