E anche quella notte non chiusi occhio, non solo pensando a mio padre e al fatto che mia madre lo abbia lasciato a causa mia ma anche perchè erano le 7:21 ed era il mio primo giorno di liceo. Ero sicura che quell'anno non sarebbe stato diverso dagli altri anni, ero sempre stata una ragazza solitaria incapace di reagire alle critiche o di socializzare ma quell'anno tutto cambiò. Mi avviai verso il bagno e subito dopo scesi le scale e andai in cucina.
<<Buongiorno tesoro, oggi è il gran giorno>> disse la donna dai capelli ricci al mio fianco lasciandomi una scia di baci.
<<si, beh non sarà certo diverso da tutti gli altri>> Dissi io forzando un sorriso.
Presi un biscotto e salii di sopra a vestirmi, non mi importava tanto l'aspetto esteriore e ammetto che i miei vestiti non erano il massimo, dopo quello che era successo tra mio padre e quello che rimaneva della mia famiglia non potei permettermi più di un paio di scarpe da ginnastica.
Mia madre lavorava in un negozio di vestiti, è sempre stato il suo sogno, la ammiro così tanto per aver lottato per questo.
Mio padre era un dottore, forse il migliore d'America e ha sempre voluto che i suoi figli diventassero dottori ma non esisteva più per me dato che si preoccupava più del mio futuro che della persona che ero.
Mio fratello stava per fare il terzo anno di medicina, specializzazione in dermatologia, a Boston e ormai non tornava a casa da due anni.
Mi vestii, mi lavai, e infine uscii di casa dopo essermi subìta tutte le raccomandazioni di mia madre del tipo: ''fai amicizia'' ''non ti isolare come sempre'' '' sii gentile'' e ''sta attenta all'assemblea'' e cose così.
Mia madre si era proposta almeno trenta volte per accompagnarmi ma rifiutai, sapevo dove si trovava la mia scuola, era a due passi da casa ma amavo come mia madre faceva di tutto per me e per farmi felice, potevo parlare di tutto con lei, era un po' come la mia migliore amica.
Arrivata a scuola già iniziai a sentire delle voci come ''ma come si è vestita quella'' ''ma dove le ha prese quelle scarpe, sembrano prese dalla spazzatura''...
'Iniziamo bene il primo giorno di scuola' ripetei tra me e me. Ma l'unica cosa che mi importava veramente era la mia musica e trovare un modo per guadagnare qualche soldino per iscrivermi a qualche corso di canto, volevo diventare una cantante anche se nessuno mi ha mai sentita.I miei pensieri furono interrotti dalla mia goffaggine, mi erano caduti tutti i libri.
<<Ti consiglio di stare più attenta, qua i ragazzi li avrebbero presi a calci i libri di una ragazza come te>> Rimasi sorpresa dalle sue parole ma non tanto offesa, era un ragazzo moro con degli occhi azzurri chiaro tanto da sembrare ghiaccio, era alto e muscoloso sembrava un modello, ma non mi importava.
Sembrava una di quelle scene da film ma la ragazza a questo punto avrebbe dovuto diventare rossa e pronunciare uno di quei ''grazie'' acuti, ma no non ero affatto quel tipo di persona.
<<Oh beh, scusa se non mi vesto come tutte quelle troiette che camminano credendosi modelle per i corridoi del High Seaside, grazie per i libri ma ora devo andare in classe>> Dissi convinta mentre cercai di recuperare i libri rimasti. Scoppiò in una fragorosa risata, era un presuntuoso.
<<Ci vediamo in giro, piccola>> Rabbrividii a quel nomignolo ma lo ignorai.
Iniziai a cercare la mia aula, ma non la trovai.
<<Se stai cercando la tua aula ti assicuro che non è verso lo stanzino dei bidelli>> Affermò una ragazza che aveva appena trovato posizione alla mia destra. Sorrisi leggermente.
Era alta, snella, occhi verdi, capelli rossi e ondulati e un sorriso bellissimo, era perfetta. <<Sono nuova di qui, non conosco la zona>> Dissi cercando di orientarmi.
<<Che aula è?>>
<<La 428>> Affermai convinta.
<<Oh, è anche la mia, piacere io mi chiamo Sophie>>
<<Ciao Sophie, io sono Jackie>> Sembrava molto carina e dopo che ci eravamo presentate ci dirigemmo verso la nostra aula.
Una volta trovata passarono ore dal mio incontro con il ragazzo dagli occhi di ghiaccio, non facevo altro che chiedermi quale fosse il suo nome. Scacciai subito via quei pensieri dalla mia mente.
Dopo 5 lunghe ore di assemblea e dopo aver mangiato un panino alla mensa e chiacchierato con Sophie di quanto fosse stata noiosa quella giornata, mi diressi verso casa, raccontando a mia madre delle mie nuove amicizie.
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Don't Let My Hand Go
FanfictionJackie non ama stare al centro dell'attenzione, anzi odia tutti quelli che la circondano. È una ragazza americana amante della musica e concentrata a realizzare i suoi sogni. Vive con sua madre che dopo aver affrontato il marito, il quale aveva impo...