4.Il karaoke

64 11 8
                                    

Ero arrivata a quel punto dell'adolescenza in cui persino mangiare ti metteva ansia.
Sei travolta dai tuoi pensieri, non sai dove sei e perché, guardi le persone camminare e parlare mentre tu ti siedi e rifletti se il posto dove ti trovi sia davvero adatto a te.
Ti chiedi se ne vale la pena, se è giusto rischiare o se probabilmente tutto quello che stai facendo adesso per ottenere la felicità è inutile.
Volevo fare quello che mi rendeva felice: cantare.
Sabato avrei potuto dimostrarlo se solo fossi stata più sicura di me stessa.
Mi sentivo come se non fossi mai abbastanza o forse avevo solo bisogno di un padre al mio fianco che mi dicesse che sarebbe andato tutto bene ma ormai io non ero più niente per lui e lui non era più niente per me.
Ma allora perché mi sentivo così sola?
Mi sentivo come se mangiare, parlare, bere o respirare fossero le uniche ragioni per cui continuavo a vivere.
Come se non riuscissi a parlare con nessuno e tutta la mia vita fosse stata buttata al vento a causa del vuoto che provavo costantemente.
E in quel momento riuscivo solo a pensare solo a quanto io fossi vulnerabile, alla mia infanzia, alla felicità che provavo quando mio padre mi stringeva la mano e mi abbracciava dicendo che non mi avrebbe lasciato mai.
Cazzate.
Da quando mi aveva lasciato mi sentivo così debole e maledettamente incosciente del dolore che provavo dentro di me.
Presi il telefono e mi accorsi che erano le due, indossai velocemente il pigiama e una volta messo fine ai miei pensieri mi addormentai.
Aprii gli occhi e mi ritrovai Sophie che mi guardava entusiasta, non avevo la minima idea di cosa ci facesse a casa mia.
<<Jayyyy, oggi è il gran giorno!!!>>
Disse lei togliendomi le coperte che mi avvolgevano fin sopra la testa e alzando le tapparelle come solito faceva mio padre quando ero piccola, ad un tratto il solo pensiero che all'epoca eravamo una famiglia felice mi salì un brivido, mi chiedo solo come ad un tratto sia potuto finire tutto così velocemente.
<<Mh, ma che ore sono?>> Dissi io frastornata cercando di trovare la forza di alzarmi e di dimenticare cosa ha appena detto Sophie ma il tentativo fu inutile, era il giorno del karaoke, avrei voluto sotterrarmi e in fondo non ero costretta ma volevo farlo, non lo facevo per nessuno se non per me stessa.
<<Sono le 14, tua madre mi ha fatto entrare, hai solo 4 ore per prepararti per stasera!>>
Più che entusiasmo in quel momento provai solo ansia, stavo per vomitare.
'E se non fossi abbastanza pronta?'
'E se Lindsay sabotasse la mia esibizione?'
Giurai di aver sentito i miei pensieri ma a quanto pare lo avevo detto ad alta voce e all'improvviso lo sguardo di Sophie divenne del tutto serio.
Si sedette accanto a me e mi abbracciò.
<<Prima di tutto Jay è solo un karaoke non un provino di X Factor, non ci sono vincitori, poi da quello che ho sentito non partecipano solo quelli con una bellissima voce ma anche dilettanti che magari non sanno nemmeno cantare, non sentirti minacciata, hai un talento naturale e anche se dovesse andare storto io non ti lascerò e sarò
sempre qui a sostenerti>>
A volte mi chiedo davvero cosa abbia fatto per meritare una persona meravigliosa come Sophie al mio fianco, era la mia migliore amica, non so cosa avrei fatto senza di lei e infondo aveva ragione, era solo
un karaoke non un provino per la Juliard.
<<Quindi cara Jackie Rescott, smettila di agitarti, alza il culo e vieni con Sophie a scegliere cosa mettere.>>
<<Okay ma non parlare di te in terza persona, è inquietante>>
Scoppiammo a ridere, e così le diedi ascolto e andai con lei.
Avrei davvero trovato la forza di voler andare al karaoke senza Sophie? Non credo.
Era a lei che dovevo la poca determinazione che si stava formando dentro di me in quest'ultimo periodo.
Per prima cosa Soph mi trascinó nel mio armadio per scegliere cosa mi sarei messa quella sera, lei si era portata i suoi vestiti da casa, era sempre super organizzata, esattamente il contrario della sottoscritta.
Frugò nel mio guardaroba cercando di trovare l'abito adatto ma fino a quel momento non avevamo combinato molto a parte commenti del tipo "troppo lungo"
"troppo elegante" "perché hai una gonna scozzese nell'armadio?"
<<Jay non ci siamo, hai bisogno di qualcosa di elegante ma non troppo, sportivo ma anche sexy, casual ma più verso il rock..>> La interruppi con la mia risata a singhiozzo. La odiavo, ma non potei fare a meno di ridere.
<<Soph, ti rendi conto di quello che stai dicendo? Non ho niente di tutto questo, devi accontentarti di qualcosa che ho e mi dispiace deluderti ma non ho niente di Hollywoodiano nell'armadio, scusa>> Misi il broncio prendendola in giro e lei mi tirò un cuscino in piena faccia, beh me lo aspettavo. Adoro il nostro rapporto.
<<Uhhh, ho trovato>>
<<Cosa?>>
<<Il vestito>> Disse lei così entusiasta della sua scelta che tra un po' è possibile che scappi con il mio probabile vestito con una risata malvagia. Mi immaginai la scena e mi scappò una risatina.
<<Vediamo>> Dissi io ansiosa.
Prese tanti accessori, alla fine si girò e mi mostrò le mie calze nere, gli stivali neri con il cinturino e il vestito rosso a pua, devo dire che aveva gusto, era il mio vestito preferito e ho giurato di metterlo solo per le emergenze ma vista la situazione, quella si poteva ritenere tale.
<<Mh, d'accordo>>
Sophie entusiasta mi abbracciò e si lasciò scappare un piccolo urlo stile fan dodicenne.
Mentre parlavamo abbiamo visto l'ora, erano passate 2 ore da quando Sophie mi convinse a mettere quel vestito.
<<Mancano solo due ore al karaoke!!>> disse lei convinta che non avremmo fatto in tempo tra piastra e trucco.
Soph mi piastró i capelli facendomeli leggermente ondulati lasciando un effetto di leggerezza mentre lei se li lasció al naturale.
Sophie diceva che avevo delle belle labbra e che dovevo imparare a valorizzarle, perciò mi prestó il suo rossetto che mi fece sembrare le labbra morbide ma oltre quello mi misi solo un po' di mascara, non mi piaceva esagerare con il trucco e Sophie lo stesso.
<<Wow..ma che belle!!>> Disse Luca che accompagnava mia madre fino alle scale facendomi ruotare su me stessa.
Mossi le labbra e mimai un "grazie" e feci un inchino per sdrammatizzare.
<<Grazie signor Whitmor!>> Disse Sophie.
<<Divertitevi e non fate troppo tardi!!>> Disse mia mamma sempre attenta a non scordare qualsiasi tipo di raccomandazione.
<<Grazie mamma! A dopo>>
L'ansia mi sta letteralmente mangiando.
Bastava pensare che qualunque cosa sarebbe accaduta e qualunque impressione avrei avuto sulla gente sapevo che quella di Sophie non sarebbe mai cambiata.
Ah mi stavo quasi scordando che quella sera ci sarebbe stato anche il ragazzo dagli occhi di ghiaccio.
Arrivati lì vidi avvicinarsi Lindsay e con il suo sorrisetto falso ci invitò ad entrare. Indossava una minigonna e una maglietta rosa a maniche corte, tacchi a alti 30 cm e un rossetto rosso fuoco.
Che si era rifatta le labbra questo era poco ma sicuro, per me rimarrà sempre una barbie.
Presi qualcosa da bere quando notai che il ragazzo dagli occhi di ghiaccio si era appena seduto accanto a me, mostrai indifferenza quando la cosa che desideravo di più in quel momento era solo parlare con lui di come avrei affrontatola serata, in fondo era anche grazie a lui che avevo trovato la forza di venire là.
<<Dio, sei così brava a fingere la tua indifferenza>> Rimasi allibita da quella affermazione ma continuai a fingere che non mi interessasse.
<<Non so di cosa tu stia parlando>> Mosse un sopracciglio e fece una delle sue arroganti risatine sapendo perfettamente che avevo capito.
Era davvero incredibile come lui riusciva a leggermi dentro con un solo sguardo.
<<Ed è un piacere che annunci questa magnifica serata!! La prima ad esibirsi è Ashley Dicket!>>
Tutti la accolsero con un applauso, aveva cantato "Beautiful" di Christina Aguilera, aveva assunto una meravigliosa interpretazione, il suo timbro mi aveva colpita particolarmente e il modo in cui aveva fatto capire a pieno significato della canzone mi lasciò senza fiato. Era forse l'unica partecipante ad aver avuto una Standing Ovation da parte del pubblico davvero meritata.
Dopo vare persone che si erano esibite, mancavano solo due persone, ovvero io e un altro ma non so chi sia.
Lindsay lo annunció come "Anonimo76".
Era lui.
Era il ragazzo dagli occhi di ghiaccio.
Non avrei mai immaginato che anche lui avrebbe cantato.
Perché non vuole far sapere il suo nome?
Ad un tratto ci fu un silenzio piacevole fino a quando non sentì un suono di chitarra che rubò completamente la mia attenzione, una melodia percorse il mio cuore, e sentii il ragazzo dagli occhi di ghiaccio iniziare a cantare "All I knew this morning when I woke
Is I know something now, know something now I didn't before.."
Era la canzone che avrei dovuto cantare io, sono confusa.
Da quando ha iniziato a cantare non tolse lo sguardo su di me neanche per un instante, quando all'improvviso mi fece senno di salire a cantare con lui e così feci.
Lindsay mi guardó con disprezzo quando mi porse il microfono, ero immobilizzata e nel frattempo Sophie era lì che mi guardava e che faceva il tifo per me. Iniziai a cantare insieme a lui e una strana sensazione assapora il mio corpo, era libertà e da come cantiamo dovetti riconoscere che io e lui ci completavamo.
Pensai solamente alla melodia e alle nostre voci sincronizzate alla perfezione. "Cause all I know is we said hello and your eyes look like coming home all I know is a simple name, everything has changed" Completai io terminando la strofa. Era tutto così magico. "Come back and tell me why
I'm feeling like I've missed you all this time.." Interpretò lui avvicinandosi sempre di più a me, eravamo solo ad un cm di distanza tanto che i nostri nasi si sfioravano, il mio cuore stava battendo all'impazzata, ero felice, ero felice veramente.
Tra sguardi e sorrisi mi ero quasi dimenticata che davanti a me c'erano un sacco di persone tutte in piedi ad applaudirci, mi sentii così in armonia con me stessa e con il ragazzo dagli occhi di ghiaccio, stavo volando e per una volta potevo dire che mi sentivo davvero bene.

Don't Let My Hand GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora