14. - Il coraggio di pochi (Parte II: "Divide et impera")

53 2 1
                                    

Il mondo è fuor dei cardini;
ed è un dannato scherzo della sorte
ch'io sia nato per riportarlo in sesto.

- William Shakespeare, Amleto, atto I











ARIA.










Per quanto l'Accademia fosse grande e dimostrasse appieno la sua enormità, possedeva una sola, lunga stanza d'infermeria.

Fu lì che mi risvegliai, una luce improvvisa che cascava direttamente sui miei occhi.

Non capivo. Com'era possibile?

Quando li spalancai totalmente, l'immagine di molteplici spirali dorate brillava sul soffitto roccioso. Sembrava si muovessero, ondeggiando lentamente e appesantendomi ancor di più lo sguardo. Emanavano una strana sensazione...torpore. Come se, all'improvviso, balenasse in mente il desiderio di tornare a riposare e lasciarsi cullare da quelle onde benefiche.

- Si è ripreso – Una voce femminile che non conoscevo mi riscosse.

Trasalii. Non dovevo più chiudere gli occhi.

Un rumore di passi, poi un lieve vociferare.

- Il veleno è stato rimosso – Un uomo.

- E' il caso di esportarlo dall'Inconscio? –

- Non ancora. Le ferite non sono profonde, ma è necessario curarle con più antidoto –

Cercai di assottigliare lo sguardo, ma questo si rivelò essere più appannato e sbiadito di quanto credessi. Non riuscivo a distinguere l'identità delle due sagome appostate accanto al lettino davanti al mio. Almeno ero in grado di captare i suoni e le parole.

- Pensi che la caeli petra funzionerà di nuovo su di lui? E' stato quasi un miracolo se siamo riusciti a liberarlo dal veleno – A giudicare dal tono di voce, era l'uomo a parlare. Per l'appunto, la sua figura si chinò sul paziente non conscio della situazione.

"Dominic".

All'improvviso mi agitai e almeno una dozzina di domande frullarono nella mia mente.

Stava bene?

Era ancora grave?

- Dobbiamo tentare. Meno soffre e meglio sarà per tutti noi – rispose la donna.

Continuavo a non vedere chiaramente, ma mi sembrò come se stesse estraendo una fiala dalla tasca del camice.

Buffo. Quelli di certo non erano esseri umani, eppure – tralasciando i loro metodi di guarigione – si comportavano come tali.

- Ti rendi conto? – stava dicendo l'uomo.

Non compresi, poi, quello che accadde. I miei occhi, seppur impotenti, registrarono un particolare movimento della donna: la sua mano versò il contenuto della fiala sul petto di Dominic. Di cosa si trattava? Era forse una specie di distillato?

Qualunque cosa fosse strappò un gemito al demone. Avrei voluto aiutarlo, ma io stessa non riuscivo né a muovermi, vedere o comprendere.

- Un qualsiasi demone non sarebbe sopravvissuto a tale potere angelico –

La donna terminò di versare il liquido, ma Dominic continuava a gemere di dolore.

- Sarebbe morto sul colpo, neanche il tempo di urlare –

L'uomo ridacchiò. – Sai, quando i demoni si feriscono in battaglia non mi dispiace che facciano una brutta fine –

- Neanche se lottano dalla nostra stessa parte? – Una terza voce si aggiunse alla discussione, decisamente familiare.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 07, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

The Cursed Love - The "Immortal Kiss" TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora