Dopo venti minuti di viaggio finalmente erano arrivati davanti al palazzo in cui sarebbe iniziata la loro nuova vita.
Sotto di esso si trovava un bar davvero carino che li aveva colpiti già dal giorno in cui erano andati a visitare la casa. I dolci in vetrina stuzzicavano a tal punto le loro gole golose che si erano ripromessi di entrarci prima o poi, soprattuto ora che ci vivevano praticamente sopra.
" Tae prendi quei scatoloni e tu Kookie aiutami con questi. "
Era una voce che, nonostante il timbro caldo e sensuale, esprimeva un tono autoritario. Il ragazzo a cui apparteneva era in piedi davanti ai suoi due amici , a braccia conserte, intento nel calcolare saggiamente l'ordine delle cose da portare al piano superiore.
Le sue braccia muscolose spuntavano da una canottiera smanicata piena di strappi da cui si potevano intravedere degli accenni dei suoi maginifici addominali scolpiti. La lunga canotta gli arrivava fino a metà coscia e nascondeva un sedere compatto, che sembrava voler quasi esplodere prepotentemente dai jeans in cui era contenuto. I suoi stivaletti neri logori gli davano due centimentri in più rispetto al suo metro e sessantacinque di altezza. I capelli color castano si aprivano in delle morbide onde davanti , che terminavano perfettamente al di sotto delle sue sopracciglia senza però toccare le guancie un po' paffute. Mentre coprivano appena uno dei numerosi piercing che aveva nell'orecchio sinistro, il destro ,da cui penzolava solo grosso orecchino a cerchio, aveva incastrata nell'angolo superiore una sigaretta appena rollata. Park Jimin, ecco come si chiamava, un ragazzo che teneva alla sua immagine e dava l'idea di un vero e proprio "bad boy".
I due obbedirono e si diressero tutti e tre assieme a prendere gli scatoloni riposti nell'auto.
Alla sua destra c'era Jeon Jungkook. Un ragazzo dal viso innocente, con dei bellissimi occhioni marroni da cerbiatto. Al primo impatto un ragazzo casa e chiesa, ma che in realtà nascondeva un lato di un nero profondo come quello della sua folta chioma corvina. Quel giorno indossava una delle magliette dei suoi gruppi preferiti con i suoi jeans strappati ai quali pendeva una catena che usava a volte anche come cintura. Kookie, come lo chiamavano i suoi amici, viveva per la musica. Sentiva la sua passione scorregli dentro come un fiume in piena. Anche lui ospitava degli orecchini, solo sul suo orecchio sinistro , una piccola croce pendente e subito vicino uno di cocco con incisa sopra una piccola chiave di violino.
L'altro invece era Kim Taehyung. Un ragazzo veramente unico nel suo genere, un mix perfetto tra fascino da rubacuori, imprevedibile spontaneità e innocenza infantile con l'aggiunta di un pizzico di inspiegabile misteriosità. Il suo viso delicato, dai lineamenti morbidi, si lasciava modellare dai suoi capelli marroni e dalla frangietta sbarazzina. Tanti piccoli nei si divertivano a giocare a nascondino tra il suo piccolo naso e i suoi occhi spingendosi fin sotto al suo collo. Anche lui aveva un orecchino sull'orecchio sinistro, questo era uguale identico a quello di Jimin, in realtà era stato proprio il suo amico a farglielo dopo che lui aveva insistito tanto. Il suo aspetto dolce non lasciava per nulla pensare alla sua voce, così profonda, matura, sensuale, una "bomba" nascosta dentro un ragazzo così minuto. Indossava una salopette da lavoro di jeans, sotto questa una leggera maglia bianca attillata con uno scollo a V che lasciava scoperte le clavicole.
Kook era il più piccolo dei tre mentre Taehyung e Jimin erano coetanei. Anche se a sembrare il più piccolo dei tre era decisamente Jimin.
L' appartamento era al primo piano quindi non dovettero nemmeno prendere l'ascensore, idea che andò bene per i primi due giri, al terzo erano già stufi di fare su e giù per le scale.
" Hyung quanti scatoloni dobbiamo ancora portare? "
Si rivolse JungKook ai due amici sbuffando
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Amai-Haru
FanfictionStorie che si intrecciano tra loro. Sette ragazzi ed un unico filo conduttore. Forse tutti alla fine abbiamo bisogno di amore, sta solo a noi riconoscerlo e tenerlo stretto nelle nostre mani. I nostri ragazzi lo troveranno? bhe...