Le prime luci del mattino filtravano appena dentro alla camera e accarezzavano delicatamente il viso di Jin. Il ragazzo, come di consueto, si era già svegliato e , nella pace delle ore precedenti le litigate dei suoi due coinquilini ne stava approfittando per sistemare nell'armadio le magliette appena stirate. Mentre stava mettendo tutto in ordine qualcosa attirò la sua attenzione: una scatola bianca. In realtà la scatola riposava là dentro ormai da anni. Al suo interno ricordi preziosi, ma al tempo stesso tristi, ricordi che, in un certo senso, dopotutto, preferiva quasi dimenticare.
La osservò dubbioso domandandosi se fosse davvero la cosa giusta da fare, ma alla fine la nostalgia prese il sopravvento e prese la scatola fra le mani. Si sedette sul letto e , dopo aver sospirato, fissò l'oggetto sulle sue ginocchia con malinconia ; mentre una leggera sensazione di pesantezza si insinuava in fondo al suo cuore. Chiuse gli occhi e piccoli frammenti di ricordi vissuti vennero a galla:
" Ehi piccolino perché piangi ? "
Aveva chiesto a quel bambino seduto sugli scalini dell'entrata di quella casa , che, agli occhi del piccolo Seokjin, era parsa fin da subito così maestosa. Lui e i suoi genitori si erano appena trasferiti a Gangam, in un quartiere un po' fuori dal centro, dove c'erano solo villette a schiera circondate dal verde e da una strana atmosfera accogliente. Sua madre aveva convinto il marito a trasferirsi in quel quartiere appositamente per stare vicina alla sua migliore amica: le due erano molto legate e, da quando si erano sposate e trasferite in due quartieri differenti , sentivano molto la mancanza l'una dell'altra.
Perciò eccoli lì, Seokjin, in quel momento si ritrovava a fissare quel bambino dai capelli castani, chinato su se stesso mentre le sue spalle seguivano un movimento ritmico dovuto ai singhiozzi. Gli dispiaceva vederlo piangere, voleva fare qualcosa per lui anche se non lo conosceva.
Il bambino alzò lo sguardo su di lui, e due bellissimi occhioni castani arrossati dal pianto lo travolsero
" Non sono affari tuoi, e non sono piccolo! "
Rispose il bambino con un tenero broncio.
Jin lo guardò gonfiando le guance " Ehi non puoi parlarmi così, io sono più grande di te! "
Il minore lo guardò serio per poi tirare su con il naso " Scusa hyung " disse infine chinando nuovamente la testa. A quel gesto le labbra di Jin si incresparono in un dolce sorriso e , così , gli si sedette affianco portando una mano ad accarezzare quei soffici e setosi capelli.
" Non piangere dai, non so cosa sia successo, ma, sono sicuro che sotto quel piccolo broncio si nasconda un bellissimo sorriso. "
Il bambino alzò leggermente lo sguardo puntandolo sul maggiore e, dopo essersi asciugato le ultime lacrime, regalò a quel suo nuovo hyung uno dei suoi sorriso migliori. Uno di quei sorrisi sinceri e genuini, che sanno riscaldarti il cuore, senza malizia o inganni: uno di quei sorrisi che solo i bambini sanno fare
" Grazie hyung, sei gentile. "
La sera stessa i due bambini scoprirono che le loro madri erano migliori amiche e, se già da prima si era instaurato un legame fra di loro, ora si sarebbe rafforzato fino a diventare una bellissima amicizia.
Fu in quelle circostanze che Jin conobbe quel piccolo fantasma del suo passato, ormai diventato un'ombra imprigionata in quella scatola di ricordi.
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Amai-Haru
FanfictionStorie che si intrecciano tra loro. Sette ragazzi ed un unico filo conduttore. Forse tutti alla fine abbiamo bisogno di amore, sta solo a noi riconoscerlo e tenerlo stretto nelle nostre mani. I nostri ragazzi lo troveranno? bhe...