Capitolo 7

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Si fece strada tra i numerosi tavolini del locale. Si sentiva ribollire dentro dalla rabbia ma, nonostante questo, non lo dava a vedere.

Camminava lentamente con fare sensuale, ogni tanto si inumidiva appena le carnose labbra scostandosi con un dito il ciuffo ribelle che gli cadeva davanti all'occhio.

Strinse la mano in un pugno. La vide seduta al solito tavolino, era di spalle e aveva appena poggiato sul tavolo il suo cocktail. Jimin sospirò e con uno scatto si sedette accanto a lei.

Yoona lo stava aspettando e, nel vedere che finalmente era arrivato, gli rivolse uno sguardo colmo di apprezzamento.

" Oh Noona a cosa devo la tua visita? " le chiese gentilmente fingendo un sorriso di cortesia

" Jiminnie sai che quello non è l'appellativo giusto essendo il mio..."

" Per quanto sia vero e la situazione sia questa, sai che non mi ritengo tale. "

Yoona, leggermente infastidita, ma divertita allo stesso tempo, osservò il giovane ragazzo vicino a lei, alzando lievemente un sopracciglio.

" Già, direi che finché non c'è tuo padre anche Noona può andare bene... Ad essere sincera – allungò una mano sul ginocchio del ragazzo- è davvero eccitante avere questo potere di superiorità su di te Park, e obbligarti a fare ciò che voglio."

Si avvicinò al viso di Jimin e aggiunse "Come, per esempio, giocare a fare la parrucchiera con i tuoi capelli perfetti, rendere ancora più sexy il tuo corpo divino è un privilegio di cui mi piace deliziarmi."

Passò la sua mano affusolata tra i capelli di Jimin e iniziò a passarsi tra le dita i morbidi ciuffi mentre lo guardava con un sorrisetto beffardo e i suoi occhi se lo gustavano come una belva famelica di fronte ad un agnellino.

Jimin sentiva il sangue ribollire nelle vene. Stringeva i denti dalla rabbia e guardava con aria feroce davanti a sé. Avrebbe voluto alzarsi in piedi, scaraventare a terra quel tavolino di vetro davanti a loro e fuggire il più lontano possibile da lei. Ma non poteva farlo. Quella ragazza poco più grande di lui purtroppo aveva ragione, lui non era che un misero giocattolino nelle sue mani.

Quel giorno in cui aveva preso quella decisione non avrebbe mai pensato che si sarebbe trovato ingabbiato in questa situazione senza via d'uscita. In quel momento l'unica soluzione era pregare che l'incontro finisse presto.

" Grazie Noona" rispose riprendendo a recitare la sua parte "non saprei come fare senza i tuoi consigli... Pensi sempre al meglio per ME. Dunque se ritieni che con un colore rosso sarei più sexy allora, domani mattina, la prima cosa che farò sarà farmi la tinta che mi hai consegnato. "

" Vedo che ci capiamo caro. " sorrise Yoona ammiccando e iniziò a passargli una mano lungo la coscia.

Jimin tese i muscoli. Decise che era ora di finirla con le stupidaggini e di mettere le cose in chiaro. Le spinse via la mano e si scostò leggermente da lei.

" Cosa vuoi Yoona. "

" Niente. Solo rivederti Jiminnie, mi mancavi e volevo vedere come te la passavi. "

" Non ti credo, sono certo che hai qualcosa di più losco in mente. "

" Può essere... Come anche no." Yoona lo fissò dritto negli occhi " Chissà..." la ragazza si alzò e come il più abile dei felini, con un movimento pieno di seduzione, si sedette sulle gambe di Jimin.

Accavallò le gambe, e il bordo in pizzo nero delle calze autoreggenti fece capolino dalla gonna scura che indossava.

Il ragazzo lo notò subito.

Amai-HaruDove le storie prendono vita. Scoprilo ora