Settimo Capitolo

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"Anche se sono felice di esser entrato nel gruppo . . . Sono un po' triste poiché Levi mi ha chiesto di uscire, solo per questo. Forse mi sono illuso pensando che si fosse interessato un po' a me. Non so perché sono ancora fiducioso, mi conviene chiederglielo così da togliere ogni dubbio" pensò Eren ,mentre stava camminando sotto lo stesso ombrello (rigorosamente nero) del più grande, anche se si doveva abbassare per il semplice fatto che era più alto di lui.
"Accì" . . . Uno starnuto susseguiti da altri, sempre più numerosi da parte del castano, ruppero il silenzio creatosi lungo il cammino.

"Oi moccioso, siamo arrivati" disse Levi, mentre apriva la porta.
Si diressero in camera e, il più grande porse una felpa ed un pantalone da ginnastica neri,presi dal suo armadio, ad Eren.
"Vai in bagno e fatti una doccia, io invece cucino che tra mezz'ora mangiamo".
Il castano annuì in risposta e, si diresse in bagno.
Si spogliò e si guardò allo specchio. C'erano ancora i segni dei tagli che si faceva qualche anno prima, a causa di troppe cose accadute nel suo passato.Ogni volta che li vedeva, pensava che era uno stupido ad esserseli fatti, dato che in questo mondo, se non ti tiri su le maniche, non accade nulla.
Tra l'altro il moro più volte gli aveva chiesto come se li era fatti e,lui rispondeva dicendo che era caduto o inventandosi altre cose.
In tutto ciò ora Eren aveva un altro problema. I boxer.
"Cazzo, adesso devo andare fino alla cucina con solo l'asciugamano attorno alla vita per un paio di boxer (porco schifo, volevo aggiungere)" mormorò Eren mentre usciva dal bagno.

Una volta raggiunta la cucina, vide Levi girato di spalle ,"meglio" pensò.
"L-levi"
"Dimmi" rispose il moro, girando a malapena la testa, ma la rigirò subito per nascondere il suo rossore.
"E-ecco, non ho i boxer e quindi . . ."
"S-Sì va bene, ora te li do e, poi ti misuro la febbre"
"Non credo di averla"
"Ma se prima starnutivi" rispose il più grande, con tono più duro.
"V-va bene".

Quando si vestì, ritornò in cucina, ammirando Levi, il quale,si stava preparando un tè.
"Sto indossando persino il suo intimo" pensò, mentre arrossì leggermente.

C'era troppo silenzio, ma fu interotto dal moro, che disse semplicemente "Eren fatti misurare la febbre"
"N-non serve, veramente"
"Invece si" disse, mentre si avvicinava con il termometro, preso poco prima da un cassetto della cucina.
"Uff, va bene" rispose infine il castano.

Appena il termometro suonò, il moro inconsciamente glielo prese da sotto i vestiti, sfiorando delicatamente la sua pelle ed i capezzoli.
Quando si rese conto del suo gesto, disse solo "H-hai 38.6 di febbre. Domani non andrai a scuola, sennò peggiorerà la situazione"
"Ci devo comunque andare, io vivo al dormitorio"
"Rimani a casa mia, stupido. Comunque ora vado a prendere qualcosa per farti stare meglio " Disse e, nel frattempo si stava dirigendo verso la porta, ma fu interrotto da Eren, il quale disse "L-Levi, sto per v-vomitare".

Ed ecco che il maniaco delle pulizie prese il castano in braccio, e si diresse velocemente in bagno.
"Sta vomitando l'anima ed io sto qui che gli tengo i capelli, sono inutile" pensò Levi.
Gli stava anche accarezzando la schiena, dato che Eren tremava reggendosi a quel cesso, come se fosse la sua salvezza.

Quando finì, il moro lo prese in braccio e, lo portò in camera sua, per poi poggiarlo delicatamente sul letto. "M-mi spiace"
"Forse lo dovrei dire io. Comunque sia, ti vado a prendere una bacinella per il vomito e altra roba. Non ti alzare dal letto".
Però , quando rientrò nella camera, trovò Eren in piedi.
"Oi moccioso, avevo detto che dovevi straiarti"
"Dimmi una cosa"
"Se ti rispondo, poi ti sdrai?"
"Sì"
"Oggi sono venuto qui solo perché mi volevate mettere alla prova. Se non fosse stato per questo, sarei rimasto al dormitorio ?"
"Sì" rispose secco Levi, anche se voleva dirgli che non gli interessava più di tanto la missione, bensì , voleva vedere la sua faccia mentre faceva un qualcosa che gli piaceva (in questo caso cucinare) e voleva conoscerlo meglio, cosa che gli riuscì anche abbastanza bene.

"Quindi per te valgo meno di zero e il fatto che mi stai ospitando a casa tua è un peso?"chiese il castano, cogliendlo di sorpresa.
"Ho detto una domanda, quindi ora stenditi e fatti curare" rispose semplicemente liquidando (?) la conversazione.

Levi passò quasi un'ora a cambiare i panni umidi sopra la fronte di Eren, ma almeno lo poteva ammirare senza farsi notare.
"Prendi la tachipierina che ho appena sciolto nell'acqua. Ce la fai?"
"O-ovvio" rispose il castano.
"Ti conviene dormire"
"Ma se tu hai delle occhiaie gigantesche" borbottò Eren in risposta, ma fu ugualmente sentito dal più grande.
"A differenza tua, io so accettare consigli e poi, non hai mal di testa?"
"Un po', ma è sopportabile"
"Dormi"
"No"
"Perché?"chiese Levi abbastanza curioso di sapere perché opponeva resistenza, anche se si vedeva te e quale che voleva dormire.
"Perché mi dici che devo dormire se non ho voglia?"
"Mi stai sfidando ?"
"Non dico questo. . . Solo che. . . Ultimamente ti vedo stanco e quindi . . . Dovresti dormire anche tu a questo punto".
Levi si stese a fianco ad Eren,il quale si stupì di ciò.
"Ora dormiamo" disse in fine il moro
"Ma non dovevi mangiare"
"Tsk, sei sicuro di non essere lunatico ? O mangio o dormo"
"Ho capito, ho capito. Buona notte" disse semplicemente Eren, ricevendo un "notte moccios" da parte del moro.

Per tutto il tempo Levi fu sveglio, poiché Eren parlava nel sonno, mentre si era praticamente aggrappato a lui come un koala.

Nel frattempo all'istituto. . .

Jean e Marco, come ogni domenica che si rispetti, erano andati a dare una "leggera sbirciatina" agli spogliatoi delle ragazze.
Dato che Marco poteva rendere sia se stesso che un tot di persone invisibili, per Jean era più facile vedere i corpi nudi delle povere ragazze che si cambiavano, magari dopo una doccia o altre cose.
"Marco, guarda! Quella le ha enormi! Secondo te quanto porta? Come vorrei palpargliele" disse Jean.
"Potresti evitare di dirlo?"chiese Marco con una leggera tonalità di gelosia.
"Eddai, non mi dirai che non lo pensi pure tu?"
"Stanno uscendo, ci conviene andare"
"Che noioso che sei"borbottò Jean, ricevendo un'occhiata da Marco.

I due si inoltrarono all'interno del parco, poiché era una scorciatoia per arrivare ai dormitori maschili.
"Jean, aspetta! Mi devo allacciare la scarpa!"
"Ora che vedo le mie scarpe, anch'io dovrei"
Il biondino,non sapeva che Marco gliele aveva slacciate per arrivare a questo punto, ovvero loro due seduti sotto un'albero l'uno vicino all'altro, mentre si allacciavano le scarpe.
"Jean, questa è l'ultima volta che ti accompagno a vedere le ragazze nude"
"E perché mai? Sei essenziale per me!"
A quelle parole, Marco arrossì leggermente, ma si ricompose chiedendo"In che senso?"
"Ma non ti sembra ovvio?"
"No"
"Chi altro ha il tuo potere? Nessuno! Quindi per non poter essere sgamato, mi servi tu"
"Se io non avessi avuto questo potere. . . Saremmo mai stati amici?"
"Saremmo stati comunque amici. . . Però ora mi dici che ti prende ? Perché non vuoi più accompa-"
Jean non finì la frase, poiché si ritrovò Marco a dargli un leggero bacio a stampo. Il suo primo bacio lo ha dato ad il suo migliore amico, anche se quel calore sulle labbra era piacevole, in parte.
"Ora capisci perché non ti accompagnerò più?Ti amo. Mi spiace del bacio, ma io soffrivo ogni volta che commentavi sul corpo di quelle ragazze. Ogni volta speravo che quei commenti un giorno sarebbero stati rivolti a me, ma a quanto pare era solo un'illusione, perciò il bacio è una mia piccola vendetta" disse infine Marco tra le lacrime, perché sapeva che da quel momento in poi, non sarebbe più stato un suo amico.

Curva autrice(?):
Scusate gli eventuali errori grammaticali.

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