Capitolo IX

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La suoneria di un cellulare risuona nella stanza illuminata solamente dalla poca luce dei lampioni fuori casa.
Ma che ore sono?
Abbiamo dormito così tanto?
Intanto Lucas si stacca da me per recuperare il cellulare e fermare quella suoneria assordante che ci ha svegliati, rispondendo alla chiamata.
È una sensazione fantastica stare tra le sue braccia, mi sento al sicuro, nel mio mondo, lontana da tutti, perchè è lui il mio mondo. Lo sento parlare con qualcuno e appena mi volto, finisce e riattacca.

"Chi era?" domando girandomi sull'altro fianco per vederlo meglio.

"Girolamo, un mio amico, dice che ci sarà una festa al 'The Sunset' organizzata da Veronica, e se mi va di andarci...ci vieni?"

"Prima di tutto: che ore sono?" dico ridacchiando.

"Le 22:15" mi risponde gentilmente.

"Mmm...si dai, però prima devo passare da casa mia a cambiarmi i vestiti..."

"No tranquilla, può prestarti qualcosa mia sorella!"

Come? Ha una sorella? E cosa aspettava per dirmelo?

Lui, vedendo la mia espressione confusa, dice come se mi avesse letto nel pensiero: "Si, ho una sorella, gemella, non te l'ho detto perché non lo consideravo molto importante e poi lei è piuttosto, beh, lei..."

"No problem, va bene".

Che faccio? Glielo dico? Mi posso fidare?
Ma sì dai, poi sa più segreti lui che mio padre e mia madre messi insieme.

"Sai, ehm, anch'io avevo un fratello," mi fermo cercando di mantenere un tono di voce costante "lui era più grande di me e quando aveva appena tredici anni, gli hanno rilevato nel sangue tracce di cancro, così ha iniziato a fare controlli molto frequenti e i miei non potevano perdere tempo con me. Anche se avevo solamente cinque anni, capivo che qualcosa non andava; passavo tutto il tempo a casa di Nat, e nel giorno in cui mio fratello si è sentito male, ma stavolta sul serio, io stavo a casa di lei e non ho avuto sue notizie fino a quando i miei non vennero a riprendermi e mi riportarono a casa. Non capivo il perché del loro comportamento, così, quando mi misero a letto, ignari che io non stessi dormendo, scesi giù in cucina dov'erano, ed io, da superspia qual ero, origliai tutti i loro singhiozzi e le loro lacrime cercando di capire quel che si dicevano sottovoce, solo alcune frasi mi rimasero impresse nella mente: "dobbiamo farcela, Federico", "non è facile accettare la morte di un figlio, Teresa".
E da li io capì che mio fratello non l'avrei mai più rivisto" dico tutta d'un fiato.

"Ehi, tesoro mi dispiace moltissimo, ma adesso, pensa: hai tuo padre, tua madre, e me, sopratutto me! Quindi per stasera metti da parte i brutti pensieri e andiamo a quella stupida festa e divertiamoci, okay?"

"Okay."

***

La sorella di Lucas è una ragazza piuttosto simpatica, a mio parere anche molto gentile nei miei confronti. Ha i capelli ancora più rossi di quelli di suo fratello e gli occhi di un verde smeraldo da far invidia allo stesso gioiello. Lucas dice che non si è mai comportata così con le ragazze che lui portava a casa. È stato un gesto premuroso da parte sua prestarmi un vestitino nero corto e semplice per la festa. Come scarpe indosso le Vans nere che portavo prima.

Lucas mi squadra dalla testa ai piedi e dalla sua bocca esce un "wow...sei bellissima" ed io arrossisco.

***

Qui al pub c'è una musica assordante, il dj ha scelto Andiamo a comandare, nonostante sia una bella canzone, il volume è altissimo. Lucas si dirige direttamente al bancone degli alcolici e ordina per entrambi lo stesso drink. Beviamo tutto d'un sorso e mi chiede:

"Ti va di ballare?"

"Odio ballare!"

"Solo una canzone" mi chiede con faccia da cucciolo.

"Eh va bene, ma solo perché sei tu!"

Sorride soddisfatto.

Continuiamo a ballare ininterrottamente.
Menomale che era solo una canzone!

"Amò, devo andare in bagno!" gli dico

"Va bene, ti aspetto al bancone."

Faccio fatica a trovarlo anche perché mi gira la testa per colpa di tutti quei drink bevuti.
Alla fine lo trovo, grazie ad una ragazza dallo shatush azzurro molto carino. Entro nel bagno, apro il rubinetto e lavo il mio viso ricoperto dal trucco, dato che Ilaria, la sorella di Lucas, ha insistito che mi mettessi quella roba addosso. Questo vestito poi è piuttosto corto e quando mi abbasso per legare i lacci delle scarpe, lascia scoperta quasi tutta la coscia.

Mi guardo allo specchio e il mio riflesso mostra un panda mezzo ubriaco che sta per vomitare e in teoria dovrei vomitare, perché mi risale in gola tutto l'alcohol e mi precipito verso il water più vicino.
Ho la gola in fiamme, la testa che sembra scoppiare da un momento all'altro come una bomba a mano e non mi resta altro che ritornare dal mio ragazzo e farmi riaccompagnare a casa. Ma due braccia si impossessano dei miei fianchi, all'inizio pensavo fosse Lucas, ma mi pento che non sia lui. Mi spinge contro il muro e mi bacia con foga, cercando anche di togliermi il vestito. Da quel che riesco a capire è un ragazzo ricoperto di tatuaggi e ha il piercing sul labbro inferiore. Vedo tutto annebbiato e non ho la forza di dimenarmi, perciò resto ferma e impotente. Improvvisamente le sue labbra e le sue mani non si trovano più addosso a me e sento la voce di Lucas che urla qualcosa poi svengo.

Lucas' Pov

Sam non torna. È in bagno ormai da quindici minuti e mi sto seriamente preoccupando, perciò decido di andare a controllare di persona. Lo so che un ragazzo dovrebbe lasciare più spazio alla propria ragazza, però così è troppo!

"Ehi Luke, ti stai divertendo alla mia festa?"

La sua voce è ancora più fastidiosa quando è ubriaca. E odio quando mi chiama Luke! In poche parole odio lei...

"Ciao Veronica, si bella festa, adesso devo andare dalla mia ragazza!"

La pianto in asso così e lei mi guarda in cagnesco, ma non me ne può fregar di meno, voglio solo vedere se Sam sta bene.

Entro nel bagno delle ragazze e vedo un ragazzo tatuato che sta baciando una biondina.

Un momento! Quella è la mia biondina!

"Sta' lontano da lei, pezzo di merda!"

Mi fiondo subito addosso a lui e comincio a tirargli dei pugni, dapprima in viso poi nello stomaco fin quando non cade a terra stordito. Sam non mi guarda, è in piedi lì sulla scena, sembra pietrificata, poi sviene.

Dopo averla presa in braccio a mo' di principessa, la porto via di lì con la macchina di mio padre. Durante tutto il tragitto, sta immobile sui sedili posteriori ed io, più in fretta che posso la porto a casa mia. Ringrazio mentalmente che domani sarà domenica, perché chi sopporterebbe due ore di matematica e una dopo-sbronza?

La casa è silenziosa, chiaro segno che tutti dormono. Salgo le scale con lei in braccio e la faccio stendere sul mio letto. Le tolgo il vestito e le faccio indossare una delle mie magliette. È così bella...dev'essere stata una serata orribile per lei, per fortuna sono arrivato in tempo, altrimenti quel bastardo l'avrebbe stuprata. Smetto di pensare a quel che è successo poco prima e la guardo dormire beatamente.



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