Capitolo II

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Quel giorno lo ricorderò per tutta la vita.
Mi ha cambiata, non sono più la ragazza di quattro anni fa. Infatti, quello è stato il giorno in cui tutto ebbe inizio.

Dopo che mio padre se ne andò, dormì per due ore consecutive.
Appena mi svegliai, corsi subito in bagno e mi feci una doccia veloce dato che si gelava di freddo. Avvolsi attorno al mio corpo un asciugamano e presi dal piccolo armadietto sotto il lavabo, il pacco delle lamette. Ne estrassi una e cominciai a fare piccoli taglietti ai polsi, ma non esagerai poiché era la prima volta.
Mi ritrovai con l'asciugamano ricoperto di sangue, perciò indossai i vestiti
che avevo preso prima dal mio armadio e feci finta di nulla.

Da quel giorno cominciai a farlo con più frequenza e i tagli erano sempre più profondi.
Non ne potevo fare a meno: finora non mi ha mai scoperto nessuno, mio padre pensa al suo lavoro e mia madre, be' lei è a New York. Fa la stilista e per questo non è quasi mai a casa.

Da piccola amavo il suo lavoro, mi piaceva viaggiare, ma adesso la mia priorità è solo l'autolesionismo.

A parte questo, non ho né fratelli né sorelle. I miei parenti sono tutti sparsi nel mondo, non li ho mai conosciuti.

Domani sarà il primo giorno di scuola e mio padre è costretto a portarmici in macchina dato che ho il terrore di prendere l'autobus perché temo che quello che è successo quattro anni fa possa succedere ancora, ma stavolta a me.

Sono quasi le undici e io sono ancora a letto. Dato che è domenica, papà sarà sicuramente a pranzo con i suoi colleghi, e mi toccherà mangiare un panino.

Mi alzo dal letto e mi vesto con un paio di leggings e una delle mie solite felpe larghe.
Dopodiché scendo giù in cucina e mi preparo un panino, mentre guardo le ultime novità sui soliti social network.
Apro Facebook, il quale mi ricorda un evento di quattro anni fa prima che succedesse l'incidente. Eravamo io e Natalie al suo tredicesimo compleanno. Chiudo immediatamente il cellulare e lo butto sul divano.

Alcune lacrime minacciano di uscire, perciò corro immediatamente in bagno e comincio a tagliarmi, alcuni tagli fanno male altri meno ma ci sono abituata.
Mi è solito farlo quando sono giù di morale.

Quando finì, uscì di casa a fare una passeggiata. Erano le tre del pomeriggio, ma almeno in giro non c'era nessuno.
Cammino lungo le vie di Venezia, ma ad un tratto sento dietro di me dei passi, così mi volto e vedo un ragazzo abbastanza carino, sembra conoscermi ma non l'ho mai visto prima.

"Oh! Scusa ti ho scambiata per..."
"Natalie..." dico cercando di trattenere le lacrime.
"Già, le assomigli moltissimo"
"Era la mia migliore amica"
"Mi dispiace...io sono suo cugino Lucas. Non ti ho mai vista da queste parti" dice.

"Non esco quasi mai di casa e nemmeno io ti ho mai visto."
"Non sono di qua."
C'è un silenzio imbarazzante, e Lucas fa una smorfia così gli chiedo: "Cosa c'è che non va?"
"Oh! Nulla...stavo pensando che stasera ci sarà una festa a casa di un mio amico, mi chiedevo se ti andrebbe di venire..."

"Mi spiace odio le feste." faccio per andarmene ma mi blocca il polso.
"Ahia! Mi fai male!" ritiro via il polso per il forte dolore provocato dalla sua stretta.
"Scusami...fa' vedere un pò" e cerca di alzare la manica della felpa ma lo fermo:
"No!" urlo.
Lui sembra molto sorpreso dalla mia affermazione, e si arrende allora decido di andarmene senza nemmeno salutarlo.

Non mi volto neanche e vado direttamente a casa. Salgo su in camera e decido di ascoltare un po' di musica. Sento il mio telefono vibrare così lo prendo e leggo:

《Stasera quindi verrai alla festa?》

Non ditemi che è lui?!

Come diavolo hai fatto ad avere il mio numero?!》

《Segreto :) Quindi verrai?》

《Scordatelo》

Dopodiché chiudo il cellulare e me ne sto sul letto aspettando l'arrivo di mio padre.

《Only you》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora