4. WHAT IF...

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LOUIS
"E se tornassi indietro?" mi chiede Luke sorseggiando la sua cioccolata. Abbiamo legato subito quando sono arrivato qui, cinque anni fa.
"Non mi vorrebbe"
"Io credo di sì. Se vi amate..."
"Io ho cambiato continente, non so se te ne sei accorto."
"Ok. E se venisse a cercarti?"
"Non verrà."
"Cosa ne sai?!"
"Luke, era il mio ragazzo non il tuo. Non lo conosci."
"Lou, mettiamo caso che venga a cercarti. Ci sei? Bene, lui bussa alla tua porta, con il bambino. Gli apri? O lo lasci fuori?"
"Non sa il mio indirizzo. E non chiamarmi così."
"E allora vaffanculo."

Esco dal bar ancora più triste di quando ci sono entrato. So che Luke voleva aiutarmi, ma non ci è riuscito.
Nessuno ci è mai riuscito.
Prendo la mia macchina e vado a farmi un giro in città. Sta per fare buio, quindi decido che starò fuori per poco tempo.
Vado al parco e posteggio. Mi siedo su una panchina davanti al parco giochi. Mi tolgo la felpa che di solito uso per nascondere i tagli. Ci sono tantissimi -troppi- bambini. Uno si avvicina a me e si siede sulla panchina.
"Ciao!" mi dice.
"Ciao"
"Chi sei?"
"Louis."
"Io Matthew. Perché sei rosso sui polsi?"
Cazzo. E ora?
"Non ho niente. Sto bene." dico nascondendo i polsi.
"Mh, okay, ciao."

Per quanto teneri siano, i bambini non mi fanno alcun effetto. Si stima che un bimbo di 5 anni (come quello di Harry, ad esempio) faccia 400 domande al giorno. Io riesco a malapena a decidere cosa mangiare per cena, figuriamoci se avessi un figlio e dovessi provvedere ai suoi dubbi amletici.
Mi avvio verso l'uscita del parco, ma qualcuno mi ferma.
"Aspetta!"

Can We Start Again?                                  larry stylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora