12. WE COME IN PEACE

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HARRY
"Sei sposata?!" urlo.
  "Già, lui non lo sapeva" dice Maggie alla terapista. Scommetto che non lo aveva capito.
  "Harry, posso darti del tu? In che modo sapere del matrimonio di Maggie ti urta?"
  "Non mi urta, mi irrita. Perché mentre lei era al banchetto di nozze, circondata dalle persone più care che ha, io ero non so dove con mio figlio" le dico; credevo fosse ovvio.
  "Già; siamo qui, forse è il caso di chiamarlo NOSTRO figlio, non credi?"
  "Oh, Maggie, tu a Theo hai dato solo una cosa: l'utero. Tutto il resto, l'ho fatto io. I figli sono di chi li cresce, giusto?"
  "Okay, ora calmiamoci tutti quanti. Volete un po' di tè?" sussurra la Hooper.
  Certo che così potrei farlo anche io il terapista. Basta avere uno studio pieno di cuscini Ikea, qualche fiore di qua e di là, un paio di sofà e un master in preparazione di tè e tisane.
  La "Dottoressa" ci chiede di raccontarle ogni cosa di noi due e di Theo. È più che altro un monologo.
  "Ho capito, Harry, che tu e Theo siete molto legati." dice la terapista.
  "Si, ma questo lo sa anche il mio capo. E di certo non ha una laurea in... quella cosa in cui si è laureata lei. Passiamo al concreto" le dico, noncurante di ferire o meno i suoi sentimenti.
  "Ah, e secondo te cos'è il concreto?" mi chiede.
  "Tre cose, Dottoressa. 1) Theo; 2) Soldi 3) Affidamento
  Intanto Maggie continua a guardare un quadro appeso alla parete.
  "Ha già delle idee in merito a ciò?"
  Le spiego il mio punto di vista, e appena mi interrompo lei dice che il tempo è esaurito. Ci dà appuntamento alla seduta successiva, ripetendoci che stiamo facendo molti progressi. Personalmente, l'unico progresso che ho fatto è stato imparare a distinguere se il tè è deteinato o meno solo assaggiando.

Can We Start Again?                                  larry stylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora