Chapter 2

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*JacobMi volto di scatto

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*Jacob
Mi volto di scatto. Un ragazzo mi fissa sorridendo, la sua mano è ancora sulla mia spalla. Alzo lo sguardo per vederlo meglio. Il suo viso è illuminato dalla luce fioca e rossa del tramonto ma riesco a distinguere i suoi capelli castani con alcuni riflessi chiari, i suoi occhi così verdi e il suo sorriso che è fantastico.
-Posso?- chiede indicando la metà della panchina vuota. Annuisco. Lui si accomoda affianco a me continuando a sorridere.
-Non ti ho mai vista da queste parti, sei nuova per caso?-
-Sì, vengo da Los Angeles. I miei hanno trovato lavoro qui- gli sorrido timidamente.
Mi allunga la mano e stringe la mia:        -Jacob, Jacob Sartorius- esclama sfoggiando il suo fantastico sorriso.
-Bella Moner- dico ricambiando la stretta di mano.
Lascia lui la presa staccando la sua mano dalla mia. Mi guarda negli occhi e sento le guance andare in fiamme. Così tanto da distogliere lo sguardo e lui ridacchia.
-Che scuola frequenterai? Domani è il primo giorno- dice guardando il sole che iniziava a scomparire per lasciare spazio alla luna.
-Andrò alla Richmond High School- dico in un sussurro. Non mi era mai capitato di sembrare così timida.
-Fantastico, anch'io!- urla euforico. Sorrido. Aspetta... Che ore sono?! Le 9:30! Devo ancora cenare! E dovevo tornare a casa un'ora e mezza fa!
-Perdonami, devo scappare- dico alzandomi dalla panchina e correndo verso casa. Sento Jacob in lontananza: -Allora a domani!- ma sono troppo di fretta per rispondere e poi devo pensare a cosa dirò a mia madre. Arrivo davanti a casa e, per fortuna, mi accorgo di aver preso le chiavi. Entro cercando di non fare rumore. Appena mi volto trovo davanti a me la mamma che mi fissa con le braccia incrociate.
-Dove sei stata signorina? Io e tuo padre eravamo in pensiero per te...- dice con aria seria.
-Sono stata al parco e ho conosciuto un ragazzo che frequenta la Richmond- rispondo con tono agitato.
Lei invece di arrabbiarsi batte le mani e sembra entusiasta.
-Un nuovo amico dici! E come si chiama?- chiede allegramente quasi si fosse scordata della predica che avrei dovuto subire.
-Jacob- mi sforzo di ricordare. -Jacob Sartorius- sorrido.
-Oh, è fantastico, tesoro! Su ora va a letto che è tardi- dice incalzandomi. Io quindi corro in camera e dopo essermi infilata il pigiama mi addormento pensando che forse la Virginia non è così male.

Bip-bip, bip-bip. La sveglia assordante mi fa svegliare di soprassalto. Sono le 7:15 e sono in ritardo. Fortunatamente non ho problemi a scegliere i vestiti quindi afferro una felpa rosa chiaro e un paio di jeans. Infine infilo le superstar e dopo essermi pettinata è truccata decentemente (no, non è vero. Sono un disastro nel truccarmi!) prendo lo zaino e saluto la mamma prima di uscire di casa. So dov'è la mia scuola dato che quando siamo arrivati ci siamo passati davanti. Sono le 7:40 e tra un quarto d'ora inizieranno le lezioni. Fortunatamente la scuola dista 10 minuti da casa mia a piedi. Sto per chiudere il cancello di casa quando una voce mi chiama.
-Bella!- urla Jacob sventolando la mano in segno di saluto. Mi raggiunge correndo. Indossa la divisa della scuola.
-Ehi Jacob, buongiorno- dico sbadigliando.
-Ti spiace se faccio la strada con te?- chiede accentuando il passo della sua camminata costringendomi a seguirlo.
-No, no. Mi fa piacere!- sfoggio il mio sorriso migliore. Passiamo i seguenti minuti a parlare della scuola, delle lezioni, di quanto sia differente la durata della ricreazione rispetto a quella della mia scuola (infatti dura 20 minuti! Invece la mia solo 10).
Arriviamo e Jacob mi accompagna dalla preside dato che dovevo parlare con lei.
-Io devo andare, ci vediamo dopo!- dice allontanandosi per raggiungere la classe.
L'ufficio della preside è immenso. Lei è seduta dietro la scrivania e mi scruta sorridendo. Poi mi allunga la mano afferrando la mia.
-Mrs. Green-
-Bella Moner- sorrido.
-Bene signorina Moner, benvenuta alla Richmond- dice porgendomi la divisa bianca e blu. Poi mi accompagna fuori dall'ufficio dove noto un noioso ragazzo che fissa l'orologio appoggiato allo stipite della porta.
-Oh, signor Hart!- dice guardando il ragazzo per poi rivolgersi a me -Bella lui è Henry Hart. Ti mostrerà la nostra scuola in queste prime ore- esclama per poi andarsene lasciandomi sola con quello strano e noioso ragazzo. Però, ora che lo guardò bene sembra carino.
Perché in Virginia i ragazzi sono così carini?

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