Capitolo 1

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La gelida acqua del mare mi solleticò le guance, il sale mi stuzzicò la pelle. Immersi di nuovo la testa, la pigra nebbia che mi offuscava la mente addormentata venne scacciata dal rigenerante freddo. Lentamente uscii dal mare, la sabbia scricchiolò sotto i miei piedi nudi. La leggere brezza mattutina mi fece rabbrividire, asciugò qualche goccia che mi colava sulla schiena nuda. Mi fermai ad osservarlo. Se ne stava sdraiato su una sdraio di vimini, una mano a sorreggergli il volto magro, il cappello calato sugli occhi, una sigaretta quasi finita a calargli dalle labbra, l'asciugamano schiacciato dalla sua gamba stretta. Silenziosamente, gli andai vicino, sorrisi accorgendomi che si era addormentato. Dolcemente, gli posai una mano sul collo. Sobbalzò, la sigaretta gli cadde dalle labbra dischiuse. Si guardò attorno smarrito, poi si voltò verso di me, fulminandomi con lo sguardo, -Come diamine fai ad essere così freddo, Goemon?! Siamo morti, per caso?! Perché se questo è l'aldilà fa davvero schifo!- Scossi la testa, il sorriso ancora ad albeggiarmi sulle labbra, -No, ho solo appena finito di fare il bagno... mi passeresti l'asciugamano, per favore?- Con uno sbuffo, liberò il panno dalla sua prigione e me lo lanciò con un gesto stizzito. Lo presi al volo,-Grazie, Jigen.- Grugnì mentre si riparava dall'aria per accendere una nuova sigaretta, lo sguardo fisso sull'oceano grigio del mattino. Frizionandomi i capelli, mi sedetti accanto a lui, il cielo iniziava a colorarsi delle luci rosate dell'alba. Mi destai quando sentii un leggero bacio posarmisi sul collo e scendere poi sulla spalla. Mi voltai di scatto, trovandomi davanti gli occhi di Jigen, vi vidi riflessi i colori del mattino marino misti a malizia e lussuria. Mi rovesciò sul lettino, salendomi sopra a cavalcioni, -Quelle mutande m'inducono in tentazione, mio grande samurai, pensavo lo sapessi...- Mi leccò lascivo il petto, mi succhiò il collo, mi morse le labbra. Brividi di piacere s'impossessarono del mio corpo in balia delle sue carezze bramose. Incapace di resistere, gli catturai le labbra in un bacio umido e focoso, fatto di lingue e denti. Senza staccare le labbra dalle sue, lo liberai dalla giacca, allentai con dita nervose il nodo della sua cravatta, sbottonai in fretta i maledetti bottoncini della sua camicia. M'intrappolò le braccia contro il lettino,allargandomi le gambe con un ginocchio, mi fissò dall'alto, a corto di fiato, -Mi mandi fuori di testa, Goemon...- Ghignai, lanciandogli uno sguardo di sfida, -Pensavo fossi già fuori di testa, Jigen...-

-Ah... sì? Be', allora dovresti proprio vedere quello che ho in mente di fart...- Il rombo di un motore lo interruppe, lo spinse a voltarsi verso la battigia, dove una barca s'era appena incagliata. Con uno sbuffo, si raddrizzò, liberandomi dal suo piacevole peso. Lupin saltò giù dalla barca con un sorriso, -Hai fatto un ottimo lavoro col motore, compare!- Il tiratore sbuffò, -Ci mancherebbe altro... mi hai svegliato alle cinque per quel maledetto trabiccolo...- Gli carezzai una spalla in segno di conforto, il ladro lo fissò con cipiglio, -E allora?! Non puoi dormire sempre fino a tardi!- Lanciò una fugace occhiata a terra, adocchiando la cravatta e la giacca adagiate sulla soffice sabbia, un ghigno ironico gl'increspò le labbra, -E svegliarsi presto ha anche dei risvolti molto piacevoli, a quanto pare...- Sentii le guance diventare paonazze, mentre Jigen sbuffò con stizza, -Avrebbe avuto dei risvolti molto piacevoli se non fossi arrivato tu.- Il ladro scoppiò a ridere,

-Non potevo certo immaginare che voi foste sul punto di fare un giro di giostra, eh! Comunque volevo solo complimentarmi con te per l'ottimo lavoro!- Il tiratore grugnì chinandosi a raccogliere la cravatta. Fissai Lupin, desideroso di cambiare argomento,

-Zenigata è in città... il motore reggerà?- Il sorriso sparì dal viso del ladro, gli occhi gli si empirono di tristezza, -Il motore reggerà di sicuro...- Il tono della sua voce era così serio e malinconico che mi lasciò basito. Lanciai un'occhiata a Jigen, impegnato ad annodarsi la cravatta, e notai che anche lui era rimasto sconvolto da quella sua voce così innaturale. Lupin scosse la testa, -Io devo andare... devo ancora sistemare un paio di cose prima del colpo... stasera vi spiegherò tutto per bene... la barca può anche rimanere qui, è abbastanza nascosta alla vista...- Ci fece un cenno di saluto quando ormai era già lontano. Rimanemmo soli, il silenzio rotto solo dalla sciabordio dalle onde e dal rumore della sabbia smossa dolcemente dalla leggera brezza. Jigen raccolse la giacca, poi si alzò, mi si parò di fronte e mi tese una mano. Alzai gli occhi sul suo volto, un sorriso malizioso alleggiava sulle sue labbra, -Andiamo?- Alzai un sopracciglio, confuso,

-Dove?- Sospirò, mi prese per mano e mi sollevò di peso. Mi strascinò verso la catapecchia che usavamo come rifugio, i granelli di sabbia scricchiolarono sotto i nostri passi...

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