Ero stato fin troppo mattiniero, quella mattina. Dormire, però, era impossibile. Il materasso era duro e cigolante, i sogni erano molesti e appiccicaticci. Non riuscivo a scrollarmi di dosso quelle sensazioni indefinite che provavo da fin troppo tempo. Camminare sulla spiaggia prima dell'alba era un'ottima soluzione, perlomeno l'aria fresca avrebbe potuto schiarirmi i pensieri. Forse, però, la brezza mattutina non bastava. Sicuramente, non bastava. Sospirai, strascinandomi verso il mare. La risacca mi sfiorò i piedi, inumidendomi la punta delle scarpe. Guardai l'orizzonte, stiracchiandomi debolmente. Sentii la spina dorsale scricchiolare e un crampo attraversarmi la spalla. Ero diventato vecchio... vecchio e decrepito. Mi venne da ridere, forse non ero poi così vecchio. Il sorriso mi scomparve dalle labbra, mi lasciai cadere a terra, sedendomi a gambe incrociate sulla sabbia. Dovevo liberarmi da quei pensieri, dovevo dimenticare. Tra me e lui non c'era niente e mai ci sarebbe stato qualcosa. Era impossibile... eppure, anche in questa consapevolezza, non riuscivo a non pensare a lui e alle emozioni che mi faceva provare ogni volta. La tristezza mi assalì. Perché scappava? Ogni volta che fuggiva da me vedevo sparire dai suoi occhi quella scintilla che li occupava quando eravamo insieme. Tracciai qualche riga nella sabbia, sovrappensiero. Dovevo trovarlo... dovevamo chiarire quello che c'era tra noi una volta per tutte. Volevo rivederlo, mi mancava... sospirai. Dove potevo trovarlo? Magari era in una di quelle baracche vicino alla spiaggia risalenti agli anni '50, ma non potevo perquisirle tutte... erano una marea. E poi c'era il caro vecchio problema di trovarci anche Jigen e Goemon che o mi avrebbero fatto la festa o mi avrebbero cacciato. Insomma, come facevo a incontrarlo? Mi tirai in piedi e, stizzito, mi scorlii di dosso i granelli di sabbia che mi si erano incollati ai calzoni. Lentamente, mi avviai verso il paese, tanto valeva fare colazione e poi andare in centrale per compilare il verbale. Mi fermai nell'unico bar della piazza, ordinai un succo al mirtillo e una brioche. Mentre la sgranocchiavo, feci volare lo sguardo sui numerosi avventori che leggevano il giornale o conversavano sebbene fosse solo l'alba... e lui era lì. Non so se fosse opera del caso, del destino o di qualche dio, ma Lupin era lì, seduto ad uno dei tavolini sul retro, a sorseggiare caffè come un cliente qualsiasi. Non distolsi mai lo sguardo da quella macchia rossa, osservai ogni suo movimento, ogni sua espressione. Quando si alzò, pagai in fretta la mia consumazione e uscii anch'io. Stando a debita distanza, lo seguii, perché quella era l'occasione giusta per poter finalmente dirgli tutto quello che... non sapevo nemmeno cosa volevo dirgli. S'infilò in un vicoletto seminascosto, incastrato tra due grandi edifici con i muri giallognoli. Aspettai qualche attimo, poi lo imitai. Teneva le spalle schiacciate contro il muro, le mani conficcate nelle tasche... mi sorrise, cordiale. Ghignai, -Mi aspettavi, Lupin?- Lentamente, si staccò dalla parete, il sorriso ad alleggiargli ancora sulle labbra, -Mi seguivi, Koichi?- Non risposi subito, i suoi occhi fissi nei miei sembravano animati da una strana fiamma. Titubante, ridacchiai, -Non hai risposto, Lupin.- Si strinse nelle spalle, muovendosi con lentezza verso di me. Senza quasi accorgermene, avevo fatto qualche passo indietro, finendo con le spalle al muro. Si fermò, il suo fiato si mescolava al mio, -Non mi chiami più per nome, Koichi?- Deglutii,
-Io... anche tu mi chiami per nome, Lupin.- Sghignazzò, avvicinando il volto al mio,
-La mia non era una critica, Koichi... era una costatazione...-
-Pensavo ti desse fastidio...-
-Non mi dà fastidio, Koichi... che ci facevi sulla spiaggia, prima dell'alba?- Sghignazzai,
-E tu? Mi pedinavi?- Si allontanò di qualche passo, stringendosi nelle spalle,
-Lo ammetto, ti stavo pedinando... cosa ci facevi sulla spiaggia?-
-Respiravo aria fresca. L'aria di mare è molto salutare.- Mi lanciò un'occhiata che mi spezzò il cuore. Scossi la testa, muovendomi verso di lui, -Mentire non serve più, vero?-
-Temo di no, Koichi... tanto vale mostrare le carte, non credi?- Annuii, avevo la gola troppo secca per parlare. Incrociò le braccia al petto, -Che ci facevi sulla spiaggia?- Sospirai,
-Camminavo, pensavo... meditavo...-
-Su cosa?-
-Una questione molto importante.-
-Quale, Koichi?-
-Meditavo su di noi, Lupin.- Sono abbastanza sicuro che smise di respirare per un attimo, temetti quasi di vederlo cadere a pezzi. Fremette, -Cosa hai capito, Koichi?- La voce gli tremava. Abbassai lo sguardo, fissandolo sui miei piedi, incapace di sostenere quello sguardo triste. -Non lo so...- Sentii un rumore sordo seguito da uno scricchiolio sommesso. Perplesso, alzai gli occhi. Soffocai a fatica un urlo quando vidi la sua espressione sofferente e il suo pugno compresso contro il muro. Con un paio di falcate lo raggiunsi. Goccioline di sangue gli avevano rigato le nocche pallide. Senza pensare, accolsi la sua mano sanguinolenta tra le mie, -Cos'hai fatto, Arsenio?- Scosse la testa, cercando di liberare la mano, ma gliela tenni stretta fra le mie. Era quello il suo posto. Pulii le ferite con la manica della camicia, portando lo sguardo nei suoi occhi pieni di frustrazione e rabbia. Sospirai,
-Anch'io mi sento impotente, Arsenio, ma...- Mi bloccai, incapace di proseguire. Puntai lo sguardo sulle nostre dita intrecciate, tentando di eliminare quel nodo che mi si era formato in gola. Con la mano libera, mi prese il mento, sollevandomi il volto con una dolce carezza. Mi guardò come un bambino guarda un fiore raro, con curiosità e adorazione. Gli sorrisi,
-Non so cosa fare... io non... noi non possiamo farci niente, Lupin...- Un'ombra gli attraversò il viso, -No?- Scossi la testa, forse non sapevo come continuare o forse non volevo continuare... ma dovevo dirgli tutto. Stando attento a non fargli male, gli strinsi la mano, -Io sono un poliziotto e tu sei un ladro, noi... siamo nemici naturali... non possiamo stare insieme e... sarà difficile, ma... ho sofferto ogni volta che ti ho visto andar via e... soffrirò anche ora, ma... noi non possiamo continuare così e... io... tu... noi...- Mi posò debolmente un dito sulle labbra, -Non rinuncio a te, Koichi.- Un brivido mi trapassò il corpo. Scosse la testa, -Non m'importa se siamo nemici naturali, sono pronto ad andare contro le leggi umane e naturali per rimanerti vicino. Ho bisogno di te, Koichi. Sei stato una sfida sin dall'inizio, per me. Ogni volta che pensavo ad un piano, tu eri già pronto a mettermi i bastoni fra le ruote. Sempre a sfuggirti, ma tu non hai demorso, mi hai sempre inseguito... ora, però, non voglio più scappare. Un amico mi ha detto che voler qualcuno che non si può avere è una sfida, è come voler rubare un tesoro difficile da rubare... tu sei il mio tesoro, Koichi, e non ti lascerò di certo andare.- Quasi mi commossi. Insomma, non pensavo certo che fosse un tipo così sdolcinato. Sorrisi, baciando delicatamente il dito che ancora teneva sulle mie labbra. Sorrise anche lui, di nuovo i suoi occhi luccicarono, -Ti ho convinto?-
-Certo... ma non osare chiamarmi ancora tesoro!- Scoppiò a ridere,
-Perché no, tesoro?- Gli morsi il dito, notando con una certa soddisfazione che ero riuscito a fargli male, -Ti basta come risposta, Arsenio?- Grugnì, spostando la mano dal mio viso. Sorrisi, schioccandogli un veloce bacio sulla bocca imbronciata, -Andiamo via di qui, così ti medico la mano...- Feci per allontanarmi, ma mi cinse la vita con un braccio, attirandomi a sé. Notai con sgomento che le nostre dita erano ancora intrecciate e che i suoi occhi erano pieni di malizia, -Sicuro di voler medicarmi la mano? Posso dimostrarti che funziona benissimo...- Senza lasciarmi il tempo di ribattere, mi conficcò la lingua in gola, liberandosi dalla mia presa e facendo scorrere le mani sulla mia schiena. Non riuscii a trattenere un gemito quando mi artigliò il fondoschiena, approfondendo anche il contatto delle nostre lingue. Lo spinsi via, -Niente medicazione, ma andiamo via da questo dannato vicolo... voglio toglierti quei maledetti vestiti da dosso il prima possibile!- Sorrise e mi ritrovai a sorridere anch'io come un ebete...
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Il ritorno...
FanfictionSalve a tutti!! Sono tornata con un'altra fanfiction su Lupin III... L'ennesimo colpo andato a segno... un nuovo tesoro che porterà con sé delle novità... e una brutta sorpresa tornata dal passato... *storia a tema yaoi, se non apprezzate passate ol...