*Parte erotica, solito avvertimento e solito consiglio. :-3*
Calciai di nuovo quel povero sassolino. Lui non c'entrava nulla, ma dovevo liberarmi della tensione in qualche modo. L'albergo in cui alloggiava non era lontano dal porto, ma non era nemmeno un albergo, in realtà. Era un motel, uno dei più squallidi che avessi mai visto, ma in una cittadina così piccola non ci si poteva aspettare di certo un hotel di lusso. Lasciai in pace il povero sassolino, osservai l'insegna azzurrognola con disegnate tre stellette nere fatte con un indelebile e presi fiato. Spinsi la porticina in legno e mi ritrovai in una piccola hall con le pareti tappezzate di giallo. I miei passi furono attutiti dalla moquette verdognola e bruciacchiata, raggiunsi in fretta il bancone della receptionist. Mi guardai attorno, gli ospiti sembravano pochi, alcuni erano impegnati a guardare la televisione in un salottino che s'intravedeva appena. La ragazzina cicciottella dietro al bancone marcio mi fissò perplessa. Velocemente, nascose il videogame che stava usando e sorrise, -Buonasera. Desidera?- Mi faceva tenerezza, sembrava così fuoriposto in mezzo a quello squallore. Le sorrisi di rimando, cortese, -Buonasera, signorina... cerco l'ispettore Zenigata, sa se è rincasato?- Annuì, convinta -Certo, l'ispettore è tornato una decina di minuti fa, signore... vuole sapere il numero della stanza in cui alloggia?- Il mio sorriso si allargò. Era tutto così dannatamente facile! -Sì, grazie.- Scartabellò un attimo in una cartelletta rossa stracolma di foglietti e post-it, poi tornò a guardarmi, -Stanza numero 12, signore.- Le allungai una banconota da dieci e mi avviai verso le scale con passo spedito, la moquette mi faceva da silenziatore. Il primo piano era poco illuminato, più triste e squallido del piano terra. Le porte trivellate dalle tarme verniciate di giallo si mimetizzavano con l'orrida carta da parati. La porta numero 12 era, probabilmente, la peggiore. I cardini erano arrugginiti e sembravano reggere la porta a stento, la serratura era ammaccata. Estrassi un sottile fil di ferro dalla tasca della giacca, armeggiai un poco con la serratura e la porta si aprì per magia. Senza fare rumore, guardandomi attorno per scaramanzia, poi scivolai dentro. Era un loculo, non una stanza, piccolo e claustrofobico. Sospirai. Koichi si accontentava davvero di poco! Guardai i vecchi mobili scassati, il piccolo letto polveroso e i tappeti multicolore che ricoprivano il pavimento. Posati su una sedia cadente c'erano i suoi vestiti. Tesi le orecchie. Lo scroscio dell'acqua era inconfondibile, il suono della sua voce canticchiante era inebriante. Veloce, mi spogliai, abbandonando i vestiti sul pavimento. La porticina del bagno era semichiusa, riuscii a entrare senza nemmeno toccarla. Dava le spalle al resto, incastrato in una doccia stranamente grande per una stanza così minuscola. Ne feci scorrere le ante e sgattaiolai dentro. Appoggiai le labbra sul suo collo e arrotolai le bracciai attorno alla sua vita. Sentii i suoi addominali tendersi, i muscoli irrigidirsi. Tentò di voltarsi, ma lo schiacciai contro il muro con il mio corpo. Allungò un braccio e mi strinse i capelli con delicatezza, muovendo il collo per lasciarmi campo libero. Gli morsi la delicata pelle della spalla, strusciando il mio membro semiturgido tra le sue gambe. Lo sentii sospirare, i sensi all'erta. Gli leccai il lobo dell'orecchio, -Ti sono mancato, Koichi?- Girò il viso mostrandomi gli occhi pieni di desiderio. Mi allungai fino a incontrare le sue labbra e poi la sua lingua. L'acqua calda cominciava ad appannare i vetri scheggiati, il vapore circondò i nostri corpi. Feci scorrere le mani sul suo corpo bagnato, raggiunsi il membro duro e lo sfiorai con le dita, facendolo gemere nella mia bocca. Mi morse il labbro inferiore quando lo presi in mano masturbandolo lentamente e con fermezza. Sospirò tra un gemito e l'altro, -Mi sei mancato molto, Lupin...- Protese i fianchi verso di me, le natiche incontrarono la mia erezione umida e ci ritrovammo a gemere contemporaneamente. Leccai le sue labbra spingendomi dentro di lui con lenta delicatezza. La sua presa sui miei capelli si fece più forte, mi conficcò le unghie nel braccio. Lo sentii rilassarsi pian piano, allora cominciai a muovermi... andai con calma, ricoprendogli la schiena di baci e il petto di carezze, volevo assaporarmi quel momento strano e magnifico, ma l'urgenza era davvero troppa. Strinsi il suo membro accelerando sempre più, i suoi ansiti si facevano sempre più alti, cominciò a venirmi incontro, portando le sue mani sulle mie chiappe e attirandomi sempre più a sé. Grugnii, la mano che si muoveva al ritmo delle mie spinte, sempre più veloci e profonde, sul suo membro. Mi riversai in lui, il suo seme caldo mi riempì la mano. Restammo così, uniti, sotto il getto d'acqua bollente. Mi sfilai lentamente, le mani posate sulla parete di fronte alla sua faccia. Si voltò verso di me e mi baciò dolcemente le labbra, gli occhi lucidi, forse per il vapore, forse per le lacrime nascoste. Uscii veloce dalla doccia, ormai non ero più in grado di reggere il suo sguardo. Recuperai i vestiti e li infilai già pronto per andarmene, ma Koichi mi prese per un braccio. Mi voltai a guardarlo, era bagnato fradicio e ansante, da un ginocchio scendeva un rivolo di sangue bagnato, -Arsenio... aspetta...- Scossi la testa ad occhi chiusi, divincolandomi riuscii a liberarmi. Aprii la porta con uno strattone e percorsi il corridoio quasi di corsa, salutando fugacemente la ragazzina della reception. L'aria fresca mi frustò il viso come se volesse punirmi.
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Il ritorno...
FanfictionSalve a tutti!! Sono tornata con un'altra fanfiction su Lupin III... L'ennesimo colpo andato a segno... un nuovo tesoro che porterà con sé delle novità... e una brutta sorpresa tornata dal passato... *storia a tema yaoi, se non apprezzate passate ol...