15.

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Alle 6:50,puntuale,la sveglia suonó,annunciandomi l'inizio di una nuova giornata di scuola.

Quando aprii gli occhi,la prima cosa che vidi era che Savador era ancora steso sul divanetto di camera mia,che dormiva. Chissà se Josh e Amanda erano tornati. Mi scrollai le coperte di dosso,mi alzai e mi sgranchii le gambe,ancora addormentate. Mi avvicinai al divano e tentai di svegliare il ragazzo.<Savy,svegliati.>dissi, scuotendogli di poco il braccio. <Savy dai,facciamo tardi a scuola.> provai per dieci minuti buoni a farlo svegliare,invano. Finalmente,dopo un pó iniziò a muoversi e,controvoglia,aprì gli occhi. <buongiorno. Alzati dai.>dissi.<giorno. Che ore sono?> <Le 7:10. Muoviti se Non vuoi che facciamo tardi. É da un quarto d'ora che provo a svegliarti. Hai il sonno più pesante di quello di Josh,e ti assicuro che ce ne vuole per far alzare lui.>dissi infilandomi un pantaloncino di jeans scuro(ma davanti a Savador? Beh,si. Visto che già ero in slip mi dovevo solo mettere sopra gli shorts,quindi.) <grazie del complimento,gentilissima>disse ironico. <Savy il bagno é quello,datti una lavata e scendi in cucina.>dissi prima di dirigermi verso l'altra stanza.

Preparai due tazze di caffè e ancora con il sonno addosso iniziai a sorseggiarlo. Dopo una decina di minuti,venne anche Sav,si sedette di fronte a me e iniziò a bere.
Presi le due tazze e le lavai. <Mi dispiace che tu abbia dormito sul divano. Se sapevo che dovevi passare tutta la nottata qua ti avrei fatto dormire nel letto con me.> <dici davvero?>disse inarcando un sopracciglio,come se dubitasse delle mie parole. <mi avresti fatto dormire nel letto con te?> <certo,guarda che Non sono senza cuore,so come sia scomodo dormire sul divano.> <si lo so,ma non dicevo perché sei insensibile,é solo perché...credevo che ti avrebbe infastidita dormire nello stesso letto con un ragazzo,nonostante tu sia fidanzata.> <ma dai. Si trattava di dormire,non dovevamo mica fare l'amore.> <in effetti.>

Prendemmo gli zaini e uscimmo di casa. All'ingresso trovammo Nathan,appoggiato di fianco alla porta.<Ciao Nathan>lo salutai. <Ciao Anady e....Savador? Che ci fai qui?> <ho dormito qui,Amanda e Josh stanotte non sono tornati così sono rimasto da Anady.> <ah,okey. Andiamo?>disse. <certo.>e ci incamminammo tutti e tre verso scuola.
Non parlai a Nathan della conversazione che avevo avuto con Dylan,non volevo che si preoccupasse,e soprattutto non volevo che litigasse con lui,era pur sempre il suo migliore d'altronde. O almeno,speravo che lo fossero ancora. Appena vidi Dylan arrivare,tentai di non farmi vedere. Gli avrei parlato dopo le lezioni,ma ora no,non ne avevo per niente voglia.

Le cinque ore sembravano passare molto velocemente,e per la prima volta in vita mia,non volevo che questo accadesse.
Una parte dentro di me non sapeva il perché di quel mio atteggiamento,ma l'altra mi stava informando che nel profondo,avevo timore di incontrare Dylan,e non mi spiegavo neanche io stessa il motivo. Ma forse perché ieri notte ha minacciato di picchiarti???
In effetti,ma io penso(anzi,spero)che fosse ubriaco,che non fosse lucido,perché sono sicura che non avrebbe mai osato dirmi una cosa del genere,non lui. Dylan non é quel tipo di ragazzo,e non l'ho é mai stato.

L'ultima campanella suonó e la scuola iniziò a svuotarsi velocemente. Appena lo vidi,ebbi esitazione nell'andargli vicino,ma alla fine decisi di farmi coraggio. Volevo delle spiegazioni,me le doveva. <Ehi amore.>.mi salutò con un dolce sorriso. Mi schioccó un bacio sulle labbra e non dissi niente,iniziai a parlare non appena si staccó.<Dylan,non...non devi dirmi niente?>dissi seria. <no,perché?>rispose,e dalla faccia sembrava che non capisse a cosa mi riferivo. <Riguardo a quello che mi hai detto ieri notte,alle due,ricordi?>e ancora una volta la sua espressione sembrava confusa. <Ieri notte alle due ti ho chiamata?>chiesi. <si,ma che hai la febbre?> <no. Ma non ricordo di averti chiamata. Ma perché,cosa ti ho detto?> <tante cose,ma per farla breve mi hai minacciata di picchiarmi.>sgranó gli occhi. <Merda,ehm....s-scusami Anady,non avrei mai voluto dirti certe cose. Ieri sera credo di aver esagerato con la birra e quindi....beh,é successo quello che é successo. Mi dispiace,non ero lucido. Io...non direi mai una cosa simile.>dalle parole sembrava dire il vero,la faccia era dispiaciuta e....ma si,era solo ubriaco,si spiega tutto. In quel momento,dentro di me tirai un sospiro di sollievo. Mi rassicurai,sapendo che lui non avrebbe mai osato mettermi le mani addosso,l'alcool aveva avuto il suo effetto e quindi...insomma,avete capito. Sorrisi e lo tirai a me,abbracciandolo. <Meno male,mi sono quasi spaventata sai. Pensavo che mi avresti picchiata davvero.> <amore non lo farei mai. Credimi.>rispose,accarezzandomi i capelli. <Ti credo,amore.> <andiamo via insieme?>mi chiese dopo un pó,staccandosi da me. <Va bene,però aspetta,avverto Nathan,solitamente me ne vado con lui.>feci per muovermi ma mi strattonó violentemente a se per il polso. Rimasi spiazzata da quel gesto. <Oh,scusami. Spesso non controllo la forza. Volevo solo dirti che non c'era bisogno di avvertire Nathan,lascialo stare>disse mettendosi una mano dietro la nuca. Aveva parlato ma io ormai non lo sentivo più. La mia mente pensava solamente a quel gesto,così possessivo,così violento. Rabbrividii. No,era solo una mia impressione,"lui non è così,lui Non é così."mi ripetevo in mente,per tranquillizzarmi. Sto diventando paranoica forse,faccio una tragedia per ogni cosa. Non ha fatto nulla di male in fondo,magari non sa davvero controllare la forza. Si,è  sicuramente cosi. Mi limitai ad annuire,lui mi prese la mano e sorridendomi,iniziammo a camminare.

Innamorata Del Ragazzo Della Mia Migliore Amica.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora