Rimasi lì,ferma a guardare la grande porta d'acciaio,come una bambola,mentre la mia mente tentava una valida spiegazione a quello che era appena successo:no,non ero ancora pronta ad affrontare una cosa del genere, avevo bisogno ancora una volta di far finta di niente,di pensare che in realtà si trattava solo delle mie solite,stupide,fottute paranoie.
La porta si aprì,e Josh entró in casa.<ciao Anady.>disse lasciandomi un bacio sulla guancia e andó in cucina. Non mi voltai,neanche per guardarlo negli occhi. Non dissi una parola e non mi smossi d'un millimetro,ormai ero come intrappolata nel nulla,nel vuoto dei miei pensieri e delle mie mille paure che la mia testa stava acquisendo,secondo dopo secondo.
Dopo qualche minuto,Josh mi ritornò vicino e mi mise una mano sulla spalla. <An che c"é?>non risposi,non ci riuscii. <Anady,così mi spaventi. Stai bene? Anady,riprenditi. Anady,hey rispondi.>Inizió a scuotermi delicatamente e solo in quel momento mi ripresi. Sbattei velocemente le palpebre e mi voltai verso Josh. <hey ,stai bene?> <e?ehm....si,si tranquillo.> <non me la racconti giusta. Anady dimmi la verità.> <Josh sto bene,davvero.>dissi,e corsi in camera mia...
Non sapevo che fare,cosa pensare,a cosa credere. Mi sentivo come un pesce fuor d'acqua. Mi buttai sul letto e presi a guardare insistentemente il soffitto, bianco,pieno di crepe e segni di tutta una vita passata. Mi sentivo così strana,un inspiegabile senso di vuoto si fece largo dentro di me,in poco tempo. Come la droga che pian piano inizia a espandersi,entra in circolo nelle tue vene,e non puoi fare niente per evitare i suoi effetti,niente di niente. Dopo un pó,distolsi lo sguardo e, senza neanche volerlo, lo posai sulla mia vecchia chitarra. Era da tanto che ormai non la suonavo,ma, per qualche strano motivo, Mi era tornata voglia di ricominciare,di prenderla tra le mie braccia e di strusciare con forza le unghie sulle corde, su quelle corde dure,che al loro solo vibrare Mi davano sicurezza e forza. Non resistetti. Mi avvicinai ad essa e la presi. Con i polpastrelli la sfiorai delicatamente, spogliandola dallo strato consistente di polvere.
Mi sedetti sul letto,accovallando le gambe,e iniziai a sfregare con determinazione,facendone uscire una dolce melodia,una canzone che ho sempre adorato,"mirror". Quanto la amo:
Aren’t you something to admire, ‘cause your shine is something like a mirror
And I can’t help but notice, you reflect in this heart of mine
If you ever feel alone and the glare makes me hard to find
Just know that I’m always paralell on the other sideTraduzione:
Non sei forse qualcosa da ammirare
perchè il tuo splendore è qualcosa che somiglia ad uno specchio
E non posso fare a meno di notare che il tuo riflesso di proietta nel mio cuore
Se ti sei mai sentita sola e il bagliore mi rende difficile trovarti
sappi solo che ti fisso sempre dall’altra parte.Chissà perché,quella canzone sembrava riflettere perfettamente i miei pensieri,come se li capisse,li sentisse,e li mutasse come per magia in parole,accompagnate da una dolce e nostalgica melodia.
Smisi di cantare ma sentii una voce maschile,che continuó. Ritornai a suonare la base,mentre le parole mi scorrevano sulla pelle,penetravano all'interno di essa,lasciandomi dei segni invisibili ma indelebili. Quella voce era a dir poco meravigliosa,metteva i brividi.
'Cause with your hand in my hand and a pocket full of soul
I can tell you there’s no place we couldn’t go
Just put your hand on the past, I’m here trying to pull you through
You just gotta be strongTraduzione:
Perchè con la tua mano nella mia mano e una tasca piena di sapone
posso dirti che non c’è posto dove non possiamo andare
Metti solo la mano nel passato, sono qui e sto provando a spingerti attraverso devi solo essere forte.Rimasi pietrificata,ammaliata da quelle frasi così pure,così belle,così dannatamente vere e sincere. Mi ripresi,sentendo una mano che mi accarezzava,lui,l'unica persona che non mi ha mai abbandonata,neanche nei momenti peggiori,che non mi ha mai mentito, che ha passato la sua vita sempre accanto a me,il mio migliore amico. Era lui,quella bellissima voce che aveva continuato a cantare la mia canzone,lasciata in sospeso da me. Era dolcissimo. Mi voltai verso di lui,e i nostri occhi si inchiodarono,i miei blu intenso,come un mare in tempesta, profondo, incattivito, selvaggio,...nei suoi celesti,quasi trasparenti,come il mare calmo, piatto, dolce e tranquillo. Quel mare che ti sa cullare dolcemente, che non fa altro che scorrerti delicatamente sulla pelle, dandoti un senso di pace. Due colori,così diversi eppure così simili,come noi due infondo. Si accovacció davanti a me e io non potei fare altro che seguire con interdizione ogni suo movimento. <Era da tanto che non ti sentivo suonare la chitarra. E....cantare. Hai una voce da perdere il fiato.> <tu hai una voce che mette i brividi,pura,profonda,calda,di una dolcezza unica e speciale.> <Come te.> <che intendi?> <unica e speciale...come.te.>disse senza un filo di imbarazzo. Non potei far altro che sordidergli. Perché era così...così....dannatamente dolce? <Nathan,ma...che ci fai qua?>chiesi ad un tratto. <Volevo sapere come stavi. Ho visto come Dylan ti ha...strattonata,oggi e...volevo assicurarmi che tu stessi bene>
<tranquillo,sto bene. Credo che Dylan abbia qualche problema suo,personale,ma non penso che sia un tipo che usa le mani.Insomma,tu sei il suo migliore amico e sai bene che non é un ragazzo ossessivo e violento.>dissi,come a voler convincere più me stessa che lui. <Si,però...comumque cerca di stare attenta. Qualsiasi cosa dimmela.>disse,quasi con timore.
<c-certo.>dissi,poco convinta delle mie stesse parole
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Innamorata Del Ragazzo Della Mia Migliore Amica.
RomansaAnady,é una ragazza di 17 anni,che fin da piccola nutre un profondo amore verso Dylan,18 anni,legato a lei da una forte amicizia. La sua vita é come quella di tante adolescenti,ma verrà presto sconvolta quando lei verrà a conoscenza del fatto che Ge...