9. Quell'orrendo maglione a righe

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And when you're feeling empty
Keep me in your memory
Leave out all the rest
Leave out all the rest

Leave out all the rest - Linkin Park

Lestrade arrivò quasi due ore dopo, trovò il suo consulente ancora seduto contro la parete della cella frigorifera con in grembo il corpo esanime dell'unica persona per cui lui avesse provato dei sentimenti genuini, umani. «Non l'ho salvato Greg.» continuava a farfugliare mentre cullava John, come se stesse cercando di farlo addormentare. Ci vollero tre uomini alti un metro e ottanta per riuscire a dividere Sherlock da John. Quando le sue mani lasciarono il corpo senza vita dell'amico, Sherlock si sentì come una bambola di pezza cui avevano tolto l'imbottatura. Si sentiva svuotato di qualsiasi energia vitale, la nuova ondata di ossigeno che aveva accompagnato l'arrivo della polizia sembrò non fargli alcun effetto. Gli sembrò di non aver più dei polmoni per respirare, di non aver più delle gambe che potessero reggere il suo peso. Eppure sentiva di avere ancora un cervello per pensare, un cervello che pulsava dolorosamente ricordandogli quanto tutto quello che aveva appena vissuto fosse successo davvero.
Greg gli avvolse le braccia intorno alla via e lo sollevò, ma nel momento stesso in cui sembrava essere riuscito a sistemarlo in posizione eretta, il genio gli crollò letteralmente tra le braccia. L'ispettore lo strinse a se con forza, sentiva il suo torace espandersi e restringersi irregolarmente contro il suo. Gli appoggiò la mano sui ricci e lasciò che le lacrime rigassero anche le sue guancie, unendosi a lui in quell'atroce pianto silenzioso.

-

Sherlock passò la punta dell'indice sul profilo dello scatolone, gli sembrò di essersi reso conto solo in quel momento di quanto il cartone fosse un materiale sgradevole al tatto. Indugiò ancora qualche secondo su quel ciglio ruvido prima di lasciare che le proprie mani affondassero nel morbido contenuto della scatola. Ma come diavolo facevano a piacerti? Pensò Sherlock mentre sollevava in aria uno di quegli assurdi maglioni a righe che quasi erano diventati l'epiteto di John.

La sua mente tornò per qualche secondo a quella mattina.

«Harry passerà a prendere le cose John domani mattina.»

«Va bene, Mrs Hudson.»

«Sherlock?»

«Mh?»

«Come stai?»

«Credo che il nostro taxi diretto alla chiesa St Mary-le-Strand sia arrivato.»

Si portò il maglione al cuore e vi affondò il viso, sentì il profumo di schiuma da barba solleticargli le narici. La sua schiuma da barba. Inspirò profondamente lasciando che ogni singola nota di quella fresca fragranza lo invadesse, dandogli l'illusione, per qualche istante, che riuscisse a colmare parte di quel vuoto che gli appesantiva il petto.

Un lacrima solitaria gli rigò la guancia, costringendolo ad usare il polsino della camicia per asciugarsi. La rigida stoffa inamidata gli ricordò come non si fosse ancora cambiato dal funerale, che si era concluso più di quattro ore prima. Il ricordo di quella dannata, inutile e decisamente troppo appariscente cerimonia militare lo irritò a tal punto che iniziò a stringere i pugni attorno alla lana soffice, fino a far sbiancare le nocche. Gli era stato chiesto di fare un discorso e lui aveva accettato solo per evitare eventuali discussioni con chi avrebbe comunque insistito per farglielo fare. Ma quando si era trovato davanti a tutte quelle persone che, con i visi arrossati, lo fissavano aspettandosi chissà quale discorso gli unici suoni che uscirono dalla sua bocca furono dei balbettii senza senso fra i quali si riuscirono a distinguere solo le parole 'Perdonami John'. Ancora una volta si era sentito incapace, impotente e deludente. Sì, sentiva di aver deluso John, nuovamente. Quel pensiero lo aveva sopraffatto tanto che, senza aggiungere alcunché, aveva girato i tacchi, percorso la navata laterale della chiesa in fretta e furia e aveva atteso la fine della funzione seduto sulle gradinate del sagrato.

Locked In || Johnlock Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora