5. Danno Collaterale

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" And if you want to talk about it anymore,

Lie here on the floor and cry on my shoulder,

I'm a friend"

- Cry, by James Blunt


«Okay, grazie.» il detective Lestrade chiuse la chiamata e scaraventò il telefono contro la parete del suo ufficio.

Incapaci, ecco cosa siete! Fu quello che realmente avrebbe voluto dire alla squadra mobile che, insieme ad altre dodici, stava setacciando tutti i quartieri di Londra alla ricerca di Sherlock Holmes e John Watson.
Dove sto sbagliando? Continuava a chiedersi passando la mano, ormai costantemente inumidita da sudore freddo, tra i capelli brizzolati. Camminava avanti e indietro senza sosta buttando, di tanto in tanto, un occhiata verso il tablet appoggiato sulla scrivania per cogliere tempestivamente qualsiasi suggerimento potesse venire dai due ostaggi.

Le parole del direttore della polizia metropolitana gli ronzavano in testa, fastidiose come zanzare nelle orecchie.

"Se si dovesse arrivare a negoziare con il rapinatore ricordatevi che la priorità è Holmes, se deve esserci un danno collaterale sarà necessario sacrificare il Dottore, tutto chiaro? Holmes ci serve." Lestrade avrebbe voluto obbiettare, ma sapeva che ai piani alti non avrebbero capito. Quella mandria di burocrati non avrebbe saputo guardare oltre il proprio grosso naso incipriato, la loro ottusità era tale da non accorgersi di quanto John servisse a Sherlock tanto quando Sherlock servisse a Scotland Yard.

Il cigolio metallico della porta del suo ufficio interruppe il continuo frusciare dei documenti e delle cartelle che Lestrade stava lanciando in aria, in preda alla disperazione più nera.

«Greg?» la voce di Molly Hooper era ormai rotta dai numerosi pianti, che continuavano a susseguirsi ad intervalli sempre più brevi. Gli occhi da cerbiatto erano cerchiati di rosso e dallo chignon, realizzato attorcigliando gli spessi capelli color miele attorno ad una matita, alcuni ciuffi spuntavano ribelli lambendo il colletto del camicie che, nella fretta di raggiungere la centrale, non si era ancora tolta.

«Mi sento perso, Molly.» disse il detective sospirando. «Senza di lui, senza loro io... sono perso.»

Prese il tablet tra le mani e si mise e abbassò lo sguardo su di esso, senza però prestare davvero attenzione a quello che stava guardando.

"Il fuoco?"
"Sì, Sherlock è un indovinello per bambini: il fuoco mangia la legna, finche gli dai legna lui magia"
"E il secondo?"
"Il fumo. Non c'è fumo se non c'è..."
"Fuoco"

Lestrade non capiva di cosa stessero discutendo, ma da quando avevano trovato anche loro un tablet, non facevo altro che blaterare riguardo a indovinelli, fratelli e Shekespeare. Gli sembrava di guardare una pellicola cinematografica logora, dove i discorsi degli attori venivano distorti tanto da farli apparire sconclusionati e senza senso.

«Greg...» la giovane patologa di schiarì la voce per renderla più ferma.

«Non riesco a non pensare a come l'unica persona che potrebbe mettermi sulla strada giusta, che potrebbe dirmi in cosa sto sbagliando, sia rinchiusa chissà dove e che l'unica persona che avrebbe saputo come aiutarmi per trovarlo è rinchiuso insieme a lui.» disse tutto d'un fiato. Tirò un calcio alla sedia dietro alla sua scrivania.

«Per l'amor del cielo Greg! Così non aiuti nessuno.» lo rimproverò con un tono tanto deciso da suonare strano persino a se stessa.

L'uomo si immobilizzò per qualche secondo, per poi lasciarsi cadere per terra.

Locked In || Johnlock Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora