3. Strani incontri.

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[...]
Questo primo giorno non sta andando per nulla bene...
Portano così il banco e mi siedo, poggiando lo zaino vicino alle mie gambe.
Dopo una mezz'oretta qualcuno mi picchietta la spalla e arriva alle mie mani un foglio di carta.
Cerco di leggerlo senza farmi vedere dall'insegnante che continua nel frattempo a parlare ininterrottamente.
C'è scritto:
"Belle le mutandine, Hest."
"Cazzo..." Dico a bassa voce tra me e me, tirandomi su i pantaloni, mentre sento le risatine delle mie compagne aumentare sempre di più.
La Smith è sorda a quanto pare.
Le ore successive passano molto velocemente e fortunatamente nessuno mi ha dato più tanto fastidio.
Per oggi.
La campanella dell'ultima ora suona, ma il prof Greg, vuole farci aspettare un po' prima di uscire.
Credo che in tutto questo posto lui sia il docente migliore, è parecchio simpatico ed insegna scienze, una materia che mi piace abbastanza.
Dopo quel momento d'attesa finalmente ci fa uscire ma purtroppo (o per fortuna, punti di vista) qualcosa mi sbatte contro, facendomi cadere a terra.
O meglio, qualcuno.
"Merda...ma non potresti guardare dove vai?" Dico un po' dolorante e alzando lo sguardo verso lo sconosciuto che mi ha appena travolta
"Oh, emh, scusa, non volevo" Dice.
Per un attimo rimango impietrita.
È un ragazzo molto alto e con dei muscoli che si intravedono attraverso la canotta attillata che indossa.
È parecchio abbronzato in volto e ha degli occhi magnetici, color verde prato, sinceramente non ne ho mai visti di più belli. Poi ha dei capelli di un castano scuro, né troppo lunghi né troppo corti diciamo.
Mi porge la mano per aiutarmi ad alzare ed uno smagliante sorriso mi incanta.
Non mi capita spesso di arrossire, questa è una di quelle situazioni.
E non mi ha nemmeno fatto un complimento, ma cosa mi prende?
"Posso fare qualcosa per farmi perdonare?" Mi chiede gentilmente
"Oh, no, niente, non preoccuparti."
"Almeno dimmi il tuo nome"
"Carol. Carol Hest. E il tuo?"
"Brandon Baker, scusami di nuovo, ma comunque guardo il lato positivo, questo strano incontro mi ha fatto conoscere una ragazza molto carina" Dice con aria felice.
Non riesco a non trattenere un sorriso.
Dopodiché se ne va.
Ma comunque le stranezze non sono finite qui, perché sempre mentre sto attraversando il lungo corridoio per uscire dalla scuola mi sento come se qualcuno mi stesse osservando.
Mi giro e vedo uno di quei classici secchioni sfigatelli che mi sta appunto fissando.
Faccio finta di niente ed esco, non dando troppo peso alla cosa.
Invece di andare a casa però, come detto stamattina, prima voglio prendermi qualche minuto per stare sopra quella collinetta.
Una volta arrivata alla cima mi stendo, è davvero rilassante qui, rimarrei a fissare il paesaggio verde che nascondeva e le nuvole bianche per ore.
Inoltre posso anche notare da qui tutta la scuola.
"Però il momento migliore è la notte" Sento dire da qualcuno dietro di me.
Mi giro di scatto e vedo il tizio che prima mi stava osservando.
"Cosa?" Domando
"Vedere le stelle qui è davvero stupendo, te lo assicuro."
"Scusa ma chi saresti?"
"Mi chiamo Sam Cooper, sei nuova tu vero?"
"Mh, sí."
"Guarda che non ti mangio mica, potresti dirmi anche tu il tuo nome."
"Carol Hest."
"Beh, piacere Carol." Dice provando a stringermi la mano,che però io allontano.
"Mi stavi seguendo per caso? Mi guardavi anche in maniera strana in corridoio."
"Non pensavo che ci fosse il divieto, chiedo venia. E comunque non ti stavo seguendo, sei tu che hai invaso il mio posto."
"Che intendi dire?"
"Questa è la mia collina, cara."
"Non avevo notato ci fosse il tuo nome sopra, chiedo venia" Affermo cercando di imitarlo.
"Fino a prova contraria sono io che vado su questa collina ogni volta che terminano le lezioni, quindi o la condividiamo o vai via."
"Scelgo la prima solo perché mi piace stare qui."
"Perché per cosa avresti dovuto sceglierla altrimenti?"
"Lascia stare."
Guardandolo bene noto che anche lui ha degli occhi stupendi, di certo non come Brandon.
Sono azzurri, chiari come questo cielo.
Poi ha dei capelli corti di un castano chiaro e indossa occhiali.
Non è il solito sfigatello cesso dai.
"Ti stai vendicando?" Dice scherzoso.
"Di cosa dovrei vendicarmi?"
"Prima ti stavo osservando,no? Ecco, anche tu stai facendo la stessa cosa adesso."
Non mi ero infatti nemmeno accorta di essere rimasta ferma a vedere e quasi analizzare tutti i suoi tratti.
Non nego inoltre che sia anche un tipo abbastanza strambo.
La nostra conversazione viene comunque bloccata dallo squillo del mio cellulare.
Lo tiro fuori dalla tasca e come immaginavo, è mia sorella.
"Che vuoi?"
"Carol perché non sei ancora tornata a casa?"
"Perché mi hanno rapita, guarda. E comunque ti toglierei sicuramente un peso se mi portassero via."
"Non fare la spiritosa e vieni subito qui, è da un sacco che ti sto aspettando per mangiare e non ho nemmeno il diritto di preoccuparmi?"
"Ciao Carì,ciao." Riattacco.
"Chi era?" Chiede incuriosito Sam.
"Non deve interessarti." Dico fredda io, non mi fido molto di lui.
Mi incammino così per tornare a casa prima che Carissa mi venga a prendere con la forza ma sento lui che dice con fare malinconico:
"Domani tornerai? Potrei concederti la mia collina ancora per qualche altra volta. È bella, ma è più bella quando c'è qualcuno..."
Così io mi giro e affermo:
"Non ti prometto niente."
Per poi andare a pranzare.

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