17. Addio Sam.

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[...]
"È normale che io non mi senta alcune parti del corpo?"
Il mio respiro si ferma per un attimo al suono di quelle parole.
"Beh...sì cioè, credo di sì, f-forse sarà l'impatto." Tento di dire.
"Mh." Si limita a commentare lui, girando la testa da un'altra parte.
Di questo ho veramente paura
Potrebbe aver perso la sensibilità in alcune zone?
"Se posso chiedere...quali parti non senti più...?"
"Soprattutto le gambe, non riesco a muoverle." Prova ad accennare un finto sorriso per non farmi preoccupare, ma la cosa non risolve la situazione.
Devo assolutamente parlare di ciò con qualcuno, ho paura potrebbe succedere il peggio.
Provo per un attimo però a cambiare discorso.
"Ricordi cosa ti è successo? Cosa stavi facendo prima?"
"Praticamente è accaduto tutto un'oretta dopo il nostro "incontro". Avevo sentito Carissa, mi aveva detto che non eri ancora tornata a casa, quindi preoccupato ho deciso di andare a cercarti. Stavo attraversando la strada e una macchina mi ha appunto investito. Dopo questo il nulla. Mi sono risvegliato qui. Comunque ho scoperto che il guidatore era un'ubriaco, è pure scappato quello stronzo una volta avermi travolto..." Dice cercando di tossire il meno possibile.
Vedete?
È tutta colpa mia.
Ma perché sono sempre così testarda?
Sam ora si trova in queste condizioni perché io sono una bambina immatura, che invece che affrontare la situazione ha deciso di andarsene da casa.
Poi quell'altro, se lo trovo giuro che ci spacco la faccia...
Ma che cazzo dico, dovrei spaccare a me la faccia.
"Ah..." Dico tentando di sorridergli.
"Ma...ma ora sto meglio, un po' indolenzito, ma meglio, e poi farmi investire era una delle cose che volevo fare prima di morire, giuro eh!" Scherza per tirarmi su il morale.
"Io credo sia arrivato il momento di farti riposare." Affermo togliendo la mia mano dalla sua stretta.
"No, no, ti prego. Rimani un'altro po' con me."
"Forse dopo ripasso, o anche domani." Rispondo ed esco dalla stanza dopo aver visto lui annuire con la testa triste.
Il dottore di prima mi stava aspettando fuori e appena vede che sono uscita, fa per andarsene.
"A-aspetti."
"Mi dica." Afferma con aria gentile.
"I suoi problemi respiratori sono peggiorati?"
Prima di rispondermi si avvicina di più a me.
"Purtroppo sì, ma per fortuna non di moltissimo, abbiamo paura che però come la miopia, dopo questa brutta botta, possano col tempo diventare sempre più problematici." Dice a bassa voce.
"Potrebbe morire?" Domando io.
"Adesso diciamo che non si trova in condizioni ottimali, ma la morte per ora non la rischia. Per questo problema ai polmoni però, se peggiorasse a tal punto da non permettergli più che l'ossigeno entri nel suo organismo, e quindi di respirare, c'è la possibilità."
"E non esiste una...cura?" Chiedo.
"Dovremmo fare un intervento molto delicato fra qualche anno, ma adesso studieremo il paziente e controlleremo per bene questo problemuccio."
"Okay...un'ultima domanda. È normale che non si senta le gambe?"
Il dottore sospira.
"Noi non glielo abbiamo voluto dire perché non volevamo allarmarlo e peggiorare le cose...ma c'è la possibilità che Sam non possa più tornare a camminare, signorina."
Il mondo in un attimo mi è crollato tutto addosso.
Dovrà quindi stare sulla sedia a rotelle?
Praticamente gli ho rovinato la vita.
Ormai quando mi affeziono ad una persona, dopo un po' devo allontanarla, altrimenti questo succede.
Riesco sempre a rovinare tutto.
Se penso che sono causa del male di Sam, mi prenderei subito a pugni, fino a rovinarmi questa mia maledetta faccia.
Mi "consola" almeno il fatto che lui non ce l'abbia con me, è troppo buono, ma io ce l'ho con me.
Qui vicino c'è uno specchio e d'istinto mi guardo.
Sono un'orrore allo stato puro
Anzi: errore allo stato puro.
Così diciamo proprio che è più appropriato.
Decido di tornarmene a casa da Carissa, tanto ormai.
Passa una mezz'oretta e finalmente mi ritrovo davanti a casa.
Prendo le solite chiavi di riserva e apro la porta.
Il mio sguardo arriva subito a mia sorella, che si trova seduta al tavolo della cucina con le mani nei capelli.
Pare incredula nel vedermi.
"Carol o mio Dio! Mi sono preoccupata così tanto per te!" Fa per abbracciarmi ma io mi scanso, non vede come cazzo sto?!
Lei rimane un po' delusa dalla mia azione, ma decide di non darlo a vedere cambiando discorso.
"Mi dispiace tanto per Sam...ho saputo dell'incidente, domani se vuoi lo andiamo a trovare insieme."
Decido di andare in camera mia senza risponderle, sottintendo il fatto che adesso non ho proprio voglia di parlare e desidero rimanere sola.
Naturalmente mi chiudo a chiave e mi butto a peso morto sul letto, soffocando i miei pianti con il cuscino.
Ben presto arriva ora di cena, ma io non tocco cibo e vado a controllare il telefonino che avevo spento ormai da questo pomeriggio.
Ci sono 13 chiamate perse da Carissa
5 da Sam
E vari messaggi, soprattutto da Elvis, che si dispiace per l'incidente.
Subito dopo vado a dormire, voglio un singolo momento di pace in questa giornata di merda.
Purtroppo non sogno di nuovo i miei genitori ma nella notte, si susseguono vari incubi che sembrano non finire mai e molto spesso, a causa di essi, mi sveglio urlando.
"Carol, sicura che non vuoi che venga a dormire qui?" Mi chiede preoccupata Carissa.
"No...stai tranquilla, va tutto bene."
"Secondo me no. Se vuoi prendo il cuscino e dormo a terra."
"N-non ce ne è bisogno"
"Okay, porto il cuscino."
Per fortuna quando arriva mia sorella, i miei incubi cessano e per qualche oretta posso dormire sonni tranquilli.
La cosa che mi preoccupa più di tutti, è che se Sam non dovesse più tornare a camminare, non sarebbe più lo stesso.
Ho paura di non rivederlo più sorridere, essere felice, scherzare e andare insieme a me sulla nostra collina.
Ho paura che dopo questo avvenimento possa cambiare e se accade io non me lo perdonerò mai.
MAI.
Ho paura di dover dire addio al vecchio Sam.

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