7. L'apparenza inganna.

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[...]
Mi sta per baciare?
Manca davvero poco ad avere le sue labbra sulle mie.
Nel momento cruciale però vedo l'orario all'orogio bianco appeso davanti a me
Rimango con gli occhi spalancati quando mi ricordo che avrei dovuto ringraziare Sam, il quale probabilmente è rimasto un sacco di tempo ad aspettarmi sulla "nostra" collina terminate le lezioni.
Non so veramente che fare.
Allora decido di seguire l'istinto.
Proprio nel momento in cui sta mettendo la sua mano dietro la mia schiena per avvicinarsi ancora di più, mi ritraggo di scatto.
"Scusa...devo proprio andare." Mi limito a dire prendendo lo zaino e andandomene via senza attendere nemmeno una risposta.
Mi dispiace di essere passata per la maleducata di turno, ma nemmeno lui è stato gentilissimo facendomi aspettare tutto quel tempo.
Una parte di me non può credere al fatto che ho appena rifiutato il bacio del più figo della scuola, se si fosse sparsa la voce avrei fatto morire Kelly di invidia, ma non so, non mi sembrava giusto nei confronti di Sam.
Non baciare Brandon eh, ma avergli dato buca.
Cioè, avete capito insomma, no?
Corro velocemente verso la collina e nel frattempo sento il mio telefono squillare ma non posso proprio perdere tempo a rispondere e poi molto probabilmente sarà Carissa.
"Sam! Sam!" Urlo mentre vedo una figura andarsene via dalla collina.
La persona si gira sorpresa e sono proprio contenta a vedere che è lui.
Mi siedo al suo fianco.
"Scusa, scusa, scusa. Mi ero totalmente dimenticata di venire qui oggi, volevo ringraziarti per avermi aiutato a far pace con mia sorella...poi però ho avuto da fare e..." Provo a scusarmi con il fiatone, ma lui mi blocca.
"Cosa hai avuto da fare?"
Non mi va di non dire niente come ha fatto Brandon e rimanere sul "mistero", infatti decido di dirgli la verità.
"Sono andata ad una specie di appuntamento con Brandon Baker, al locale Luna Rossa qui di fronte."
"Cosa?" Dice ridendo.
"Perché ridi?"
"Non pensavo fossi tipa da uscire con Brandon."
"Era una cosa tra amici, dato che ci conosciamo da poco."
"Scommetto che ci ha provato con te, vero?"
"Ha provato a baciarmi..."
"E tu ci sei cascata."
"Senti queste non sono cose che ti riguardano e poi non ci sono cascata! L'ho lasciato lì per venire da te!"
"Allora mi sento onorato" Dice divertito.
Questa conversazione non mi fa per niente piacere, ma la sua risata è così contagiosa che è difficile non trattenere nemmeno un sorriso.
"Comunque a parte gli scherzi. Per il tuo bene, non provarci con Brandon" Torna serio.
"Non avevo intenzione di farlo...ma perché?"
"È uno di quei classici tipi che si limona e va a letto con tutte quante, quindi non so quanto convenga a una ragazza stare con uno che ogni giorno ha addosso il profumo di una tipa diversa."
"Io...io non pensavo fosse così. Cioè non ha la faccia né i comportamenti."
"Da come parli pare che ti piaccia."
Sembra intristirsi improvvisamente.
"Non ho detto questo è solo che..."
Il mio telefono squilla di nuovo e interrompe la nostra conversazione.
"Dovresti spegnerlo quando parli con me, non ci fai mai concludere una chiacchierata ahah..."
Non rispondo perché sono occupata ad accendere il cellulare.
Stranamente non è Carissa, ma un numero che non ho segnato in rubrica.
È la seconda volta che mi chiama.
"Chi è?"
"Non lo so, non conosco questo numero."
"Forse è uno di quei call center assillanti." Dice lui.
"Nah, non credo. Aspetta, provo a richiamare."
Squilla tre volte e poi una voce maschile risponde.
Metto il vivavoce.
"Pronto?" Dico.
"Carol...sono Elvis."
Rimango un po' sorpresa, pensavo gli facesse schifo solo guardarmi e ora mi chiama al telefono?
"Come fai ad avere il mio numero?" Chiedo curiosa, nel frattempo comunque Sam assiste alla scena.
"Queste non sono cose che ti riguardano. Per evitare che tu me lo chieda, ti ho chiamato perché volevo segnassi il mio, è utile averlo per inviarmi i compiti per casa su Whatsapp, non per altro. Ciao."
Riattacca subito senza aspettare una mia risposta.
"Ma chi è questo Elvis?" Chiede Sam.
"Il mio compagno di banco, è un tipo abbastanza...particolare. Oggi mi ha urlato in faccia dicendomi quanto gli sto sul cazzo e ora vuole che segno il suo numero."
"Solo per i compiti poi? Mhh, non me la racconta giusta sai." Dice con fare investigativo lui
"Calma Sherlock!" Dico divertita e stropicciandogli con le mani il suo ciuffo castano.
"Comunque, di che parlavamo?"
"Di Brandon...una cosa che mi ha dato tanto fastidio oggi e che lui ha fatto è che quando ho provato ad aprirmi, parlando della mia passione per la scrittura e accennando il mio passato non molto roseo."
"Ti piace scrivere? Wow, io lo adoro! Un giorno mi fai leggere qualcosa?"
"Non ho mai fatto leggere niente a nessuno..."
"Eddai per favoree" Dice facendo una faccia da "cucciolo".
"Ci penserò su."
"E va bene. E lui come ha reagito quindi?"
"Ha cambiato discorso quasi disinteressato..."
"Ah."
"Già..."
"Scusa se la domanda è un po' brusca ma...cosa ti è successo? Cioè se non vuoi dirmelo fa nulla..."
"No...tranquillo, i miei genitori sono morti in un incidente stradale quando io ero molto piccola e ho passato degli anni infernali successivamente. Sono stata appunto 5 mesi all'orfanotrofio e poi io e Carissa siamo state prese in custodia dalla moglie del cugino di nostro padre, zia Dahlia, so che sembre un po' contorta la cosa ma è così. Magari un giorno ti racconterò per bene come ci trattava...ma comunque essenzialmente è questo il succo. Solo al diciottesimo compleanno di mia sorella ce ne siamo andate."
"Mi dispiace tanto, dev'essere stato orribile." Dice posando la sua mano sulla mia.
"Abbastanza, ma fortunatamente ora è tutto finito" Provo ad accennare un sorriso.
Poi continuo:
"Comunque adesso basta veramente parlare di queste cose tristi, che mi racconti?"
"Che sono molto deluso dato che non mi hai accettato la richiesta di amicizia si Facebook." Dice con fare scherzoso
"Ahaha oddio scusa, l'avevo dimenticato, lo faccio subito."
Continuiamo a parlare per un'altra mezz'oretta e quando mi invia un messaggio mia sorella per sapere se sono viva e vegeta, capisco che è il momento di andare e ci diamo appuntamento domani, allo stesso posto e alla stessa ora.
È stato davvero super piacevole parlare con lui, non lo pensavo così simpatico e amichevole.
Mi ero sbagliata sul conto di Brandon, ma anche sul suo questo è certo.
Torno a casa e mi preparo psicologicamente alle milioni di curiosità di Carissa che mi attendono.
Appena entro infatti dice subito:
"Com'è andata con quel ragazzo?"
"Niente di che."
"Come niente di che, dai racconta." Viene verso di me con le mani ancora bagnate dato che suppongo stesse lavando i piatti.
Penso che la decisione migliore a questo punto sia raccontarle qualcosa per farmi lasciare stare, ma senza entrare nei dettagli.
Mi spetterà una luuunga serata.

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