(BONUS) 19. L'orfanotrofio.

57 11 10
                                    

Un altro giorno sta iniziando in questo strano posto.
Ormai mi sono abituata a stare qui, anche se ancora mi domando quando torneranno a prenderci i nostri genitori.
Suor Jennifer irrompe nella nostra stanza, aprendo le finestre e urlando come una matta per farci svegliare.
Forse non ha capito che ancora non siamo diventate sorde, siamo giovani poi!
Io faccio parte della stanza delle bambine e, mentre le altre spaventate si alzano in piedi alla velocità della luce, io ci metto leggermente di più, dato che ieri di nascosto, sono rimasta sveglia addirittura fino alle 22, giocando in giardino.
La suora mi strattona forte dal letto e io cado a terra, ma per evitare un suo schiaffo tento di alzarmi abbastanza velocemente.
Ma senza risultato.
Infatti lo becco comunque e subito dopo la mia piccola manina tenta di alleviare il dolore massaggiando la zona e guardando tristemente Suor Jennifer.
Lei mi ignora come se niente fosse e ordina categoricamente di metterci in fila indiana, per andare a fare colazione nella Sala da Riposo.
Non ho ancora capito bene perché si chiami così, ma in poche parole è praticamente il posto dove mangiamo.
Prendiamo il nostro cibo, dalla solita signora e andiamo a sederci ad un tavolo a scelta.
Naturalmente è vietato stare a contatto con un maschio o cose così, forse alle suore fanno schifo, non lo so.
Mi guardo intorno e a pochi metri da me, vedo mia sorella Carissa farmi un cenno con la mano per avvicinarmi.
Quindi, di conseguenza, vado a sedermi vicino a lei.
"Ho una sorpresa per te." Mi sussurra all'orecchio.
Wow! Che bello!
Sta per tirare qualcosa fuori dalla tasca sinistra, ma poi si ferma un attimo.
"Che ti se fatta alla guancia?" Dice spostando il mio arruffato caschetto nero, per vedere meglio il rossore provocato dallo schiaffo di Suor Jennifer.
"Ti hanno picchiata?" Continua a domandarmi.
Annuisco con la testa abbassando lo sguardo e lei mi fissa con fare preoccupato, per poi darmi un bacino nella parte dolorante del mio viso.
Io le sorrido, ora sicuramente passerà.
"Tieni." Mi porge nella mano una barretta di cioccolato.
Non credo ai miei occhi, era da più di due mesi che non ne mangiavo una.
"Era ora che assaggiassi qualcosa di diverso da questa melma verde, ora nascondila prima che qualche suora ti veda e ti mandi dalla governante." Afferma.
"Poi ne vuoi un pezzetto?"
"No, a me non mi va." Dice distogliendo lo sguardo e muovendo quella specie di cibo che ci rifilano ogni volta a colazione, a pranzo e a cena, come dice lei.
Comunque, pensando alla mia buonissima barretta che ho adesso nascosta in tasca, mangio senza fare storie, dato che poi finalmente assaggerò qualcosa di diverso grazie alla mia sorellona.
Meno male che c'è lei, che mi protegge sempre e si preoccupa per me, se fossi sola in questo edificio, non so veramente come farei.
La prima campana è suonata, quindi questo significa che dovremmo ritornare nelle nostre stanze, se non desideriamo delle sculacciate dalla governante e metterci il nostro solito vestitino grigio.
Qui comunque tutto è grigio.
Gli abiti, il posto, le stanze e le persone.
Mi mette una tale tristezza, non mi è mai piaciuto il grigio
Sembra una copia del nero andato a male.
Mentre tutte le bimbe comunque amano il rosa e il lilla, io adoro il nero come avete potuto notare e non me ne pento, anche a mamma piace.
In ogni caso, arrivate tutte in stanza, ci vestiamo, io nascondo il cioccolato sotto il mio cuscino e spero che nessuna mi abbia vista, molto spesso qui fanno la spia.
Suor Allison bussa alla nostra porta e controlla se tutte ci siamo vestite come desiderato.
"Che cos'è quello?" Strilla.
Una delle nostre compagne di stanza, Nina, aveva indossato un cerchietto fucsia con un fiocco molto carino sopra, ma queste cose sono praticamente vietate qui.
Se potessero controllerebbero anche il nostro pensiero per vedere cosa vogliamo e punirci di conseguenza, dato che non possiamo nemmeno avere sogni che non siano stati imposti dalle suore.
Nina comincia a piangere, mentre le viene portato via quel suo oggetto grazioso.
Lei si trova qui da solo una settimana e purtroppo non conosceva le regole.
Una di queste è appunto non possedere cose che non vengano prima date dalla governante.
Che cosa ingiusta però.
E tutte quante sappiamo perfettamente che il cerchietto di Nina non le verrà mai restituito, dato che verrà portato all'inceneritore, una stanza che si trova al piano sotterraneo dell'edificio e che è sempre chiusa a chiave.
Non so che fine facciano le nostre cose lì, ma è sicuro che appunto non ci verranno mai restituite.
Comunque, arriva un'altra suora e ci porta nella Sala delle Lezioni, questa è la stanza dove solitamente facciamo scuola.
Si leggono racconti, si studia storia, geografia e tutte le altre materie.
Poi facciamo degli esercizi e ci interrogano alla lavagna.
Non è male, anche perché le nostre "SuoreMaestre", come le chiamo io, sono molto gentili a differenza delle altre.
Durante la lezione molto spesso mi capita di vedere fuori dalla finestra.
Il giardino è davvero immenso e sono convinta che ci siano mille segreti da scoprire e mille tesori da trovare!
Poi la notte, è meraviglioso.
Ti puoi allungare sul prato a vedere le stelle e se arriva qualche suora, posso nascondermi dietro ai cespugli, che sono molto più alti di me.
Basta che mi accovacci leggermente e puf! Carol non c'è più.
Per sicurezza però dico anche la formula segreta di un cartone animato per diventare invisibile, ma questo non ditelo a nessuno!
Spero proprio che dopo pranzo ci permettano di uscire, questa settimana non è mai successo.
Passano le ore e finalmente sento suonare la seconda campana che segna la fine delle lezioni.
Adesso, dovremmo tornare per l'ennesima volta nelle nostre stanze e poi aspettare l'ora di pranzo.
Questa è la parte che mi annoia di più, non so mai che fare.
Le mie compagne di stanza non sono sempre sempre socievoli e a loro non va quasi mai di giocare con me.
Qui una volta avevo un'amichetta, eravamo inseparabili, ma un mese fa l'hanno adottata.
Un pochino mi manca, ma a me e Carissa a differenza sua non c'è bisogno di essere adottate, sono sicurissima che mamma e papà torneranno presto a riprenderci.
La giornata prosegue in una noia mortale, abbiamo mangiato sempre la stessa "melma verde" e non ci hanno fatto per niente uscire, o svagare.
Direttamente a letto.
Però, io stasera uscirò.
Aspetto che tutte le suore se ne vadano e che tutte le mie compagne di stanza si addormentino.
Io dormo nel letto vicino alla finestra, quindi senza emettere alcun suono, la apro in maniera lenta e riesco a passare molto facilmente.
Meno male che a differenza di mia sorella, mi trovo al piano terra e non al terzo, altrimenti non so proprio come avrei fatto.
Oggi fa un po' freddino mannaggina a me che non ho preso il giacchetto, non voglio avere un raffreddore.
Non ho tempo però di rientrare dentro, quindi cerco un po' di sopportare.
Adesso è il momento di divertirsi!
Corro e gioco a più non posso, mettendo in pratica tutte le storie che scrivo e cercando un luogo magico dove rifugiarsi a bere il caffè con le fate, ma all'improvviso sento un rumore alle mie spalle.
Non è il dinosauro-ape-giallo della mia storia, ma Suor Jennifer, che credo proprio abbia scoperto la mia assenza nella stanza, infatti con una lanterna in mano sta urlando il mio nome e minacciandomi.
Mi volto velocemente, cercando con lo sguardo un cespuglio o qualche posto sicuro per farmi dire le tre parole magiche dell'invisibilità senza essere scoperta e appena lo trovo, corro verso di esso, ma inciampo in un rametto e cado a terra provocando un tonfo e ben presto, mi ritrovo Suor Jennifer guardarmi negli occhi con uno sguardo di fuoco.
"Ops..." Sussurro.
"Credo ti farai un bel viaggetto dalla governante, signorinella." Dice prendendomi per un orecchio e riportandomi all'interno del grigio edificio.

Start and End.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora