In mezzo al tempo

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Alcuni anni prima..

Hotaru e Subaro si erano presto abituati all'idea di vivere per un lungo periodo in quello spazio indefinito al di fuori del tempo. Nessuno dei due aveva esitato nel compiere quel gesto. Hotaru non avrebbe sopportato di vedere la luce negli occhi di Mikan spegnersi perché non era riuscita a salvare Natsume. Da parte sua Subaro aveva capito che la sorella sarebbe andata ovunque per la sua amica, ma non voleva che lo facesse da sola, come aveva dovuto fare per tutto quel tempo. Lui era suo fratello, ed era compito suo proteggerla. Dopo che Nodoachi era sparito, Hotaru, senza girarsi nemmeno di fronte al fratello, guardò verso una delle finestre temporali e cominciò ad analizzarla. "Questa dovrebbe andare bene" Subaro si avvicinò alla finestra e vide che si affacciava dentro una foresta di cipressi. "Andar bene per cosa?" chiese un po' confuso. "Per il corpo". I due ragazzi si voltarono. Non erano, effettivamente, soli. Nel loro atto eroico che li aveva imprigionato in quel luogo avevano dovuto scambiare il corpo di un Natsume ormai morto con uno ancora in vita del passato. Ma il corpo era rimasto con loro e la mente pratica di Hotaru aveva elaborato un modo per risolvere il problema. La ragazza estrasse da una tasca della sua uniforme qualcosa che sembrava un piccolo batuffolo, vi soffiò sopra e questo cominciò a diventare sempre più grande fino a pre dire le dimensioni di uno zainetto in cui spiccava una scritta rossa 'KIT DI EMERGENZA'. Subaro alzò un sopracciglio e le rivolse uno sguardo stupito. " che gli idioti che mi ritrovo per amici è sempre meglio essere pronti alle emergenze" disse Hotaru con il suo tono pratico. Aprii lo zainetto e fece mente locale del contenuto. Aveva delle provviste per due giorni, torcia elettrica, una corda, alcuni ingranaggi per eventuali invenzioni di riserva, il suo quaderno per appunti e vari pennarelli. Tirò fuori la corda e la porse a Subaro "legati questa alla vita e portalo fuori" Subaro cominciò a sudare freddo, ma lo sguardo determinato di lei non ammetteva la possibilità di sottrarsi a quell'incarico. Avevano il corpo di un ragazzo morto insieme a loro, non potevano tenerlo lì. Subaro però era perplesso "sei sicura che posso andare?" Hotaru lo fissò con una strana luce negli occhi. Lui non lo sapeva, ma la ragazza aveva già visto qualcuno farlo...

 Lui non lo sapeva, ma la ragazza aveva già visto qualcuno farlo

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"Si può fare, ne sono sicura. Ora vai" Subaro non esitò oltre e si calò nella finestra. Sentì una fresca aria notturna avvolgerlo non appena ebbe toccato il suolo.
Era una foresta che non aveva tempo. Poteva esistere da millenni, isolata dagli uomini, incontaminata. Subaro non riusciva a capire dove fosse.. Né tanto meno quando fosse, ma non importava, doveva sbrigarsi. Il rito funebre era lungo, doveva essere svolto con calma e in un luogo adatto, nascosto da occhi indiscreti. Se fosse arrivato qualcuno non avrebbe potuto spiegare facilmente perché aveva un corpo con se.
Cominciò a esplorare il bosco e trovò un piccolo ruscello vicino uno spazio abbastanza ampio per sistemare il corpo. Scese verso il ruscello, inumidì le labbra di Natsume , così come voleva la tradizione. Prese la sua maglietta bianca e fece una lunga striscia da mettere sugli occhi del ragazzo, in modo da tenere lontano gli spiriti impuri. Si guardò intorno, raccolse dei fiori, e li sistemo sopra un piccolo masso. Aveva cercato di costruire un rudimentale santuario, ma non era molto pratico di riti funebri. Il ragazzo di appoggiò all'albero più vicino. Cominciò così la sua veglia, un po' a disagio.
Non era sicuramente il parente più prossimo di Natsume, ma era il solo a poterlo fare in questa circostanza.
L'alba arrivo più velocemente di quanto potesse pensare. La notte era passata tranquilla, nessun pensiero era venuto a turbarlo, solo la pace della morte.
Le stelle avevano accompagnato l'anima di Natsume dove doveva andare, e la luna aveva sorriso gioiosa nel vedere quel suo figlio librare in cielo con le stelle.
Ora che la veglia era conclusa era il momento di completare il rito bruciando il corpo.
Saburo raccolse la legna necessaria e la sistemo sotto il corpo. Sfregò insieme due pietre e dopo molta fatica fece scattare una piccola scintilla. Un sorriso scappo dal ragazzo al pensiero che c'era voluto così tanto a far tornare quel corpo di fuoco al suo elemento.
Il ragazzo indietreggiò per sottrarsi al calore delle fiamme sempre più vive, ma una strana sensazione si fece largo un lui. Cominciò a sentirsi sempre più distante da cosa lo circondava, la testa girava.
Cercò di fare un passo indietro per sentirsi più stabile sulle gambe, ma ebbe l'effetto contrario. Una radice lo fece inciampare e cominciò una caduta che sembrò infinita, chiuse gli occhi.....

"Idiota apri gli occhi" la voce di hotaru lo riscosse. Si trovava di nuovo in quel luogo mistico e indefinito al di fuori del tempo. " che cosa è successo?" Chiese il ragazzo confuso, l'odore della cenere ancora nel naso. " non lo so esattamente, ma intendo scoprirlo"

Gakuen Alice... ContinuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora