Gakuen Alice... Continua

Una ragione per sorridere

Nel frattempo nell'ufficio di Narumi..

Dentro l'alice Accademy Mikan sapeva che potevano accadere molte cose particolari. Ogni giorno era diverso dall'altro e non ci si fermava mai. Certo, non ricordava ancora chiaramente molte delle sue avventure perché sapeva che esse erano legate ad Hotaru, ma ce la stava mettendo tutta per capire quel bizzarro mondo nascosto al mondo intero. Quello che le aveva raccontato Narumi sul quel ragazzo l'aveva riempito di speranza. Potava riavere i suoi Alice! Bastava ricordare! Ma questa era un po' la sua paura. Nonostante potesse compensare nella sua goffaggine o nella sua lentezza su certi aspetti con allegria e simpatia, la memoria proprio non le ritornava. Era stata eliminata per il suo bene. Così almeno le avevano spiegato. Ma quel ragazzo poteva recuperare qualcosa di così tanto sepolto dentro di lei? E se avevano agito in quel modo, davvero doveva tentare di recuperarla?

"Forse ti ho dato un po' su cui riflettere, vuoi uscire a fare una passeggiata prima di fare un tentativo?" Narumi aveva notato che lo sguardo determinato di Mikan aveva.. non esitato, non era la parola giusta per descriverlo, era qualcosa di più profondo, un pensiero che stava cominciando a roderle il cervello e che poteva esserle dannoso.
Narumi ebbe un attimo un dubbio. Poteva essere che la determinazione di quella ragazzina diminuita? Come se la fiamma che l'aveva sempre alimentata fosse stata messa sotto una campana di vetro e stesse cominciando a spegnersi per la mancanza di ossigeno. Non sapeva se credere che ciò fosse dovuto allo scombussolamento del ritorno in accademia dopo anni passati in un mondo dove tutto era normale, senza nulla di meraviglioso ma allo stesso tempo terribile come le cose che potevano accadere lì dentro, oppure se la mancanza della sua migliore amica l'aveva resa in qualche modo meno combattiva.

Narumi non sapeva bene cosa pensare. Quella non era più la piccola bambina che aveva lasciato, ma era una giovane donna. Era cresciuta, non solo fisicamente, e dunque non poteva che condurre il filo dei suoi pensieri in parti più lontane che ogni tanto sfociavano in momenti di tristezza o confusione passeggeri, proprio come quello. D'altronde, aveva molto da recuperare e non sarebbe affatto stato un percorso semplice da affrontare. Ma si stava semplicemente preoccupando troppo per lei. Se era vero che Akio aveva visto nel suo cuore il animo ancora fanciullesco non doveva dubitare che, in fondo, Mikan fosse sempre la stessa ragazza che avrebbe fatto di tutto per ottenere ciò che voleva e andare avanti con un gran sorriso in faccia.

Mikan fece un sorriso timido a Narumi. Voleva provare, e in fretta, ma aveva bisogna di un attimo di aria, da sola per l'accademia, per ripensare a cosa poteva comportare scavare dentro di se e ricercare i suoi alice.

"Io resterò qui, non preoccuparti, vai " la voce di Akio sorprese Mikan. Non aveva realizzato che i suoi pensieri stavano iniziando a vagare verso il ragazzino che si era offerto di aiutarla. C'era ancora molto che avrebbe voluto sapere di lui e non vedeva l'ora di poter vedere la sua faccia sorridere. Sembrava che avesse avuto pochi motivi per farlo ultimamente e Mikan non avrebbe permesso che ciò continuasse.

Chiudendosi lentamente la porta alle spalle, Mikan sentì le voci di Narumi e Akio dietro di se. Non sembrava nulla di particolare, come se il ragazzo avesse combinato qualche marachella e il padre poco severo cercasse in vano di riprenderlo. Sorridendo al pensiero dello scontro che poteva avvenire tra quei due, Mikan cominciò a percorrere a ritroso il corridoio. Ora che era sola non avrebbe saputo dire se era mai stata in quella parte dell'Academia. Nulla le era famigliare, ma dopo diversi anni non si meravigliava che molte cose fossero cambiate, specialmente dopo gli avvenimenti del suo ultimo periodo in accademia.

Mikan raggiunse la porta che dava all'esterno e si fermò un istante. Non sapeva dove stava andando, né con la testa, né con i piedi, ma qualcosa, forse il cuore, le dicevano che era meglio uscire un attimo da quel posto.