Capitolo 3 - l'appuntamento.

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Accendo una sigaretta mentre aspetto che Iggy finisce di prepararsi

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Accendo una sigaretta mentre aspetto che Iggy finisce di prepararsi.
Dopo pochissimi minuti siamo fuori casa sua. Saliamo sullo scooter e sfrecciamo fra le vari strade un po' affollate. Sono le 8:15 e non capisco perché stia andando così veloce anche se siamo in anticipo.
Arriviamo alla soglia della scuola pochi minuti prima che suonasse la campanella.
Entriamo in classe e vedo che quasi tutti i banchi sono occupati.
«Ciao tu sei quella nuova?» mi dice un ragazzo perfettamente perfetto.
Annuisco con un sorriso sedendomi al posto che avevo occupato ieri.
Appena si gira per andare a sedersi al proprio banco capisco che Iggy mi ha parlato di lui. Mi ha detto che e un ragazzo molto strano, che causa risse e sopratutto fa risse. Non ricordo come si chiama. Voglio saperlo.
Dopo pochi minuti entra Iggy e gli dico «Quel ragazzo mi ha parlato.» indicandolo con gli occhi.
Lei subito si irrigidisce. «Liam Payne?» spostando le ciocche ribelli dal suo viso.
«Sì proprio lui.» gli dico maliziosamente.
«Cazzo Rì. Lui e uno che crea problemi. Ti caccerà nei guai se continui a parlargli.» dice quasi bisbigliando. Non capivo perché ha così paura di lui. Ha l'area così docile e buona, l'incontrario di quello che ha detto Iggy.
«Ma infatti non gli ho parlato.» dico con un sorriso da beffarda.
Parliamo del più e del meno finché non entra una signora alta e molto elegante. I suoi capelli neri sono legati in uno chignon fatto malissimo. Un rossetto rosso acceso gli copre le labbra sottili.
Una semplice camicia bianca con una gonna nera con un piccolo spacco dietro. E molto bella quella gonna. Ha una fantasia dello stesso colore della gonna che si vedono solo alla luce.
«Ciao.» dice posando la borsa e vari libri sulla cattedra di legno. «Sono la professoressa Monica Mia Ginkampol." Dice appoggiandosi con il fondoschiena alla cattedra. «Insegno informatica da 30'anni circa. Mi farebbe piacere che quest'ora la passeremo a conoscersi.» dice con un sorriso sincero.
Indica una ragazza e dice «tu. Presentati sù.» dice sempre più snob.
«Mi chiamo Ariana Grande, abito a pochi isolati da qui e sono in questa sezione da 3 anni.» dice con gran facilità. Spero non mi indica. Ho troppo vergogna.
«Tu» indica il ragazzo altissimo che diffonde paura a tutti. Al di fuori di me.
«Mi chiamo Liam Payne, dovrei praticare il quarto anno degli. Ma eccomi qui.» dice sistemando all'indietro il grand ciuffo castano che si contrasta benissimo con la pelle dorata.
«Come mai sei stato bocciato?» dice la professoressa.
«Avevo problemi in famiglia e quindi sono stato bocciato per le assenze.» dice quasi dispiaciuto.
«Ok.» si limita a dire. Credo che non gliene frega nulla di noi. E soltanto un motivo per non iniziare ad insegnare la sua materia. Credo.
«Tu biondina.» mi indica. Spalanco gli occhi ma poi mi rendo conto che mi stanno fissando tutti. Faccio un respiro e dico.
«Ehm.. Ciao, mi chiamo Rihanna Robyn Fenty. Ma potete chiamarmi Riri, abito da poco più di un mese qui a Nizza. Prima abitavo a Londra. Sono nuova in questa scuola, quindi non conosco nessuno oltre Iggy.» la indico  e sorrido.
Annuisce e passa alle altre presentazioni. Passa l'ora molto velocemente. Così all'intervallo usciamo a fumare una sigaretta ma poco dopo si rifanno entrare come fossimo carcerati. Nell'ora successiva andiamo in palestra.
Un enorme palestra. Entro in una stanza che suppongo sia lo spogliatoio delle ragazze.
Appoggio la borsa su una delle panche di ferro. Apro la zip della cartella e prendo il top e un pantaloncino per la ginnastica che mi sono portata da casa. Profumano di vaniglia.
Mi reco verso delle docce dove difronte alle docce ci sono dei camerini. Credo sia buon servita questa scuola.
Mi cambio e apro la porta rimanendo allibita.
C'è un ragazzo nudo che si fa la doccia. E così strano. Chi ragazzo si fa una doccia nelle docce delle ragazze.
Do una sbirciatina e vedo che ha dei muscoli ben scolpiti sulla schiena, molto scolpiti, ha dei capelli neri, un fondoschiena bellissimo. Sembra Nicky Minaj.
Si gira dalla mia parte e vedo che ha dei pettorali, bicipiti e addominali enormi.
Gli occhi blu.
Credo mi stia eccitando.
Si lava per bene il suo pene facendomi eccitare. Delle gambe bellissime e muscolose. Sono incantata.
L'acqua gli scivolava addosso.
Dio non so cosa fare. Esco e corro? Rimango qui? Esco e lo sgrido?
Apro la porta e l'istinto di fuggire e enorme.
«Cazzo!» dice il ragazzo.
«Ohh cazzo!» mi copro gli occhi.
Mette una asciugamano attorno ai bacini e dice «Cazzo che ci fai negli spogliatoi dei ragazzi?» rimango allibita.
«Come? Questo e lo spogliatoio delle ragazze.» ribatto.
Mi indica un cartello dove c'é scritto Men.
Allora ero io quella ad essere entrata in un bagno dove i ragazzi camminano penzolando il loro membro.
«Scusami sono nuova in questa scuola. Non so i posti.» dico balbettando dalla vergogna.
Eppure ero così eccitata nel guardarlo.
«Non preoccuparti tanto sono stato veloce a non farti bagnare.» dice facendomi un occhiolino mantenendo un sorriso.
«Sì ciao.» dico imbarazzata ed esco velocemente dallo spogliatoio.
Le ore passano molto velocemente. Forse perché e il secondo giorno. Ma fra un mese i minuti non passeranno mai.
Iggy mi accompagna con il suo scooter. La ringrazio e la saluto.
Sento il mio iPhone vibrare nella tasca.
«Buongiorno.» e così dolce penso.
«Buongiorno Bieber.» gli invio il messaggio.
«Che fai oggi?» mi chiede.
«Nulla.» gli rispondo subito dopo.
«Ti va di uscire oggi?» mi domanda e subito sento il cuore schizzare via dal petto.
«Sì certo. A che ora?» gli dico cancellando varie volte il testo per causa che continuo a sbagliare continuamente quello che devo scrivere.
«6:15. Ti passo a prendere io ok?» dice dopo un paio di miniti.
«Ok a dopo» gli dico.
Preparo della mezze penne rigate con la panna e prosciutto crudo.
Qui a Nizza non si mangia molto la pasta.
A Londra e tutto molto diverso. Un po' grezzo e ambiguo.
L'acqua bolle e getto la pasta.
Dopo poco finisco e metto il piatto sporco e lavato all'istante nel lavandino.
Ho ancora fame. Prendo un pacco di würstel che già e stato aperto.
Metto i würstel nel panino con della maionese.
Mangio tutto e anche in fretta.
Adoro mangiare.
Accendo una sigaretta e mi sdraio sul divano di pelle beige.
Come sia possibile che dopo 8 mesi dalla morte di mio padre stiano cambiando tantissime cose? Mi manca terribilmente.
Quando ad un certo punto delle lacrime rigano il mio viso e mi viene in mente mio padre che mi diceva chi non piange non è forte.
Anche se so di essere debole cerco di diventare forte più che mai.
Tra un pensiero all'altro mi addormento.
Sento bussare la porta e mi stiracchio le gambe prima di alzarmi.
Apro la porta e mi ritrovo Justin che mi sorride a 32 denti.
Dio stavo in uno stato di degrado assoluto.
Trucco colato, capelli gonfi e scompigliati.
«Ehilà» dice il ragazzo.
Lo faccio entrare e gli dico «Scusami mi ero sdraiata per rilassarmi e sono caduta nel sonno più totale. Se aspetti un attimo vado a prepararmi.» gli dico scappando per il corridoio.
«Si ok fai pure.» mi sorride.
Prendo l'accappatoio e dell'intimo della Calvin Klein.
Raccolgo i capelli con una molletta e mi butto sotto lo getto della doccia.
Chissà dove mi porterà, devo accettare che fisicamente mi piace molto.
Non so perché mi abbia contattato se l'altra volta mi ha detto solo il suo nome e cognome e si e limitato a farmi uno stupido occhiolino.
Mi infastidisce il suo stare in silenzio anche se non lo conosco a fatto potrebbe essere solo apparenza.
Come sì e rilevato con Iggy che credo stiamo legando molto.
Esco dalla doccia asciugandomi malissimo.
Sono ancora leggermente bagnata ma me ne frego.
Non voglio che aspetta tanto.
Esco dal bagno lasciando l'asciugamano umida sul bordo del lavabo.
Dio mia madre mi ucciderà.
Sblocco il mio odioso iPhone che si blocca troppo. Mi fa salire l'odio fino alle stelle.
Finalmente dopo un paio di minuti esce dalla paralisi e chiamo mia madre
Dopo vari squilli stavo per staccare ma la voce di mia madre mi stravolge i timpani.
«Tesoro! Dimmi non posso parlare per molto.» una voce che viene dal posto di lavoro di mia madre dice alla mia adorata «Tashia ti vogliono al centralino.» la mia adorata sbuffa e gli dice un semplice «Sì arrivo
«Mamma» le dico.
«Si eccomi.» dice sentendo il rumore di una porta chiudersi.
Anche se dovevo muovermi a terminare la chiamata le dico. «Mà chi e quel signore che ti ha parlato in modo arrogante?» sento una risata che mi solleva il molare. Mia madre e tutto quello che mi e rimasto. La amo con tutta me stessa.
«Un collega che ci prova con me. Mi ha rilevato i suoi sentimenti ed io le ho detto che e solo un amico.» quindi anche mamma friendzona e spezza cuori. Sorrido.
«Capisco. Mamma io esco. Ma ho rimasto il bagno tutto sporco, lo pulisco stasera ok?» so che mia madre sta per affogarmi dal telefono.
«Cosa?» urla ma abbassa subito il tono di voce rendendosi conto che stia al lavoro.
«Mamma un ragazzo che ho conosciuto tramite Iggy mi ha chiesto di uscire e a me piace credo.» faccio una pausa per aver parlato troppo veloce. «doveva venirmi a prendere alle 6 che sarebbe mezz'ora fa. Mi sono addormenta sul divano e me lo sono ritrovato fuori porta. Non posso farlo aspettare ancora
«Si mia cara vai, scusami divertiti e torna presto ciao, ciao!» ha attaccato prima che potevo salutarla.
Indosso una t-shirt che arriva all'ombelico con un jeans attillato.
Piastro i capelli mettendo sul mio viso pallido un filo di eye-liner, fondotinta e come al solito lascio le labbra struccate.
Corro in camera e apro la scarpiera grande quando tutta Nizza.
Indosso delle superstar bianche e nere.
Mi guardo l'ultima volta e volo nel salotto dove c'e il ragazzo che mi ha chiesto di uscire. Justin.
«Usciamo?» dico con un bel sorriso stampato in faccia.
Si alza e dice con tutto se stesso «Andiamo baby.» facendomi un occhiolino.
Chiudo la porta a chiave e usciamo da queste quattro mure che mi soffocano.

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