Mi trovavo, secondo i miei calcoli, a circa la metà del mio viaggio.
Avevo deciso di dare ascolto a Tempo. Sarei tornato a casa, o meglio, in quella che una volta lo era stata.
Anima, piccola anima spaventata, cos'è per te una casa?
Per me era dov'era lei.
Era amore, era un luogo sicuro, era affetto e calore, indipendentemente dal luogo in cui ci trovavamo.
Sarebbe potuta essere una caverna, un vulcano, lo spazio siderale, e non sarebbe cambiato niente.Il concetto di casa va ben oltre le quattro mura domestiche.
Casa è dove si è felici.
C'era stato un tempo in cui anche il luogo in cui mi stavo recando aveva ricoperto quel significato, ma quel tempo era passato. Finito. Morto.
E quando una casa smette di essere quello che dovrebbe, significa che è arrivato il momento di lasciarla alle spalle e trovarne una nuova. L'odio non fa che genererarne altro.
Mentre meditavo su questo, i dubbi mi tormentavano.
Era giusto quello che stavo facendo? Stupido?
Non ho vergogna nel confessare di aver avuto paura; più di una volta fui sul punto di cedere e sprofondare nuovamente nella quieta ed insopportabile pace del Limbo.
Finché, in un istante che non dimenticherò mai, non mi sentii completamente bloccato e non per mia volontà.
Tentacoli, figure nere e sfocate saettavano attorno al cuore pulsante del mio essere. Al contatto, bruciavano.
Se avessi avuto un volto, si sarebbe disteso in un sorriso.
Quello che un'ombra non può fare è bloccare qualcosa o qualcuno. Le ombre nulla possono fermare, ogni cosa è destinata a passare loro attraverso.
Al pari di un fantasma.Mi abbandonai a quell'abbraccio.
"Ciao, sorellina"
In pochi secondi il pulviscolo nero solidificò una figura femminile, dai lineamenti approssimati e in continuo mutamento.
Gli unici punti di luce erano gli occhi ed il sorriso da squalo.
La forma incorporea di Ombra, mia sorella, era l'unica che le permettesse di viaggiare e forse quella che la rispecchiava maggiormente.
"Principe" non era stata lei a parlare, ma una voce maschile.
Il Demone del Buio.
Indirizzai le percezioni del mio nucleo verso di lui. Nell'aspetto ricordava i demoni minori, per quanto non ci fosse qualcuno di più potente di lui.
La sua forma eterea, inadatta a quel genere di viaggio, era protetta dalle spire nere di Ombra, che pure lo lasciava andare, di tanto in tanto, permettendogli di stabilizzarsi.
"È un piacere per me, conoscere l'amore di mia sorella" sussurrai piano, splendendo debolmente "Ma non sono più principe da molto tempo".
"Non è l'aspetto che conta" mi rimproverò Buio, con voce profonda e calda "Sei e sarai per sempre un Principe nell'animo".
"Cosa ti porta qui?" Mi chiese Ombra. Sembrava sollevata.
"Devo tornare da mio Padre" confessai dopo interminabili attimi d'indecisione.
L'intera figura di Ombra parve sul punto di esplodere. La polvere nera si incendiò di rosso.
"Padre? Davvero? Tu, tu ed io non abbiamo più un padre!" era un grido assordante "Dopo quello che ti ha fatto, come puoi anche solo pensare di voler tornare da lui?! Che c'é, hai così in odio la vita da voler morire definitivamente?!"
Buio le sussurrò qualcosa che non riuscii a capire, e Ombra tornò alla normalità.
"Non è come credi..." bisbigliai, poco convinto.
"Allora spiegati"
Brevemente, la misi al corrente del mio incontro con Tempo.
"Fossi in te, non mi fiderei di lui" Buio assunse un'aria ostile e diffidente "È pur sempre il fratello di Destino."
"E tuo padre" gli ricordai.
Buio mi ignorò e si fece pensoso. "Insieme hanno compiuto crimini tremendi. Non serve che ti ricordi quello che è successo a tua sorella Morte..."
Ero d'accordo con lui. "Ma Tempo non si è mai schierato con mio Padre. Sono sempre stati rivali".
"Di' "padre" ancora una volta e giuro che ti uccido" sibilò Ombra, che fino ad allora era rimasta in disparte. "Tempo è un folle. Non mi sorprenderebbe se avessero organizzato tutta questa faccenda assieme".
"Devo fare un tentativo, Ombra. Lo devo a Nessuno".
Lei si addolcì. Prese la mano di Buio e la strinse con forza.
"E sia. Ti lascerò andare, ma noi verremo con te, è la mia unica condizione".