Capitolo 11

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ATTENZIONE•
In questo capitolo è presente una scena sessuale, chi non ama queste cose o è sensibile, per favore non legga la parte finale di questo capitolo. Grazie.


Era ormai notte fonda, molti degli invitati erano tornati a casa, la maggior parte dei ragazzi restanti erano ubriachi.
Pure io non scherzavo, sentivo la gola bruciare, devo ammettere di aver bevuto più di quello che mi sarei immaginato.

Victor mi prese una mano e fece intrecciare le dita, mentre con la mano libera mi accarezzò la guancia dolcemente. Avvicinò il viso sempre di più al mio, sfiorò le mie labbra, per poi approfondire il bacio dolcemente. Non mi sottrassi alle sue labbra, così saporite e gustose. Morsi piano il suo labbro inferiore e poco dopo si staccò sorridendo.
-hai voglia?- indicò il divano libero sorridendo.
Quel giorno, lui mi aveva fatto ubriacare apposta, quindi per ripicca, tirai fuori la lingua e mi incamminai dalla parte opposta.
-ho sonno... Vado a dormire!-

Barcollai lentamente lungo il corridoio, dal bagno provenivano i gemiti di Doug e Michael, dalla camera degli ospiti quelli di Arion e Skye. Magari il giorno dopo si saranno pentiti di quello che hanno fatto...

Mi diressi verso la camera padronale, quella dove soleva dormire Riccardo.
Aprii la porta, e trovai sul letto Riccardo, appassionatamente impegnato nel baciare dolcemente Aitor, uno su l'altro, privi di vestiti. Il castano accarezzava con foga la coscia destra del turchese, che era intento ad esplorare il corpo del maggiore carico di desiderio e frenesia.
Non capivo, ero sconvolto.
-Riccardo... Come... Tu...?- balbettai mentre la vista si faceva più offusca, ma non per via dell'alcol: erano lacrime.

I due si staccarono e iniziarono a fissarmi: Riccardo era paralizzato, mentre Aitor nascose il viso dietro alle mani singhiozzando.
-G...Gabi- balbettò il festeggiato prendendo il lenzuolo per coprirsi.
Si avvicinò a me prendendomi una mano e sussurrandomi:-Gabriel... Mi dispiace...-
Io, accecato dalla rabbia, alzai la mano in un gesto violento contro la guancia di Aitor.
-è tutto ciò che sai dire?! "Mi dispiace"? Sei solo un piccolo verme! Dopo quello che ho fatto per te....- ero in preda alla collera e a malapena sapevo cosa stavo dicendo.
Alzai un'altra volta il braccio.
-Gabi fermo!- mi bloccò Riccardo, che nel frattempo si era infilato i boxer.

-Mi dispiace Gabi... mi dispiace ... -mormorò il turchese piangendo ed io mi accovacciai accanto a lui. Le labbra gli tremavano per via del pianto e i suoi occhi erano ancora più luminosi a causa delle lacrime. Non so perché lo feci, ma mi impossessai di quelle labbra così morbide, il piccolo ci mise poco a ricambiare il bacio facendomi sedere sul letto. In breve tempo sentii la sua lingua accarezzarmi le labbra, chiedendomi di approfondire il bacio.

Riccardo non rimase fermo a guardare, si mise dietro di me. Sentivo il suo petto spalmato contro la mia schiena. A quel tocco, schiusi le labbra permettendo l'accesso alla lingua del festeggiato. Il castano insinuò le mani sotto la mia maglietta, iniziando ad accarezzarmi il petto e stringermi i capezzoli, mentre mi torturava il collo con le labbra facendomi sfuggire lievi gemiti all'interno della bocca di Aitor.

Il turchese si staccò solo quando rimase senza fiato, mentre l'altro ragazzo mi tolse la maglia facendo scorrere le mani lungo tutto il petto fino al bassoventre, sbottonandomi i pantaloni. Aitor completò il lavoro levandoli, e si avventò sul mio petto torturando un capezzolo con la lingua e l'altro con le dita.
Riccardo insinuò una mano sotto la stoffa dei boxer, sfiorandomi l'erezione che non aspettava altro di essere liberata. Emisi un gemito acuto.

Mi sentii come un giocattolino fra le grinfie dei due ragazzi, entrambi sotto l'effetto dell'alcol. Sentivo il respiro pungente dei due sul collo, nel quale si riconosceva l'odore degli alcolici che li condizionavano nelle loro azioni.

Buttai la testa indietro colto dal piacere.
Decisi di non restare a guardare. Tolsi la maglia ad Aitor, mentre facevo aderire il mio sedere contro l'erezione del castano dietro di me. Sfilai i pantaloni di Aitor e iniziai a stuzzicare con la lingua i suoi capezzoli induriti.
Riccardo a quel punto si spogliò del tutto, mentre prese in mano la mia erezione e la fece uscire. Mi accarezzò la punta, per poi iniziare a masturbarmi.
Non riuscii a trattenermi e fra i miei gemiti di piacere, tolsi pure i boxer ad Aitor, lo presi per i fianchi e lo feci sedere fra le gambe.

In poco tempo fui penetrato da Riccardo, mentre io lo facevo a mia volta con Aitor.
Il castano spingeva con forza, mentre io riflettevo le spinte contro il passivo.
Non ci volle molto che fra i gemiti e gli orgasmi, venimmo tutti e tre.

Ci sdraiammo sul letto, tutti abbracciati ad Aitor.
I due si addormentarono velocemente, mentre io non riuscivo a prendere sonno.
Rimasi con gli occhi sgranati a pensare all'appena accaduto, mentre vidi un foglietto spuntare da sotto un quadro ritraente Riccardo in tutto il suo splendore.
Mi alzai e feci qualche passo barcollando dal dolore, fino a quel dipinto. Non mi soffermai ad ammirarlo, bensì presi il fogliettino e lo lessi a bassa voce, cercando di non svegliare i due.

Ti vedo.
X

Ritornai a sdraiarmi sul letto, con lo sguardo fisso sul soffitto.
Come mi vedeva? Chi mi ha visto? Cosa ha visto e perché lo ha fatto?
Queste domande mi torturavano la mente, fino a quando non mi addormentai.

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