Capitolo uno

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Prendo un coltello e lo rigiro tra le mani, é cosi elegante, cosi pericoloso, come me. Mi guardo allo specchio della mia camera, una ragazza mi fissa da quella superficie. Faccio una smorfia nel vedere la mia immagine. Ho dei lunghi capelli biondi, troppo per i miei gusti. Sono sciolti e mi ricadono sulle spalle, ed arrivano a metà schiena. I miei occhi sono verdi, lucenti, anche se sono diversi da quelli degli altri licantropi. Ebbene si, sono un lupo mannaro, mi hanno morsa quando avevo tre anni, da allora so molte piú cose, sia belle che brutte, la maggiorparte sono tremende. Me la sono sempre cavata da sola, mio padre aveva il suo vizio dell'alcol, ed io i libri e le trasformazioni, cosa volere di più dalla vita?
Scacciò via i ricordi, ormai devo vivere solo il presente. Osservo con odio la figura on canotta davanti a me. Ho i lineamenti elfici, la pelle candida come la neve e le orecchie appuntite. Ho qualche curva, ma non mi definisco certo bella, anzi, con tutti i miei muscoli sono il contrario di bella. Odio anche essere solo cosi infantile, certe volte vorrei essere un ragazzo, e fare quello che mi pare senza preoccuparmi. Prendo i capelli e li lego in una coda alta, poi con il coltello li taglio all'altezza dell'elastico. Butto le ciocce e l'elastico nel secchio e guardo l'orologio. Sono le 7:50, come ?! Arriverò in ritardo! Prendo una felpa e un jeans e li metto in fretta e furia. Metto lo zaino a tracolla ed esco dal mio appartamentino. Mi metto a correre, e ringrazio la velocità dei licantropi per questo. La mia mano va istintivamente alla ferita che ho sul collo, alla lunga cicatrice del morso, sorrido mentre il vento mi scompiglia i miei capelli corti. Corro per le strade, e mi fermo a qualche metro dalla scuola, sono in perfetto orario. Tra cinque minuti suona la campanella. Faccio il secondo anno, e già non vedo l'ora che quelle testa di cazzo dei miei compagni svaniscano dalla mia vita. Tutti tranne Juliel. Lei é l'unica mia amica, anche se molte volte non la a sopporto. La vedo seduta sul muretto della scuola, mi saluta, ed io ansimando vado da lei. Mi siedo accanto e le tiro una testata, lei in risposta me ne tira un'altra. Ridiamo, poi noto che la mia amica ha un sorriso da maniaca sul viso, e la guardo interrogativa. Lei si sbatte una mano sulla fronte e sospira.
"Oggi viene uno nuovo Se, te ne ho parlato ieri, possibile che non ti ricordi nulla!" esclama esasperata, ed io mi limito a ridere. Lei mi guarda con gli occhi ridotti a fessure, e questo mi fa ridere ancora di piú, é cosi buffa! Ha i capelli castano scuro e gli occhi dello stesso colore. La sua pelle é abbronzata, e a differenza mia, i suoi vestiti sono sempre aderenti e alla moda. É bassa, molto più di me, ma si fa valere. Scendo dal muro e lei mi segue a ruota. Non mi fa domande, sa già cosa succede se mi arrabbio. Cammino per il cortile, e nessuno mi disturba. Hanno capito a loro spese di non invadere il mio territorio, un lupo solitario può essere molto pericoloso. Appena entro nell'Istituto però la mia schiena si alleggerisce, e mi giro, vedendo Max che la tiene in mano. La apre e inizia a frugarci dentro. Tira fuori un barattolino, e spero che non sia quello che sia. La voce roca di Max riempie i corridoi.
"Ehi venite! La Licaone si droga! Venite a vedere!" si raduna una piccola folla ridacchiante, ed io ribollo di rabbia.
"Vediamo che erbe ti fai..." dice aprendo il barattolo. Tira fuori una piantina dalle foglie dorate, e la guarda perplesso. La pianta viene baciata dal sole, e si disintegra. L'odore stordente che emanava non c'è più, ed io non riesco più a controllarmi. Gli salto addosso e lo riempio di pugni, continuo, e lo sento gemere sotto di me. Non mi fermo, ma riesco a non trasformarmi. Mi allontano da lui solo quando ha smesso di muoversi. Ho la felpa macchiata di sangue, e un labbro spaccato. Gli sputo in faccia e mi allontano, mentre qualcuno fa foto e video. Mi ha distrutto la strozzalupo, ed ora la mia giornata si presenta molto peggio di come era iniziata. Entro in classe e mi tolgo la felpa, rimanendo con la canotta aderente. Metto le cuffie e mi metto a disegnare, e non sento nemmeno il suono della campanella. Levo le cuffie solo quando arrivano gli altri e la prof. Vedo Max tutto fasciato sedersi al suo posto, e anche gli altri. Sorrido compiaciuta e mi preparo per la noia. Il mio banco é vuoto, ma mi sono abituata. La Proff si schiarisce la voce e sorride. Vorrei vomitare.
"Ragazzi lui é Jonathan, ed é il vostro nuovo compagno, tratta te lo bene!" ridacchiando fa segno a qualcuno fuori di entrare, poi ritorna a fissarci. Dalla porta entra un ragazzo. É alto, ha la pelle candida e dei capelli neri un po' lunghi, che gli sfiorano le spalle. Indossa degli occhiali dalla montatura trasparente. Una camicia bianca, non del tutto abbottonata evidenzia i suoi addominali scolpiti. Dei jeans completano l'abbigliamento. É molto bello, affascinante. Il mio sguardo. Si posa sui suoi occhi, che sono color del ghiaccio, con una sfumatura rossa. Ritiro tutto quello che ho pensato. É un lurido vampiro. Il suo sguardo perlustra la classe, poi si incatena al mio. Lo guardo con odio, mentre lui mi guarda con... cosa!? Curiosità? No, imbarazzo? Ammirazione? Fermo i miei pensieri e non distolgo lo sguardo. La nostra catena di sguardi si rompe grazie alla voce della proff.
"Blood, può andare a sedersi vicino a Licaone" scatto subito in piedi appena sento quelle parole.
"Io non sto vicino a quel vampiro chiaro!?!?" urlo infuriata sbattendo le mani sul banco, fracassandolo.
Jonathan si avvicina a me, ed io inizio a ringhiare. Si ferma e mi fissa divertito, annusando l'aria.
"Sembri buona lupetta" dice leccandosi i canini. Io gli sputo in faccia, e lui mi guarda stupito.
"Non voglio quel succhiasangue accanto a me chiaro!?!?" dico alla proff, senza staccare lo sguardo da quello del vampiro. La professoressa arrabbiata inizia a urlare come un'oca.
"Starai accanto a quel normalissimo ragazzo, smettila con le tue fantasticherie! In punizione! Entrambi! Tutta la giornata e se non vi muovete farò avvisare i vostri genitori! E contatterò anche i tuoi Licaone!" ghigno e mi rivolgo alla Proff.
"Oh io non ho i genitori." dico in tutta calma, godendomi il silenzio della classe e l'imbarazzo della Proff.
"Che cosa é successo?" mi domanda e io, senza giri di parole le rispondo divertita.
"Mia madre non so chi sia, mio padre ha avuto la sfortuna di mettersi contro di me." dico ed esco dalla stanza lasciando tutti shockati, compreso il succhiasangue. Lo sento seguirmi, ma lo ignoro. Entro nella classe punizioni e mi siedo ad un banco. Lui entra e mi si para davanti sorridendo malizioso. Io non lo guardo nemmeno, ma metto le cuffie ed inizio ad ascoltare la musica. Lui chiaramente offeso si allontana, ed io sorrido. Il mio sorriso si spegne subito quando sento qualcosa di umido sfiorarmi il collo. Rabbrividisco e non riesco a muovermi. Jonathan é dietro di me, e mi sta baciando il collo, proprio dove pulsa la mia vena. Vorrei scrollarmelo di dosso ma riesco solo a dimenarvi debolmente, facendolo divertire. Si avvicinò al mio collo e mi morse.

QUESTA É LA MIA PRIMA STORIA, SPERO VI PIACCIA!🙂

Diversa, Licantropa, Principessa, Fata, Ma chi sono Io?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora